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Via Del Dos, un mese dopo la chiusura Colisseum attacca. “E a breve una sorpresa su Como”

Piscina di via Del Dos, è passato ormai un mese esatto dalla chiusura e arriva un durissimo quanto amaro sfogo – visibile per intero sulla pagina facebook – di Franco Campanella, vicepresidente della Cooperativa Colisseum. Tutto parte appunto dalla ricorrenza odierna.

“Oggi è un mese esatto dalla chiusura delle micropiscine e delle palestre di Via del Dos. Il centro è serrato e gli eventi si susseguono. I Dirigenti (Colombo per i lavori pubblici e Luciani per i Servizi Sociali) rispondono all’Anac adeguandosi a tutti i rilievi sollevati da Colisseum nella gara impugnata nel mese di Maggio. Colisseum ha ragione…ma vaaaaa e lo ammettono solo dopo averci mandato via. E il Comune deve adeguare il Pef! Quando? Boh! Intanto le micropiscine e palestre sono chiuse e Colisseum è fuori”.

“In Comune – prosegue Campanella – si ammette che di project financing non si sa molto (qui il documento di Palazzo Cernezzi riportato da Campanella) anzi veramente poco e allora tutti a ripetizione dall’architetto Luca Noseda ( qui il riferimento alla recente decisione del Comune), per acquisire un minimo di competenze in vista dei prossimi impegni a cui il Comune sarà chiamato a decidere. Sono sempre gli stessi però che nel 2018 bocciarono il Project presentato da Colisseun per Via del Dos. E anche in questo caso Colisseum ebbe ragione davanti al Tar per ben due volte” .

La nota conclude: “Per il resto i disabili tra 10 giorni forse riprenderanno le loro terapie sparpagliati per la provincia di Como e il Thais di Pia Pullici (tutti gli approfondimenti) tra le poche e vere eccellenze nel settore, è praticamente sparito. Oggi è il 1° settembre, il mese delle riaperture (scuole, attività sportive, etc) speriamo in bene per tutti. Colisseum ha una piccola grande sorpresa su Como. Portate pazienza, a noi piacciano i fatti. State collegati”.

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5 Commenti

  1. E per quanto riguarda lei Sig. Gioele è ormai evidente che qualunque cosa faccia il nuovo Sindaco non potrà mai andarle bene. Sicuramente è due mesi che si sta facendo il mazzo per vedere di sistemare qualcosa della catastrofe che ha creato chi lei apprezza. Dimenticavo !!! Vada a leggersi l’intervista dei proprietari del Calcio Como, sul progetto che hanno per il Calcio e per la Città, condiviso da tutti gli industriali della stessa, visto che lei continua ad insinuare che il Sindaco è troppo concentrato sulla concessione dei 99 anni. Finché c’è gente che la pensa come lei rischiamo sicuramente che tutto ciò possa svanire nel nulla. Guardi che un occasione così non capiterà mai più in questa stupenda ma dormiente Città. Le auguro una buona notte…

  2. Sapevate benissimo che prima o dopo questo momento poteva arrivare, come li chiama lei, avete sempre messo in primo piano i più fragili per continuare ad andare in deroga. Già il Sindaco uscente, vi aveva avvisato che così non era più possibile proseguire. Pensavate di farla franca ancora con lo stesso sistema, ma stavolta le regole si rispettano. Quando la precedente amministrazione come dice lei non vi dava risposte e vi ha fatto perder tempo, perché non avete scritto ai giornali come state facendo ora ?? Questo la dice lunga sul vostro attendismo……

  3. Peccato. La discussione è ormai avvelenata su un tema dove ci sono in ballo gli interessi, le terapie e la serenità di molte persone e di molte famiglie che convivono con i problemi derivanti dalla disabilità. Tuttavia, la responsabilità di questo clima, che con il tempo peggiorerà, è principalmente dell’attuale Amministrazione. Non sono solo le promesse mancate della campagna elettorale o le dichiarazioni improvvisate e surreali del nostro Sindaco, come quella dell’elitrasporto dei disabili, è anche la totale superficialità con cui è stato gestito il problema e la mancanza di valide e praticabili soluzioni alternative che consentissero il proseguimento di un servizio utile alla comunità e a persone in difficoltà. Sui termini tecnici non è il caso di discutere. Ci sono rapporti qualificati e molto, anzi troppo, recenti sulla solidità delle strutture e sull’opportunità di proseguire le attività nell’impianto di via del Doss. Tuttavia, non si spiega come gli stessi controlli non siano periodicamente effettuati su altri impianti di proprietà del Comune e attualmente in concessione. Per quale motivo questi impianti, spesso muniti di cucine, bouvette, servizi igienici e spogliatoi raffazzonati non siano oggetto di controlli periodici che ne verifichino il rispetto delle disposizioni di legge in tema di antincendio, di eliminazione delle barriere architettoniche, di conservazione dei cibi e di igiene? E per quale motivo questi controlli non sono in modo così puntuale pubblicizzati soprattutto a quei cittadini che li utilizzano a pagamento? I misteri dell’antipolitica? Oppure, il timore di pestare i piedi ai veri poteri forti della città? Mah… In ogni modo, lasciamoli lavorare con serenità, sono agli inizi…..😊

  4. nsiste ancora?
    Vuole a tutti i costi usare una struttura che anche il loro tecnico ha rilevato essere pericolosa, altrimenti perché puntellare la vasca della piscina e ancora insiste?
    Vero che hanno perso una parte di introiti, ma che se ne facciano una ragione!
    Poi l’amministrazione avrà o no il diritto di decidere se vuole o no un projec financing? Se non lo ha approvato è evidente che non interessava.
    Fatevene una ragione!

    1. Caro Sig. Polemico, la realtà è un po’ più complessa rispetto a quella rispecchiata dal suo dualismo tra farsi o non farsi una ragione. Rimanendo in quest’ambito, comunque, se avesse avuto un parente “fragile” frequentante i servizi socio sanitari erogati da Colisseum nella struttura di via del Dos, oggi sarebbe Lei a doversi fare una ragione su quanto accaduto, dovendo anche trovare una soluzione – sicuramente non semplice – per poter soddisfare diversamente i bisogni del suo congiunto, magari peregrinando ed elemosinando un servizio in giro per la provincia. Dato, poi, che non conosce i fatti, credo opportuno erudirla sul fatto che con il project presentato nel 2018 – costato a Colisseum qualche mese di interlocuzioni con gli uffici dell’Amministrazione, qualche decina di migliaia di euro per le progettazioni preliminari, ecc. ecc. – prevedeva già tutti quei lavori di messa in sicurezza, non fatti dal Comune, che hanno poi portato al triste epilogo della chiusura. Non solo: il cronoprogramma preventivato dei lavori prevedeva uno scaglionamento degli stessi ed un uso dei periodi abituali di chiusura annuali in modo da evitare l’interruzione dei servizi. Ma forse ha ragione Lei caro Polemico, meglio la dormienza che la progettualità, meglio l’incuria che l’efficienza, tanto chi se ne frega dei principi, salvo poi scoprirli magicamente quando i bisogni diventano necessità. Io, che nei principi ancora credo, fatico a farmi una ragione di come le cose sono andate. Le auguro, quindi, di non trovarsi mai nella necessità di dover accudire un parente o aver necessità per sé di quei servizi (d’eccellenza) che fino a poco più di un mese fa la collettività trovava in via Del Dos, che forse soddisfacevano solo i bisogni di una minoranza, ma che per questa minoranza erano – e sono – fondamentali.

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