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Pescatori professionisti, dopo il grido comasco arrivano 360mila euro. Ma per tutti i laghi lombardi

Qualcosa si muove, niente di risolutivo ma qualcosa.

La crisi economica legata al Covid ha colpito un settore già fortemente in crisi, eppure vitale per il Lario, come quello della pesca professionale.

Ne abbiamo parlato ampiamente su queste pagine:

Un pesce di nome crisi. I pescatori: “Nessun aiuto dallo Stato, lasciati in balìa delle onde”

Un bando è in arrivo.

“La Regione Lombardia mette a disposizione dei pescatori professionisti 360.000 euro quale integrazione al reddito e parziale compensazione del fermo pesca registrato causa Covid. Una cifra importante che vogliamo erogare in tempi rapidi. Contiamo di pubblicare il primo bando entro metà novembre. La Regione Lombardia non si dimentica di chi lavora nei laghi lombardi svolgendo un’attività tradizionale che alimenta la filiera della ristorazione di lago con prodotti tipici, volàno di turismo enogastronimico”. Lo ha detto Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi intervenuto oggi durante la commissione consiliare.

“I pescatori – ha ricordato – svolgono anche una importante azione di sorveglianza ambientale e di monitoraggio faunistico dei nostri laghi. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare la loro attività. Sono allo studio anche provvedimenti di semplificazione legislativa per dare più spazio alla loro professione”.

 

“Nei mesi scorsi ci siamo battuti con il Governo – conclude l’assessore – affinché fosse istituito questo fondo dedicato anche per la pesca in acque interne, spesso dimenticata dalla politica nazionale. Ci siamo riusciti sfruttando la flessibilità concessa sulla destinazione dei fondi Feamp ed è una importante vittoria per un settore che deve avere pari dignità con la pesca marittima e che a nostro avviso deve essere considerato nelle politiche agricole e di promozione enogastronomica. Se muore la pesca professionale e se non riusciamo a ridare interesse nei giovani verso questa attività rischiamo l’impoverimento dei laghi e la perdita di una importante attività di valorizzazione territoriale”.

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