Nella serata in cui il consiglio comunale è chiamato a esprimersi sul nuovo Regolamento di Polizia Urbana, l’associazione Como Senza Frontiere vuole dare un segnale forte all’Amministrazione guidata da Mario Landriscina.
A Palazzo Cernezzi infatti questa sera sono presenti diversi esponenti delle associazioni che da anni sono al fianco dei senzatetto, dei migranti, degli emarginati presenti a Como.
“A distanza di un anno e mezzo dal regolamento contro le persone povere e senza fissa dimora del dicembre 2017, la maggioranza che regge il Comune di Como non ha saputo affrontare nessuno dei problemi della vita sociale cittadina, e invece torna a ribadire la propria logica punitiva, repressiva e discriminatoria proponendo nel nuovo Regolamento di polizia urbana le parti peggiori della legge Minniti sul decoro urbano” spiega l’associazione con un lungo post sul proprio blog.
Un testo in cui i volontari attaccano il Regolamento di Polizia Urbana che questa sera deve essere votato. “E’ un accumulo di divieti che limitano inutilmente e pesantemente la libertà di ‘vivere la città’, anche nelle azioni più banali e innocue, con lo scopo prioritario di intimorire e allontanare la parte debole e disagiata della popolazione, senza proporre alcuna azione che affronti realmente le problematiche sociali né tanto meno cerchi di garantire le esigenze fondamentali delle persone che a volte sono costrette a comportamenti sanzionabili solo per soddisfarle”.
Per questo motivo la presenza in consiglio comunale nella serata del voto è per dire ‘no’ alle nuove regole volute dalla giunta Landriscina.
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“La città viene quindi interpretata come uno spazio da governare con metodi polizieschi, con la possibilità di adottare anche specifici provvedimenti di repressione e di espulsione (il cosiddetto “daspo urbano”) da zone particolari del territorio, dove i cosiddetti principi del ‘decoro’ assumono l’aura di regole assolute e indiscutibili” aggiungono.
Quindi l’appello dei volontari. “Diciamo no a questo regolamento, rivendicando invece un percorso di partecipazione e condivisione per la messa a punto di regole di convivenza civile. Chiediamo nel contempo una progettualità urbana e sociale realmente risolutiva delle evidenti problematiche, contrastando soluzioni sbrigative, emotive ed inefficaci. È indispensabile che l’amministrazione pubblica si impegni ad affrontare le criticità che interessano tutti gli strati della popolazione, a partire da quelli più fragili”.