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Rebbio Solidale: “Quel no secco alla collaborazione. Minori stranieri, per il Comune un peso da scaricare”

A poche ore dal Natale, divampa la polemica dopo il no del Comune di Como al rinnovo dell’accordo con Rebbio Solidale – associazione che fa riferimento alla parrocchia di Rebbio e a don Giusto della Valle – per la gestione dei minori stranieri non accompagnati. Con una articolata nota che pubblichiamo integralmente di seguito, Rebbio Solidale puntualizza la sua posizione e non cela il rammarico per il diniego dell’amministrazione a proseguire la collaborazione.

Il Comune di Como, capoluogo di Provincia, ne ha in carico 330 circa. Dalla Parrocchia di Rebbio sono transitati, dall’estate 2022 ad oggi dicembre 2023, all’incirca 450 minori. Da Maggio 2023 l’organizzazione di volontariato Rebbio Solidale, nata in seno alla Parrocchia di Rebbio, ha stilato un protocollo col Comune di Como per la Pronta e Prima accoglienza di 8 minori, accordo che si conclude naturalmente il 31.12.2023. Nel novembre scorso abbiamo ripetutamente dato la nostra disponibilità al Comune per una proroga dell’accordo. La risposta è stata un tardo e secco “no”, rifacendosi ai cambiamenti legislativi nazionali che pare trasferiscano soprattutto alla Prefettura gli oneri dell’accoglienza; anche se al momento i decreti applicativi non sono ancora stati pubblicati e saggezza vorrebbe che ai minori, in questo momento transitorio, venisse assicurata continuità educativa. Parrebbe che per il nostro Comune il minore straniero non accompagnato sia considerato un peso e non una possibile risorsa per la comunità e si accolga quindi con sollievo sia il sopravvenire della maggiore età, sia il trasferimento dei compiti alla Prefettura.

Come Rebbio Solidale ODV e Parrocchia di Rebbio crediamo invece che il minore debba essere amato, educato, accompagnato più degli altri migranti poiché a 16/17 anni è molto facile perdersi, perché è l’età in cui si forma la propria identità. Ci sono poi i neomaggiorenni che si trovano in una situazione ancora più complicata se non hanno raggiunto ancora l’autonomia professionale ed abitativa. Crediamo che su questi ragazzi il Comune non abbia posto nessuna attenzione e costruito nessun progetto.

A oggi a Rebbio ospitiamo 27 neomaggiorenni e 26 minori di cui 6 nell’accordo con il Comune di Como. La questione di fondo riteniamo che sia: il minore straniero non accompagnato, il neomaggiorenne in uscita dal pronto intervento e/o dalle comunità per minori sono un peso da scaricare oppure delle persone a cui voler bene ed aiutare nella crescita globale?

Per fortuna a Como c’è chi sta lavorando in questa seconda prospettiva; associazioni e gruppi che seriamente si sono messi in rete, collaborando anche con associazioni di categoria (Confindustria in primis) e Centri di formazione Professionale.

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