I servizi supplementari di pulizia del centro città messi in campo domenica dalla nuova amministrazione Rapinese si sono rivelati decisamente efficaci (anche contro i tuffi proibiti alla foce del Cosia).
Ieri, infatti, a differenza di moltissime altre giornate turistico-festive del passato, le zone calde di Como non hanno visto la solita cascata di rifiuti traboccanti attorno a cestini e bidoni, come abbiamo dato conto con l’articolo qui sotto.
Poco si può fare nonostante gli sforzi del Comune, però, quando l’inciviltà di chi frequenta piazze, giardini e parchi non conosce limiti.
E’ il caso ad esempio di quanto ci viene documentato questa mattina dal Parco Negretti di Rebbio e poi ancora in una zona leggermente defilata dal centro, ossia via Sant’Abbondio.
Nel primo caso, le foto che vedete di seguito sono eloquenti: probabilmente non sarebbe bastato nemmeno triplicare le operazioni di pulizia per gestire quanto lasciato dai frequentatori.
C’era di tutto stamani al Parco Negretti, a partire da rifiuti ammucchiati a montagne sui cestini o appesi alla bell’e meglio.
Spazzatura inevitabilmente a terra e nei ditorni.
Persino un carrello della spesa abbandonato faceva la sua “bella figura”, mentre in un’altra area del parco un grande elettrodomestico giaceva in mezzo all’erba.
E poi ancora, resti di piastrelle o simili, e un bidone, abbandonati in angoli un po’ più riparati.
Diverso, come si accennava, il caso di via Sant’Abbondio.
In questo caso, il problema segnalato alla redazione riguarda i cestini dei rifiuti rimasti stracolmi per tutto il fine settimana.
Anche qui, le immagini sono eloquenti ma testimoniano – oltre, forse, all’esigenza di controlli più frequenti – anche la presenza di sacchetti pienissimi, certamente non adatti a essere stipati nei cestini dei rifiuti urbani. Problema dunque di chi utilizza così i contenitori, più che del servizio in sé.
Da quanto è possibile apprendere, l’ultimo passaggio di raccolta nella zona risale a venerdì scorso. Ma nel frattempo, durante il fine settimana, i contenitori si sono rapidamente riempiti e così si sono presentati questa mattina fino a quando gli addetti di Aprica non sono passati a svuotare e ripulire tutto.
6 Commenti
Saranno 5 anni di guerriglia…😂😂😂😂😂
Credo che i costi siano ben superiori rispetto a quelli da lei descritto.
Vi faccio un altro esempio di periferia: via Roncoroni, sotto la chiesa di Sant’Antonio, ci sono delle “persone” che si ubriacano sulle panchine e nonostante il passaggio dell’operatore ecologico lasciano vetri e lattine nel prato perché hanno strariempito l’unico cestino dei rifiuti vicino alla fermata bus in via del Lavoro. Inoltre c’è una defecazione umana che giace sul marciapiede da almeno 2 mesi nella zona dove parcheggio l’auto io, dietro le siepi..
Molto interessante l’osservazione di Matteo Introzzi. Rispettando i parametri dell’ISPRA a Como dovrebbero esserci dai 1275 ai 2550 cestini. Considerando che i luoghi frequentati dai turisti sono in convalle e non nelle frazioni, è ipotizzabile che a Como servano ca 2.000 cestini. Ipotizziamo una frequenza media di raccolta di 1,5, si dovrebbero organizzare circa 3000 operazioni di svuotamento al giorno. Se ogni operatore svuota mediamente 10cestini all’ora (compreso degli spostamenti), servirebbero circa 300ore di lavoro al giorno per 30gg al mese, cioè circa 9.000ore. Consideriamo lo standard di 160 ore lavorate al mese; servirebbero c.a. 56 operatori in servizio aggiunti i responsabili arrotondiamo a 60operatori. Calcolando il costo del lavoro (non lo stipendio) sia di c.a. 50k l’uno, il costo annuo del lavoro per il servizio di svuotamento costerebbe alle casse del comune c.a. 3 milioni di euro. Se si aggiungono i costi di servizio (mezzi, attrezzi ecc), il costo stimato potrebbe arrivare a c.a. 3,5milioni di euro. Sono stime e possono essere assolutamente riviste con dati più precisi. In ogni caso è un’ipotesi di costo plausibile anche se non accurata. Considerando 85.000 abitanti il costo sarebbe di circa 40euro a testa (famiglia di 4persone 160euro all’anno). Bravissimo il Sindaco Rapinese e l’Assessore all’Ambiente ad attivare il servizio, mi auguro che siano altrettanto bravi a far sì che categorie che hanno grandi guadagni dalle consumazioni dei turisti, per intendersi la coppetta gelato finisce nel cestino, paghino molto di più dei cittadini per i quali i turisti non portano guadagni……..neanche con l’indotto. L’abitudine a socializzare i costi e privatizzare i ricavi è è una cattiva abitudine quanto la sporcizia per strada. 😊
Una ormai datata (2002) pubblicazione dell’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (all’epoca ANPA ora ISPRA) definiva alcuni standard per i servizi di igiene urbana.
Tra questi il numero di cestini gettacarte e la frequenza ottimale di svuotamento.
Il numero ottimale sarebbe 300 ogni 10.000 abitanti (con un minimo di 150 ogni 10.000 abitatati) e la frequenza di svuotamento nelle zone delle città ad afflusso turistico o densamente abitate 2 volte al giorno compresi i festivi con un minimo di 1 volta al giorno.
Siamo sicuri che la rete e la raccolta sia sufficientemente dimensionata per la Como di oggi?
Parallelamente bisogna spingere per l’educazione e la formazione a partire dalle scuole che la possano portate nelle famiglie, sia nella gestione dei piccoli rifiuti prodotti sia a chi affidare i vecchi elettrodomestici usati, che non ci arrivano da soli nei parchi e nei boschi ma ci arrivano per mano di chi lavora fuori da qualsiasi regola e quindi non ha accesso ai centri autorizzati al conferimento.
Il Sindaco Alessandro Rapinese ha più volte dichiarato che avrebbe bloccato il bando di affidamento del servizio di raccolta rifiuti, la gara è in corso … non so se tecnicamente si possa ancora intervenire a livello amministrativo/burocratico … ma se quanto ha promesso è realizzabile il mio consiglio è che non faccia passare troppo tempo, prima che sia troppo tardi.
Diamo tempo al tempo: san Rapi e san Lombardi arriveranno anche qui…