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Bocciofila, ira Fumagalli: “Rapinese ci manda via? Avevamo un accordo. Io chiamo Striscia, se vuole la guerra, facciamo la guerra”

Alza il telefono e chiama la redazione, è arrabbiatissimo. Parliamo del presidente della Bocciofila di via Balestra a Como, Renato Fumagalli. La vicenda è nota, il maxi restauro dell’intera area, tra mura, giardini e musei ha portato lo sfratto alla storica associazione dei Combattenti (e anche alle Associazioni d’Arma). Così da mesi la tensione tra il club e l’amministrazione Rapinese è sempre altissima (qui tutte le cronache).

Cosa succede dunque oggi? Spiega Fumagalli: “Ho appreso da Espansione Tv che il sindaco ha detto che il tempo è scaduto e dobbiamo andarcene. Ci mancherebbe i giornalisti fanno il loro lavoro, su questo niente da dire. Ma è giusto invece che Rapinese decida di farci sapere dai media una cosa del genere?”. Il primo cittadino infatti ha dichiarato a Etv in un articolo a firma di Silvia Legnani (qui integrale): “A oggi i soci della bocciofila non hanno più titolo di stare lì, non lasciare gli spazi liberi rappresenterebbe un problema per l’amministrazione. Dobbiamo iniziare la progettazione, entrare e cominciare a lavorare. Ho avuto molta tolleranza, ma adesso è finita”. La giunta peraltro ha recentemente approvato il documento di indirizzo che apre le porte al maxi restauro del compendio.

E’ vero però che prima o poi lo sfratto sarebbe diventato esecutivo. Si sapeva, no, presidente? “No, avevamo raggiunto un accordo quando ci siamo incontrati, il sindaco si era impegnato a lasciarci qui fino a quando la data di inizio dei lavori non fosse stata ufficiale, solo a quel punto noi saremmo usciti. Tutte cose che abbiamo messo nero su bianco in una lettera che lui ci ha chiesto di inviargli e così abbiamo fatto a inizio dicembre (qui il racconto dell’incontro)”.

Poi, evidenzia Fumagalli: “Nessuna risposta fino a qualche giorno fa quando l’ho incontrato per strada e mi ha detto di non aver ancora letto la missiva, ci aveva assicurato che avrebbe risposto in trenta giorni. Forse se l’è presa dopo la nostra ultima assemblea”. Fumagalli fa riferimento allo scorso 22 gennaio quando i soci lo hanno eletto presidente (prima era vice), in quell’occasione in effetti usò parole forti, questo l’articolo: “Caso Bocciofila, Fumagalli eletto presidente chiarisce subito: “Noi non ci muoviamo”. Nel nuovo Consiglio anche l’ex candidato sindaco, i nomi“.

Tornando a oggi, sottolinea ancora: “Noi non sappiamo niente, non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali, apprendiamo le ultime novità a mezzo stampa. Ma non era proprio il sindaco a invitare i cittadini al confronto diretto con l’amministrazione prima di rivolgersi ai giornalisti? E poi fa il contrario”. Adesso cosa succede? “Io chiamo Striscia la Notizia, lui faccia quello che vuole. Se vuole la guerra, facciamo la guerra. Ha detto che il suo telefono è sempre acceso, ma lo chiamo per cosa? Per salutarlo? Così non va bene, per niente, si è impegnato e adesso fa così, non è qualificabile”.

AGGIORNAMENTO:

Como, ecco il documento del Comune che condanna la storica Bocciofila: “Va demolita, è compromessa”

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5 Commenti

  1. Tono inaccettabile per una questione marginale, poi. Ci si meraviglia che i conflitti nel mondo non si plachino… questo è l’esempio nel “picciuolo e particulare” nostrano.

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