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Roberta Caprani: “Como coccoli i visitatori con sorrisi e accoglienza, non pensando solo alla cassa”

Como e il turismo, croce e delizia. Mai accostamento fu più azzeccato. Soprattutto in questa stagione al via che si preannuncia ancora più densa, rispetto al passato, di turisti e di polemiche. Da un lato l’imminente regolamentazione al traffico sulla Statale Regina che sta già portando infinite discussioni tra chi sul ramo occidentale del lago vive e ci lavora, e dall’altro i numeri sempre in crescita dei visitatori in arrivo, impongono delle riflessioni sul fenomeno. A farle è Roberta Caprani, una delle guide turistiche storiche di Como, da oltre 30 anni nel settore. La sua analisi parte però da un principio di base fondamentale ovvero “dall’amore incondizionato per Como e per il nostro bellissimo territorio”.

“Abbiamo la fortuna di lavorare e vivere in un posto meraviglioso che sempre più persone desiderano vedere, avendone tutto il diritto – dice – Ciò che è però altresì vitale per noi, come categoria, e per il nostro lago, è che ci sia innanzitutto un gioco di squadra tra tutti i soggetti interessati che a mio avviso manca, oltre a una maggiore apertura mentale e al fatto che latitano anche dei servizi basilari”.

Inevitabile domandarle da dove si dovrebbe partire. “Dal sorriso. Dall’accoglienza e dall’atteggiamento positivo degli addetti, sia che il turista compri, ad esempio, una bottiglietta d’acqua sia che spenda molto di più. Senza voler assolutamente fare polemica a me sembra che manchi a Como e nel nostro territorio, non in tutto il territorio naturalmente, uno spirito d’accoglienza che faccia sentire il turista coccolato. Non si deve guardare solo a quanto velocemente si riempie il cassetto, altrimenti si rischia di perderlo il visitatore”.

E per ribadire il concetto arriva un caso tipico: “Io tratto con molti turisti americani. Molti di loro vanno a visitare la Toscana che offre paesaggi e luoghi incantevoli. Così come altrettanto incantevoli sono la nostra città e il nostro lago. Ma ciò che alla fine della vacanza i turisti conservano maggiormente nei ricordi sono ovviamente le bellezze scoperte ma soprattutto l’accoglienza ricevuta, l’ospitalità, le accortezze, le coccole”, sottolinea Roberta che poi non può non sottolineare come sia altresì indispensabile – per fare in modo che il gioco di squadra invocato funzioni – che esistano servizi adeguati. “Parcheggi, bagni pubblici, pulizia – elenca – manca la cultura del turismo ma Como è una città turistica, questo mi sembra uno dei pochi concetti chiari. Bisogna intervenire anche perché nelle altre città con la stessa vocazione ci sono problemi simili. Non siamo i soli in questo stato, dunque bisogna fare squadra e agire, presto. Visto che si sapeva da tempo dell’esplosione del fenomeno a Como e ci si è forse fatti trovare impreparati”. Un ultimo passaggio riguarda l’imminente ordinanza per circoscrivere il caos viabilistico sulla Regina.

Como affollamenti, barche battelli, navigazione Lago di COmo, turisti

“Non entro nel merito tecnico delle decisioni prese dai tavoli istituzionali. Mi limito però a dire che forse tutti i soggetti coinvolti nel settore, guide comprese, avrebbero dovuto lavorare e ragionare insieme sul problema. Detto questo limitare il transito dando così poco preavviso creerà problemi. Bloccare i tir di giorno anche. Far fare molti chilometri in più ai bus turistici avrà pesanti ricadute e, anzi, le sta già avendo. Mi chiamano da tutta Italia agenzie per capire cosa stia succedendo. E alla fine poi in molti decideranno di puntare altrove con inevitabili ricadute negative per il nostro territorio”. Anche su questo tema arriva un suggerimento, frutto dell’osservazione diretta di quanto sta già accadendo sulla Regina.

“Proprio nei giorni passati, mentre ero in giro con dei croceristi, ho visto, a Cadenabbia, una quantità impressionate di bus e mezzi pesanti e ho potuto osservare lo splendido lavoro fatto dai movieri (già in servizio). Penso che forse se si trovasse il modo di averli in pianta stabile, fino alla risoluzione del problema, sarebbe un enorme vantaggio. Ho constatato con i miei occhi come funzioni il loro lavoro”. La conclusione di Caprani, da sempre nel settore avendo cominciato a lavorare prima negli uffici di informazione turistica e poi nel ramo delle guide, è chiara. “Pianificazione e gioco di squadra per consentire a tutti di godere della bellezza del lago. Agire prima di farci travolgere dall’ondata inarrestabile”.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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15 Commenti

  1. Guarda che il comune gia prende vagonate di soldi con la tassa di soggiorno che potrebbe fare le strade d oro!!! Facile fare le crociate contro i turisti ma poi incassare.

  2. Si da il caso che il comune guadagna con la tassa di soggiorno molti soldi e questi devono essere destinati anche ad accogliere meglio i turisti !!!

  3. Gentile Signora Caprani purtroppo Como è passata dall’essere una città morta all’essere una città in cui tutti sono diventati ristoratori, albergatori, esperti dell’ accoglienza. Ma la città rimane morta culturalmente e poco ospitale…senza parlare dei prezzi proibitivi non proporzionali all’ offerta. Concordo con chi ha detto che nessuno pensa alla sanità. Ho un’ amico che per fare la strada che da Argegno lo porta 3 volte a settimana a fare dialisi a Menaggio in questi giorni ci mette anche un’ ora. È inaccettabile . È inaccettabile che un’ ospedale come Menaggio stia pian piano chiudendo i battenti….nulla contro il turismo ma è diventato impossibile muoversi, non solo per piacere, ma soprattutto per necessità

    1. Sig.ra Simona, trovo il suo commento equilibrato e ragionevole.

      Mi permetto solo di indicarle che non deve sentirsi in obbligo di esporre l’usuale formula del “non ho nulla contro il turismo” per legittimare il suo pensiero.
      Dico ciò perché oggidì è il concetto stesso di “turismo” a dover esser messo in discussione, ripensando il significato di un termine che ormai ha assunto connotati maggiormente negativi.

      Patente il diritto di ciascuno di muoversi liberamente sul territorio per osservare dal vivo le bellezze del nostro Paese, ma è necessario pensare ad un nuovo agire rispettoso, e non più predatorio, da parte dei visitatori così come dai fornitori di servizi.
      Bisognerebbe in sostanza visitare in punta di piedi, con intelligenza e rispetto, integrandosi (per quanto possibile) nel tessuto sociale che va ospitandoci.

      Purtroppo la cultura auto-centrica ha contribuito, nei decenni, al degrado di intere periferie, dissolvendo tessuti sociali e rendendo quais superfluo curare il mantenimento del proprio quartiere; se con la macchina ho la possibilità di spostarmi nei fine settimana per andare a immergermi nel bello perché faticare per render più bello appunto il luogo nel quale vivo la quotidianità?

      Scrivo tutto ciò che affermare che la questione del sovraffollamento turistico ha radici profonde, legate al nostro modello di società, al nostro modo di vivere e concepire il presente. FIntanto che non muteranno i modelli continueremo ad assistere a invasioni di persone di ogni estrazione sociale che, in modo del tutto legittimo, cercheranno la loro boccata di bello in quelle poche ore di libertà che l’esistenza concede loro.

    2. Se hai chiesto così tante volte e non hai ricevuto una risposta, vuol dire che la strategia NON C’È, oppure C’È, ed è questa, molto
      Semplice: turismo=soldi > +turismo=+soldi.

      Poi forse c’è anche una strategia italiana che funziona sempre, non solo per il turismo: il potere è mio amico, quindi se il potente chiede +turismo, vuol dire che il potente ha sempre ragione.

      I residenti non contano, anzi: se diminuisce la popolazione, se diminuiscono le persone che votano è meglio: più posto per i turisti e più soldi a poche persone.
      È così difficile? Sbaglio?

      Le persone si giudicano dalle piccole azioni quotidiane: una delle prime azioni del nuovo sindaco è stato mettere gazebo e ventilatori per i turisti. Non ha lavorato subito su ambulanze e scuole.

  4. Cara Roberta Caprani la vedo dura, Comaschi e turisti non hanno mai legato molto. È come pretendere di trasformare un fico d’india in una rosa.

  5. Ho chiesto così tante volte senza una risposta. Esiste una strategia turistica per il Lago di Como? In caso contrario, perché e chi è responsabile dello sviluppo di uno?

    Ho concordato con i commenti degli autori fino al punto riguardante Regina. La vita dei residenti è più preziosa del turismo. L’accesso dei veicoli di emergenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7 è essenziale e la priorità numero uno. Dovresti dire agli operatori turistici questo semplice fatto quando ti chiedono qual è il problema.

    1. Forse ti sfugge che la sig.ra Caprani è a tutti gli effetti un “operatore turistico” e pertanto è parte in causa. Dalla parte dei turisti ovviamente, non dalla parte dei residenti…

  6. “[non-tu-ri-smo] s. m.: particolare attitudine dei nonturisti e della comunità accogliente che porta i primi a cercare una relazione intima e autentica con un territorio, seguendo i percorsi e le deviazioni disegnate dagli abitanti, e la seconda a riscoprirsi e ricostruirsi nella propria unicità.”

  7. E a noi cittadini che non viviamo di turismo cosa rimane? Caos, prezzi alle stelle, traffico, città che si spopola, servizi scadenti. Si a un turismo limitato,di classe, e che crea benessere per tutti.No all’invasione che arricchisce solo gli albergatori e gli affitta camere in nero.
    Sindaco, aumenta subito la tassa di soggiorno.

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