Se ne parla seriamente in Svizzera. da più parti oltreconfine si discute l’ipotesi di dare asilo ai disertori russi che si oppongono alla guerra in Ucraina. Un appello negli ultimi giorni è stato lanciato al parlamento e al Consiglio federale. A lanciare l’inziativa è stata l’associazione Campax che ha spiegato come la Svizzera dovrebbe accogliere la proposta “per contribuire a fermare la macchina da guerra russa che da due mesi semina morte e distruzione in Ucraina e costringe milioni di ucraini a fuggire dal loro paese”.
Tra i primi firmatari dell’inziativa, spiega Swissinfo, ci sono i co-presidenti del PS Mattea Meyer e Cédric Wermuth, la consigliera di Stato Lisa Mazzone (Verdi/GE) e il suo collega Carlo Sommaruga (PS/GE). L’appello sarà consegnato alle autorità quando diverse migliaia di persone lo avranno firmato.
La petizione chiede che il diritto d’asilo sia concesso a tutti i disertori russi e a ogni giovane russo che rifiuta la coscrizione e a ogni persona che vive in Russia e che, a causa delle sue opinioni sulla guerra, rischia la repressione e la prigione. L’idea è di incoraggiare la disobbedienza di fronte a un “governo ingiusto”.
Un accoglimento dell’appello però prevederebbe una modifica dello Statuto di Protezione S che in Svizzera “garantisce il diritto di soggiorno, di alloggio, di assistenza, di accesso alle cure mediche e di scolarizzazione dei bambini. Lo statuto ha validità di un anno, estendibile fino a 5, e permette il ricongiungimento famigliare e di recarsi all’estero e tornare in Svizzera senza autorizzazione di viaggio. I titolari dello statuto di protezione S possono inoltre, senza termine d’attesa, esercitare un’attività lucrativa (anche indipendente)”.
David Keller, capo dello stato maggiore di crisi alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), ha precisato ai media che al momento lo Statuto è riservato a quanti vivevano in Ucraina prima del conflitto. Una modifica sarebbe quindi un atto politico.