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Ponte Chiasso e gli ultimi guerrieri: storie e battaglie di chi non molla

“Forse non saremo il quartiere più chic ed elegante di Como, ma qui potrete trovare cuore, volontà, coraggio e orgoglio. La nostra tempra è il nostro valore aggiunto”. Sono parole appassionate, quelle dei residenti di Ponte Chiasso, che giungono da anime rese giusto un po’ ruvide dalle difficoltà ma ancora cariche di umanità.

GALLERY – SFOGLIA

“Dagli anni 50 fino agli inizi degli anni 90 – commenta Adriano Giudici, settantenne e presidente di Famiglia Comasca – il nostro quartiere ha vissuto un buon periodo. Era una zona pittoresca, ben curata, con un’attività commerciale viva. Successivamente – continua – con la chiusura dell’azienda Lechler e di molti uffici è arrivato un progressivo spopolamento. Molte persone andavano al di là del confine per risparmiare su benzina e sigarette. Ora questa convenienza non c’è più: meno traffico, meno affari”.

Adriano Giudici

Durante il periodo d’oro, Ponte Chiasso spiccava per numerose attività. “Mercatini di Natale, eventi di vario tipo – racconta Armanda Burri, 65 anni e commerciante, accendendo lo sguardo ai ricordi – persino il carro carnevalesco. Ora è difficile ottenere i permessi per organizzare eventi aperti al pubblico e l’ambiente è sempre più abbandonato a se stesso. Non meritiamo questo”. Lo sguardo sconfortato di Armanda è la sofferenza di una comunità.

Armanda Burri

“Abbiamo una clientela fidelizzata – afferma orgoglioso Luigi Livia, 54 anni e commerciante – Siamo capaci di instaurare un rapporto umano profondo con coloro che scelgono il nostro quartiere. Ho clienti che mi mandano gli auguri per le ricorrenze e mi invitano persino a cena con le loro famiglie”.

Luigi Livia

Ma la buona volontà a volte non basta. “Strade malandate, illuminazione scarsa – sottolinea desolato Tommaso Giudici, 42 anni, commerciante – marciapiedi in pessime condizioni, mancanza di parcheggi, scarsa cura del verde e poca sicurezza. Sembra che tutto volga a nostro sfavore ma non molliamo. Conosciamo il nostro valore umano e professionale. Siamo un potenziale che le amministrazioni dovrebbero valorizzare”.

Tommaso Giudici

Il Ticino si rivela ricco di estimatori.

“Molti clienti sono svizzeri – prosegue Tommaso – e questo ci ha permesso di aprirci verso altre realtà, altri punti di vista. Il nostro è un quartiere variegato, multietnico, con grande calore umano”.

Un calore umano presente in molte associazioni no profit come la onlus “Casa della Giovane” che aiuta donne in difficoltà o “Naja in congedo” che accoglie veterani (e non) per organizzare numerose attività ricreative.
“Ponte Chiasso sa essere originale e vivace – racconta Livia con un sorriso – una volta una signora celebrò un finto funerale al Milan per celebrare lo scudetto del Napoli! E sono famose le prese in giro benevole che condividiamo reciprocamente con gli Svizzeri”.

Una ricchezza umana che merita di essere sostenuta. “Il degrado non solo allontana potenziali clienti – rimarca Livia – ma non ci permette di vivere bene. Ci sentiamo completamente abbandonati. Resistiamo perché abbiamo carattere e amiamo il nostro quartiere”. “La forza di volontà – conclude Burri – l’attaccamento al quartiere e alla clientela ci spingono a continuare. Capita spesso di chiudere ben oltre l’orario di chiusura perché magari capita una cliente che ha voglia di chiacchierare un po’ – continua sorridendo – lo faccio con gioia, il contatto umano è il lato positivo del mio lavoro. E del mio quartiere”.

Il pezzo che avete appena letto è pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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2 Commenti

  1. Titoli da “Bronx” : semplicemente commercianti che hanno cavalcato la tigre nei periodi d’oro ed ora non si sono adeguati ai cambiamenti e sopravvivono per gli svizzeri che hanno il cambio favorevole e sono troppo “cari” per gli italiani.

    1. Infatti…
      Non sarebbe stato meglio intervistare anche gente che a Ponte Chiasso ci abita ?
      Invece solo commercianti, che non mi pare siano granchè rappresentativi di chi ci abita e dei problemi che ciò comporti…

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