Tira aria di rivolta lungo la frontiera tra Italia e Svizzera. Ora, per chiedere la riapertura completa del passaggio tra i due Stati, è nata anche una petizione online lanciata da un gruppo commercianti di Lavena Ponte Tresa, piccolo comune della provincia di Varese al confine con la Confederazione.
I commercianti denunciano la “non volontà di risolvere il problema dei paesi di confine”.
QUI SI PUO’ FIRMARE LA PETIZIONE
“Chiediamo pertanto un provvedimento incisivo – prosegue la nota a corollario della raccolta firme digitale – in analogia a misure simili già assunte da altri Parsi Europei quali la Francia e la Germania: consentire cioè l’ingresso in territorio italiano a tutti coloro che risiedono oltre il confine Svizzero nella fascia territoriale di 20 km dal confine, senza necessità di effettuare tamponi o altro, come già peraltro previsto per i lavoratori frontalieri”.
“Questa deroga è decisiva per la ripresa economica del nostro territorio – proseguono i commercianti – Le nostre attività e le nostre famiglie, vivono grazie al flusso economico/lavorativo da e per la Svizzera. Abbiamo subito perdite che in alcuni casi vanno oltre il 90% de fatturato. Stiamo fallendo grazie ai vostri scellerati provvedimenti. Tutta l’Italia è ripartita, piano piano avete riaperto. I numeri della pandemia sono scesi, aumentano i vaccinati. Qui è come essere in zona rossa da novembre perché i nostri clienti non possono raggiungerci”.
E ancora: “Viviamo il paradosso di essere aperti sulla carta, ma di non poter lavorare. La dignità del nostro lavoro non può sottostare a mere norme burocratiche. Abbiamo chiuso quando c’era da chiudere, perché l’emergenza lo richiedeva. Ora che c’è da riaprire, chiediamo che si riapra per tutti. Come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Non chiediamo aiuti, chiediamo che ci venga data la possibilità di lavorare”.ì
Lapidaria la conclusione: “Aprite le dogane! Fascia dei 20 km subito!”.