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Patria, il futuro c’è ma non si vede. Investitori pronti a lasciare: colpa della burocrazia

Avete presente il Patria? Le sue traversie sono note: acquistato dall’Amministrazione provinciale 12 anni fa, il piroscafo è passato da orgoglio del lago a sfondo per i selfie o, al massimo, boutique per Dolce&Gabbana. Impossibilitato a navigare, privo di arredi e bisognoso di personale specializzato, è davvero una brutta gatta da pelare per la Provincia.

E da qui l’idea di indire un bando (2018) per affidarne la gestione a terzi. Solo uno ha osato fare un’offerta con l’idea di trasformare il Patria in un hotel galleggiante con otto cabine di lusso come l’Orient Express o gli hotel galleggianti sul Danubio. Un’offerta unica in Italia. “Lo regaliamo ai privati, insomma”, verrebbe da dire.

No perché, oltre a due mini-crociere alla settimana da aprile a ottobre, il piroscafo rimarrebbe a disposizione per mostre ed eventi pubblici. Ma di chi è l’idea? Della società Lake of Como Steamship Company Snc, costituita da Giorgio Porta ed Enrico Guggiari, (presidente e vice dell’Aeroclub) che a novembre dell’anno scorso ha ricevuto la lettera ufficiale di aggiudicazione, giusto il tempo di ottenere il via libera dal Segretariato regionale dei Beni Culturali e dalla Soprintendenza.

Roba da mettere già in fresco la bottiglia per il varo. Sembrava una favola a lieto fine e invece ecco la solita guastafeste, la burocrazia, che sfida pazienza e sorte. “Stiamo aspettando da ormai cinque mesi le autorizzazioni per completare il progetto e stipulare la convenzione – racconta Guggiari – parlavano di 120 giorni, ma ormai sono passati”.

Quindi siete fermi?
Su tutti i fronti, anche quello degli accordi con la Navigazione e l’Autorità di Bacino per le manutenzioni e l’autorizzazione all’attracco ai pontili.

Che tempi ipotizzate?
Speravamo di poter mettere in esercizio il Patria per la primavera del 2020, ma ad oggi siamo già oltre il 2021.

Ci state ripensando?
L’investimento supera i 2 milioni di euro ma avevamo il supporto finanziario di persone che credevano nel progetto anche se non è ad alta redditività. È piuttosto ad alto rischio, sull’onda del sentimento, per recuperare il Patria e fare una bella cosa per Como. Ora questa rete si sta sfilacciando ed è difficile ricontattare queste persone senza avere novità. Se si perde lo slancio sarà tutto più difficile.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem

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Un commento

  1. Scaduti i termini previsti? fuori i nomi di chi non sta facendo il proprio lavoro. Fuori i nomi dei dirigenti degli uffici interessati. Non può sempre tutto passare impunito. Signori “uscite i nomi” (per dirla in modalità ufficio gestione pratiche burocratiche).

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