Giorno memorabile sabato scorso, 14 ottobre, per la comunità parrocchiale Santi Ippolito e Cassiano di Olgiate Comasco per il tanto atteso arrivo da Monza dopo 77 anni dell’urna contenente il corpo di San Gerardo dei Tintori, scortato da Polizia Locale e Protezione Civile. Le reliquie del santo sono state accolte nella piazza antistante la chiesa a lui dedicata dove è stato preparato la processione e accompagnata dalle note suono del corpo musicale si è sviluppata lungo la via a lui dedicata, una strada principale, raggiungendo la chiesa madre di SS. Ippolito e Cassiano. Oltre mille persone hanno accompagnato festanti l’urna di san Gerardo, i bambini e ragazzi del catechismo con le loro famiglie, accanto a molti e molto variegati gruppi locali, il Gruppo Alpini, la Protezione Civile, Pubblica assistenza S.O.S, AVIS, il Dialogo, l’Auser, il gruppo Insieme, la Bocciofila Esperia, Agorà 97, il G.S.O. San Giovanni Bosco, Caritas, Si può fare e il gruppo Diaphos e da tanti fedeli. Aprivano la processione il parroco di Olgiate Comasco, don Flavio Crosta, con i vicari don Alberto Dolcini e don Francesco Orsi, e il parroco di San Gerardo al Corpo, don Massimo Gaio. Emozionato il primo cittadino olgiatese, Simone Moretti: «Un momento di grande spiritualità che ha riunito l’intera comunità». Erano presenti anche i primi cittadini dei comuni limitrofi. L’urna, giunta sulla piazza antistante la chiesa, dedicata a mons. Calori, ha fatto il suo ingresso nella chiesa parrocchiale tra due ali di folla sulle note del coro parrocchiale che ha condecorato la cerimonia religiosa.
Dopo il saluto di benvenuto di don Flavio Crosta, prevosto di Olgiate, mons. Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere dell’Accademia Pontificia ha dato lettura del messaggio che il Santo Padre ha inviato alla comunità in occasione dell’Anno Gerardiano e dei 100 anni della Dedicazione della parrocchiale SS. Ippolito e Cassiano. che si celebrerà il prossimo 5 gennaio 2024.
Quindi la santa messa presieduta da mons. Dario Edoardo Viganò con mons. Pier Emilio Salvadè, don Flavio Crosta e altri venti sacerdoti provenienti dalle parrocchie vicine.
Discorso del parroco all’accoglienza dell’urna
Benvenuto San Gerardo!
Sei tornato in mezzo al tuo popolo che, fedelmente, sin dal 1207 ha mantenuto vivo il voto fatto di renderti devozione. Siamo qui per chiederti il coraggio di essere santi come tu ci insegni.
In questo momento, grazie alla tua presenza in mezzo a noi, abbiamo la possibilità di rivivere le emozioni indimenticabili vissute dai nostri concittadini nel 1946, quando venisti accolto dal novello prevosto, mons. Anacleto Brachetti.
Oggi queste emozioni ritornano vive grazie all’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, che ha concesso la possibilità di averti ospite particolare nella nostra parrocchia per otto giorni, al parroco di Monza S. Gerardo, don Massimo Gaio, per la sua preziosa collaborazione e al nostro Vescovo, card. Oscar Cantoni, che, come amorevole padre della nostra Diocesi, ci ha illuminati e supportati nel perorare la causa della nostra comunità, ottenendo dalla Penitenzieria Vaticana l’Indulgenza plenaria che sarà acquisita da oggi fino al 28 gennaio 2024.
Caro San Gerardo, ti chiediamo che questi giorni che vivremo siano per tutti noi, dai più “grandi”, anziani e ammalati, fino ai più “piccoli”, bambini e giovani, momenti di perdono, di grazia e di fede. L’accoglienza a te riservata e la gioia di averti qui siano un segno tangibile del nostro riconoscimento.
Bentornato tra noi San Gerardo, che questo momento di condivisione sia per tutti noi occasione di riscoprirci Comunità che vive secondo il Vangelo nella vita di tutti i giorni.
È il grazie che porto a te, San Gerardo, anche da parte di chi non potrà venire qui a trovarti, ma ti porta sempre nel cuore.
Grazie e bentornato tra noi.
Lettera del Santo Padre
A seguire mons. Viganò ha dato lettura del messaggio inviato dal Santo Padre:
Cari amici della comunità dei Santi Ippolito e Cassiano di Olgiate Comasco,
il 14 ottobre di quest’anno date inizio alle celebrazioni per il centenario della consacrazione vostra della Chiesa parrocchiale.
La vostra comunità, già a partire dalla costruzione dell’edificio, esprime il forte legame che desiderate avere con la comunità dei santi. Infatti, la bella facciata della vostra Chiesa parrocchiale racchiude le nicchie che ospitano le statue dei santi Giovanni Battista, Ippolito, Cassiano e Antonio da Padova. Mentre internamente sono presenti gli affreschi di S. Giorgio, di S. Ilario di Poitiers, e l’effige della Madonna del Carmelo.
Accanto a questa testimonianza di legame con tanti santi, che coloro che vi hanno preceduto nella storia della fede cristiana hanno costruito e vi hanno consegnato, la vostra comunità ha una particolare devozione verso un santo laico: San Gerardo de’ Tintori. Egli, a metà del XII secolo, per assistere i poveri e gli ammalati della sua città natale di Monza, ha fondato l’ospedale che ancora oggi porta il suo nome.
Voi olgiatesi siete devoti, siete amici di San Gerardo, per la guarigione da una terribile malattia che falcidiava la popolazione. Il legame che le generazioni della vostra comunità ha con San Gerardo origini antichissime.
Ora, nel centenario della consacrazione della chiesa parrocchiale, dopo gli anni della pandemia, la comunità accoglie nuovamente l’urna di San Gerardo, dando modo, a tanti fedeli della diocesi di Como e di Milano che in questi anni non hanno potuto recarsi in pellegrinaggio a Monza, di approfondire la conoscenza di Gerardo, un santo in uscita, e di vivere dei giorni intensi di preghiera.
Questa vostra amicizia con i santi, e il legame particolare con San Gerardo, mi permette di ricordare quanto già dicevo durante una catechesi e che affido alla vostra riflessione: «I santi sono amici con cui molto spesso intessiamo rapporti di amicizia. E sempre grazie alla comunione dei santi che sentiamo vicini a noi i Santi e le Sante che sono nostri patroni, per il nome che portiamo, per esempio, per la Chiesa a cui apparteniamo, per il luogo dove abitiamo, e così via, anche per una devozione personale. Ed è questa la fiducia che deve sempre animarci nel rivolgerci a loro nei momenti decisivi della nostra vita. Non è una cosa magica, non è una superstizione, la devozione ai santi; è semplicemente parlare con un fratello, una sorella che è davanti a Dio, che ha percorso una vita giusta, una vita santa, una vita esemplare, e adesso è davanti a Dio. E io parlo con questo fratello, con questa sorella e chiedo la sua intercessione per i miei bisogni» (Udienza generale, 2 febbraio 2022).
L’omelia di mons. Viganò
Mons. Viganò nella sua omelia ha commentato il vangelo della domenica cucendo l’opera del santo laico monzese a Cristo.
Il Vangelo di oggi ricorda che oltre ad accogliere l’invito al banchetto del Re, è necessario avere anche il vestito della festa. Infatti, il vestito dice come ci si situi nel mondo e avere il vestito della festa significa appartenere alla festa. Uno però non ha il vestito, è entrato ma mantenendo la sua mentalità naturale. Non è entrato con il cuore, non ha compiuto una conversione. Noi ricordiamo San Paolo che dice: “Infatti vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti”. E la sposa del banchetto è l’umanità. Ricorda l’Apocalisse: “la sua sposa è pronta: le fu data una veste di lino puro e splendente. La veste di lino sono le opere giuste dei santi”
Le opere giuste dei santi quali sono? Quelle che manifestano lo sposo, cioè il Figlio. Appunto come san Gerardo dei Tintori che è stato nella sua vita la manifestazione di Cristo.
Un commento
Ottimo servizio ! Buon lavoro e buona giornata .