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Piazza De Gasperi: coprifuoco definitivo e risarcimento. Condannato anche il Comune: “Non ha vigilato”

Risultato assai prevedibile, dopo anni di braccio di ferro e perizie ultra approfondite, con il Comune che non ne esce affatto bene. Il giudice del Tribunale di Como, Laura Serra, oggi ha chiuso definitivamente il caso di Piazza De Gasperi: contesa durissima tra Ulisse Bianchi, residente, e alcuni locali della zona.

Tema il caos notturno che, come certificato dalla sentenza di oggi emessa da Palazzo di Giustizia, evidentemente c’era e creava oggettivi problemi di convivenza.

IL CASO PIAZZA DE GASPERI: TUTTA LA VICENDA

In 38 pagine il magistrato ricostruisce l’intera vicenda riconoscendo il danno alla famiglia del residente.

Si legge: “Circa 40 euro a testa per ogni sera nella quale siano state subite le immissioni, valutando quale periodo di riferimento dal 2012 al 2017, mediamente 4 sere alla settimana – giovedì, venerdì, sabato, domenica – per i mesi da metà maggio, giugno, luglio, agosto e metà settembre, escluse 2 settimane nelle quali è presumibile che la famiglia Bianchi si sia recata fuori città per le vacanze estive“.

Totale 60mila euro. Si legge ancora:

Carmine Giuliani Ditta Individuale e Comune di Como devono essere condannati a pagare nei confronti degli attori in via tra loro solidale la somma di euro 10.000,00 (pari al risarcimento dovuto per l’anno 2012);

– mentre Ox s.r.l., Maite s.a.s. di Giuliani Giuseppe & C. s.n.c., Carmine Giuliani ditta individuale, MG-ONE s.r.l., Comune di Como devono essere condannati a pagare in via tra loro solidale la somma di euro 50.000,00 (pari al risarcimento dovuto per i successivi anni dal 2013 al 2017).

Il giudice conferma inoltre la decisione presa alcuni mesi fa e il coprifuoco alle 23 diventa definitivo. Ed è proprio Palazzo Cernezzi a ricevere una stoccata piuttosto dura. Scrive infatti Serra:

Il Comune, dal suo canto, pur essendo soggetto deputato al rispetto della quiete pubblica, ha omesso qualsivoglia forma di controllo sulla piazza, lasciando che anche l’area pubblica – di sua proprietà e non interessata dai provvedimenti concessori e dunque soggetta al suo diretto controllo – fosse utilizzata come punto di ritrovo serale cittadino, pur a fronte dei molteplici e costanti solleciti da parte dei residenti, ripetuti negli anni, in relazione all’intollerabilità della situazione, poi effettivamente confermata dal punto di vista tecnico.

In tal modo anche il Comune ha una sua propria responsabilità, per carenza di diligenza, ravvisabile nel permettere i rumori illeciti sia provenienti da fenomeni antropici, non adeguatamente controllati, sia derivanti dal traffico veicolare, pur in quanto vietato. Pertanto, non può essere accolta la domanda del Comune di Como diretta a sentir accertare la responsabilità esclusiva degli altri convenuti nella causazione delle immissioni lamentate, considerato che anche l’Ente ha contribuito causalmente al determinarsi del danno sofferto e deve essere considerato corresponsabile ai sensi dell’art. 2055 c.c.

IL CASO PIAZZA DE GASPERI: TUTTA LA VICENDA

Entrando nello specifico, oltre il risarcimento, la sentenza prevede ora regole severissime per gli esercenti chiamati in causa e per l’amministrazione. Il tribunale infatti condanna i privati a “far cessare le immissioni rumorose all’interno dell’abitazione attorea, mediante l’adozione delle seguenti misure, a conferma dell’ordinanza assunta in data 21.6.2018”

A) l’uso del plateatico esterno sia interdetto con effetto immediato a decorrere dalle ore 23:00 di ciascun giorno della settimana;

B) il personale degli esercenti adotti la massima cautela nell’attività di sparecchiamento e nel ritiro di sedie e tavoli;

C) siano interdettil’installazione di diffusori acustici nell’area esterna e la previsione di intrattenimenti musicali e/o conviviali che comportino affollamento del plateatico, senza previo ottenimento dell’autorizzazione da parte del Comune,

D) gli esercenti resistenti predispongano, entro dieci giorni dalla emissione del presente provvedimento, un servizio d’ordine con personale a ciò specificamente preposto, durante tutto il periodo di apertura dei locali, che disciplini la presenza delle persone nelle rispettive aree di pertinenza esterna e nei corselli di passaggio, al fine di evitare affollamenti e di controllare gli atteggiamenti comportamentali degli avventori che utilizzano le aree, onde prevenire l’insorgere di schiamazzi e l’incremento del disturbo acustico;

Per quanto riguarda Palazzo Cernezzi indicazioni altrettanto severe e immediate:

E) il Comune di Como sia onerato di vigilare rigorosamente sul rispetto delle prescrizioni assunte dall’ente stesso nei provvedimenti concessori
rilasciati agli esercenti resistenti, dirette ad evitare affollamenti di persone all’esterno dei locali;

F) il Comune di Como sia onerato di incrementare il controllo e la vigilanza su Piazza De Gasperi in orario notturno, in modo da rendere effettivo il divieto di sosta e transito veicolare già attualmente vigente nelle aree corrispondenti ai corselli tra il plateatico e i circostanti edifici (con eccezione del dovuto accesso ai
frontisti aventi diritto);

G) il Comune di Como sia onerato entro trenta giorni dalla emanazione della presente ordinanza di predisporre direttamente tramite i propri uffici tecnici interni o eventualmente – ove ritenuto – tramite ARPA, a predisporre in loco presso la Piazza De Gasperi, un sistema di monitoraggio acustico prolungato, finalizzato a valutare l’andamento dei fenomeni rumorosi e il contenimento degli stessi entro il limite assoluto e contemporaneamente a tenere sotto controllo il rispetto delle prescrizioni contenute nel presente provvedimento da parte dei gestori resistenti.

A questo punto l’annunciato (come risolutivo) progetto dehors tramonta per sempre:

Piazza De Gasperi: contro il coprifuoco ecco i dehors fonoassorbenti

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7 Commenti

  1. probabilmente un errore è stato concedere di posizionare così tanti posti a sedere, perchè di fatto la spazio centrale della “piazza” è completamente occupato.

  2. Non dimentichiamo che il locale è aperto per volontà degli esercenti ma a disposizione e fruito dalla popolazione… per questo mi chiedo: quando finisce la mia libertà di godermi una serata estiva in un luogo pubblico? A scanso di equivoci ho scelto casa senza correre questo tipo di “pericolo”, perché se capitasse anche a me credo mi arrabbierei come accaduto al concittadino… Ma non so se mi riterrei in assoluta ragione….. In ogni caso la più grande colpa è del Comune per non aver saputo gestire la situazione prima di farla degenerare.

  3. Per il profitto degli esercenti non si può giustificare che a casa propria non si possa essere in grado di vivere in pace. Il quesito è questo: il business di pochi vale più della serenità di tanti?

  4. Non si può’ che concordare con Paolo, la speranza adesso è che gli esercenti applichino un po’ di buonsenso e di rispetto per chi alla mattina si deve alzare presto per andare a lavorare mentre loro bellamente se la dormono!

  5. Comino- l’inizio della fine di che? Del fatto che la tua “libertà” finisce quando va a ledere la libertà di un altro? È drammatico che ci sia arrivati solo dopo una sentenza.

  6. Sono perplesso. Da una parte capisco il disagio dei residenti. Dall’altra mi chiedo come invece possa funzionare il mondo. Non capisco se la sentenza sia da leggere come monito o come inizio della fine.

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