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Quadri (Lega Ticinesi) sbraita, il Governo svizzero lo tacita: “Più frontalieri, sempre meno disoccupazione”

Contingentare il numero dei frontalieri. Non è la prima volta che sulla linea di confine si sente questa proposta. Come già accaduto in passato, tra i principali artefici di azioni per cercare di bloccare quella che viene definita “l’invasione da sud causata dalla devastante libera circolazione delle persone che ha fatto esplodere il numero di frontalieri”, c’è la Lega dei Ticinesi e in particolare Lorenzo Quadri.

A lui infatti è dovuta una nuova interpellanza. Questa volta però il punto di partenza è nuovo, ovvero quello di una collaborazione con l’Italia. “Nell’ultimo trimestre si è registrato un ulteriore aumento. Ormai i frontalieri sono 75mila. E stiamo parlando solo di quelli dichiarati. È evidente che una cifra del genere, in un Cantone con 350mila abitanti non risponde ad alcuna necessità dell’economia. Ed infatti la crescita è avvenuta soprattutto nel terziario. Questo comporta, è ovvio, soppiantamento dei lavoratori indigeni e dumping salariale”, spiega Quadri che poi punta su un aspetto nuovo. “Il fatto (relativamente) nuovo è questo – dice – i politicanti della fascia di confine del Belpaese cominciano a dichiarare pubblicamente che gli eccessi di frontalierato sono un problema anche per loro dove si assiste alla fuga di cervelli e alla deindustrializzazione”.

Ecco allora che questa volta “visto che l’esplosione incontrollata del frontalierato è un problema condiviso tra la fascia di confine elvetica ed italica, la richiesta di introdurre dei contingenti sarebbe logica. Richiesta da portare avanti in modo congiunto da Svizzera ed Italia”. Questo ragionamento però non ha trovato risposta positiva da parte del Governo Federale che nelle ultime ore ha risposto con – secondo Quadri – “delle argomentazioni allucinanti”.

Ecco le motivazioni; “La libera circolazione delle persone favorisce la crescita economica soprattutto nelle regioni di confine. Esiste un nesso chiaro tra l’immigrazione di manodopera e l’andamento congiunturale, che contribuisce al mantenimento degli impieghi in Svizzera. Il numero di frontalieri, di nazionalità straniera o svizzera, è effettivamente aumentato in maniera costante dalla metà degli anni ’90. Questo vale in particolare per il Cantone del Ticino, dove questa evoluzione è stata di recente accompagnata da una crescita occupazionale superiore alla media. Vari indicatori suggeriscono che anche la popolazione locale ha potuto approfittare di questa dinamica. Nel corso degli ultimi dieci anni, il tasso di attività è infatti aumentato in Ticino mentre quello di disoccupazione è diminuito avvicinandosi alla media svizzera. La composizione strutturale dell’occupazione di frontalieri in Ticino presenta peraltro profili più diversificati che in altre regioni di confine”.

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