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Rissa al Bassone, Molteni (Lega): “17 agenti aggrediti da ottobre a oggi, ora taser e body cam per la Polizia penitenziaria”

“La mia personale solidarietà e vicinanza all’agente della Polizia Penitenziaria del carcere di Como, aggredito qualche giorno fa durante una colluttazione tra detenuti. Da ottobre ad oggi ben 17 sono gli agenti di Polizia penitenziaria dell’istituto comasco sottoposti ad aggressioni e violenze. Numeri elevati e inaccettabili che vanno condannati con assoluta fermezza e confermano le importanti criticità del carcere di Como, che ho segnalato al Ministero della Giustizia”. Così in una nota il deputato della Lega e sottosegretario all’Interno Nicola Molteni.

“Garantire la sicurezza dei nostri agenti di Polizia è un dovere verso chi con sacrificio e senso dello Stato garantisce sicurezza e legalità. Con la Legge di bilancio, appena approvata, abbiamo introdotto importanti risorse per nuove assunzioni straordinarie, tutele legali e previdenziali, anche a beneficio della Polizia penitenziaria, ma bisogna continuare a investire nella sicurezza.
A breve verrà introdotto per Polizia e Carabinieri il Taser come strumento di difesa per gli operatori di sicurezza. Bisogna lavorare affinché questo dispositivo a impulsi elettrici, con le relative body cam, vengano adottati anche per gli uomini e le donne della PolPen”, conclude.

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2 Commenti

  1. Mi ero fatto l’ idea che il compito di un esponente del governo 8per di più sottosegretario al’ interno) dovesse operare per far funzionare la macchina statele al meglio , non esprime solidarietà. Ma forse mi sbaglio, sono rimasto a categorie antiche, ormai superate, per i ruoli nella società!

  2. Le carceri, leggendo l’ultimo rapporto Dis al Parlamento 01/03/2021 sono un vulcano sempre pronto ad esplodere. La Polizia Penitenziaria sta utilizzando le sue risorse umane oltre il limite del consentito. Giusto fornire il personale di giubbotti rinforzati, taser, bodycam, spray al peperoncino ect.
    Ho suggerito, purtroppo inascoltato, di utilizzare per impegno non diretto con le persone detenute militari con alta specializzazione rientrati dalle “missioni internazionali di pace” in attesa che i vari concorsi banditi vengano portati a termine.

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