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I soldi chiesti a Roma, gli annunci sconfessati, l’immobile invendibile, i maxi ritardi: il grande bluff sul Palazzetto di Muggiò

Era il 31 agosto 2021, una bella giornata di fine estate, sette mesi e mezzo fa. Con una prima seduta di consiglio comunale post-mare, emerse una notizia che lasciò molti increduli: la Giunta Landriscina disse di voler finanziare la costruzione del nuovo palazzetto di Muggiò (opera da 14 milioni e mezzo di euro mentre il vecchio è chiuso dal 2013) per la grandissima parte con la vendita dell’ex orfanotrofio tra le vie Tommaso Grossi e Dante, valutato 9 milioni (altri 2 sarebbero dovuti venire sempre da altre alienazioni comunali, a cui si somma ulteriormente il contributo garantito da Regione Lombardia per 3,4 milioni addirittura nell’ormai lontanissimo dicembre 2017, Giunta Lucini). Azzardo non da poco, visto che quello stesso palazzo risulta in vendita sin dagli anni della prima giunta Bruni (2002-2007) e nessuno ha mai nemmeno lontanamente pensato di sborsare un centesimo per accappararselo, nonostante numerosi tentativi.

Ne seguì inevitabilmente un mare di polemiche, con la sostanziale accusa verso la giunta condivisa da larga parte delle opposizioni (ma persino da qualche settore del centrodestra) di non voler veramente realizzare il nuovo palazzetto, legandone il destino a una fonte di introiti così assolutamente aleatoria. A rendere il tutto ancora vagamente più surreale, le dichiarazioni del 2 settembre 2021 dell’assessore al Patrimonio Francesco Pettignano che, sempre in consiglio comunale, rivelò che nemmeno era pronta la documentazione essenziale per vendere l’ex orfanotrofio: “E’ stata avviata la procedura per l’affidamento degli incarichi finalizzati alle certificazioni catastale ed energetica. E’ stata inoltre inviata alla Soprintendenza la richiesta di pronunciamento preliminare sull’interesse culturale dell’immobile ai fini dell’alienabilità. C’è già stato un sopralluogo del 12 maggio 2021 e siamo ancora in attesa di riscontro. Gli uffici non appena possibile espleteranno le procedure di gara”, le parole pronunciate 7 mesi fa.

Ebbene, giunti ormai ad aprile 2022 – quando mancano due mesi alle nuove elezioni comunali – si scopre che solo adesso uno di quei passaggi è stato realmente compiuto. Soltanto pochissimi giorni fa, infatti, il Comune ha affidato al geometra Franco Giacomo di Turate il servizio di redazione
della certificazione energetica (APE) e della regolarizzazione catastale dell’immobile per un compenso di 13.580 euro. Altro che alienazione, insomma. Ed è forse anche per questa ragione – cioè l’assoluta insostenibilità dell’idea di finanziare il nuovo palazzetto, se mai arriverà, con la vendita del vecchio orfanotrofio – che Palazzo Cernezzi il 17 marzo scorso ha comunicato di aver chiesto allo Stato gli 11 milioni di euro che servirebbero per la nuova struttura sportiva a Muggiò da 2.150 posti (per cui, a 5 anni di distanza dall’ottenimento della Giunta Lucini dei primi 3,4 milioni dalla Regione, esiste solo un progetto preliminare)

Di fatto, sia quest’ultimo bussare a Roma, sia il clamoroso ritardo nelle certificazioni essenziali dell’immobile di via Tommaso Grossi, mettono nero su bianco la sconfessione totale di tutto quanto annunciato finora.

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4 Commenti

  1. Ma perché qualcuno aveva ancora dubbi?

    Tra due mesi ricordiamoci di chi (Fratelli d’Italia) decide di premiare e ricandidare uno come Pettignano, dopo tutto ciò che ha (e spesso non ha) combinato!

  2. Life Electric venduto come “ferro vecchio” su eBay, ti ricordo.
    E poi ripertura dei Portici Plinio al traffico, come da mitica fiaccolata e apertura durante la settimana di via Fontana al traffico come da precedente programma elettorale.
    Ah non vedo l’ora…

  3. Perché questa giunta affida sempre incarichi professionali all’esterno? I 700 dipendenti della più grande “azienda” comasca cosa sono lì a fare ?

  4. Lo pagherà l’eterno candidato lui di tasca sua. E lo costruirà in 3 giorni come iil Tempio. Poi camminerà sulle acque per smontare “The Electric Life” e venderlo su Ebay.

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