Cresce di giorno in giorno la protesta del Comitato per la Salvaguardia del Territorio di Centro Valle Intelvi “Amici del Fareè e della Valle”.
Il gruppo è contro l’assegnazione della ex “Cava Citrini” (di Centro Valle Intelvi, località Castiglione) al cantiere della Tremezzina che, peraltro, proprio ieri è stato assegnato (apppalto da 469 milioni di euro) al Consorzio Stabile Sis.
La cava è stata individuata per lo smaltimento dello smarino, cioè il materiale di risulta prodotto dai lavori e per la lavorazione del calcestruzzo necessario all’opera.
Si tratta di un lavoro non da poco, si parla di 70 mila metri cubi di carico trasportati da 18 autocarri, per un totale di 35 transiti quotidiani, in circa 1200 giorni lavorativi, per un totale di 6 anni di attività.
La vicenda, di recente è stata portata all’attenzione dell’Ambiente, Sergio Costa dal deputato comasco di Fratelli d’Italia, Alessio Butti.
Le questioni problematiche da affrontare sono molte secondo Marco Benzoni, presidente dell’associazione (nome notissimo nel capoluogo poiché ex, appena andato in pensione, direttore generale di Como Servizi Urbani).
“L’uso di una cava in un centro abitato così popoloso – sottolinea – può portare numerosi disagi, come l’inquinamento, non solo ambientale attraverso le polveri, ma anche acustico. Senza dimenticare i problemi di viabilità che porterebbero il passaggio di tutti quei camion, in strade vecchie e strette come quelle della valle”.
Emerge poi la questione dello smaltimento delle polveri: “Richiederebbe un enorme quantità di acqua, che dubitiamo sia attualmente disponibile”.
Il comitato si è mosso per dialogare con le varie parti: “Noi siamo apolitici e non siamo contro la costruzione della Variante della Tremezzina e nemmeno in contrapposizione a nessuna amministrazione, vogliamo solo che non venga scelta una cava che si trovi in un centro residenziale. Abbiamo avuto degli incontri con il sindaco Mario Pozzi che è stato molto disponibile ad ascoltarci, e speriamo di intavolare presto un dialogo con la società vincitrice della gara”.
La questione però non è così semplice, infatti dopo aver fatto richiesta, alla Regione Lombardia e alla Provincia di Como, di poter accedere agli atti di progettuali, sono state inviate due risposte opposte: nel primo caso questi documenti erano disponibili, nel secondo erano mancanti. Ciò ha creato molte perplessità all’interno degli “Amici del Fareè e della Valle”.
QUI LA RISPOSTA DELLA PROVINCIA (CHE PARLA DI DOCUMENTAZIONE DISPONIBILE IN DIGITALE)
doc-cava-citrini-provinciaQUI LA RISPOSTA DELLA REGIONE (CUI NON RISULTANO ATTI E DOCUMENTI)
doc-cava-citrini-regioneLe vicende legate alla cava non sono solo un problema dei residenti di Via al Fareè, ma è molto più esteso, come ricorda Benzoni: “L’inquinamento, in ogni sua forma, riguarda anche i paesi vicini avendo la valle una sorta di forma ad imbuto, le conseguenze arriverebbero fino a San Fedele, Lura e Blessagno. È in atto da qualche settimana una raccolta firme, con un centinaio di adesioni. Questo fa emergere quanto il problema sia sentito dai cittadini”.
Da non sottovalutare infine le conseguenze che porterebbe l’utilizzo della cava all’economia della Valle Intelvi: “Le problematiche legate all’inquinamento e alla viabilità porterebbero dei grossi danni al turismo e al commercio di tutta la zona. Il traffico pesante sarà un impatto da considerare in una situazione che si protrarrà per 6 anni. Il nostro obiettivo è di scongiurare del tutto l’utilizzo della cava e di trovare altre soluzioni meno impattanti, collaborando ovviamente con le amministrazioni”.
4 Commenti
Come si può firmare la petizione da remoto visti i problemi attuali di spostamento?
Luigi
mandaci una mail a comitato.faree.valle@gmail.com!
Diamo il benvenuto ai No Var (iante)
Il comitato NON è contro la variante, leggere bene!