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San Francesco, blitz della polizia: quattro irregolari denunciati, rimpatrio per un quinto

Nella mattinata di oggi la Polizia di Stato e Polizia Locale di Como, hanno eseguito un censimento per l’identificazione dei senzatetto che abitualmente dormono sotto i portici dell’ex Chiesa di San Francesco. Obiettivo era anche accertare, con riferimento ai cittadini stranieri, la loro posizione sul territorio nazionale.

Al momento dell’arrivo delle Forze di Polizia in Largo Spallino i portici erano occupati da dieci persone; di questi, tre, tra cui un cittadino italiano, un russo e un togolese, sono stati
identificati sul posto in quanto in possesso dei documenti e regolari sul territorio nazionale; gli altri sette sono stati accompagnati in Questura per gli accertamenti di rito.

In Questura, grazie alle impronte, due cittadini somali, inizialmente privi dei documenti, sono risultati in regola con le norme sul soggiorno in quanto richiedenti protezione internazionale, mentre gli altri 5 cittadini stranieri sono risultati tutti noti.

Quattro di essi, con qualche precedente di polizia di lieve entità, già trattati in precedenza dall’Ufficio Immigrazione della Questura che aveva accertato l’irregolarità sul territorio nazionale e aveva emesso provvedimenti di espulsione, sono stati denunciati e a loro carico è stato emesso un nuovo Ordine a lasciare il territorio nazionale.

Per questi ultimi, non in possesso di idonei titoli di viaggio, erano state anche avviate le procedure di identificazione presso le rispettive rappresentanze diplomatiche e si è in attesa del rilascio dei
lasciapassare.

Il quinto, un cittadino del Ghana, con a carico precedenti anche per atti osceni in luogo pubblico, sarà accompagnato nella giornata di domani presso il Centro di Permanenza di Bari per il Rimpatrio.

 

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2 Commenti

  1. Non è un titolo giuridico che determina la dignità delle persone. La vicenda di San Francesco è indegna di una comunità che si voglia definire civile,inclusiva, accogliente. Auspicando che il reato di clandestinità venga al più presto abrogato,come da delega in parlamento giacente fin dal 2014.

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