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Caro carburanti, sciopero benzinai 25 e 26 gennaio. Maroni: “Categoria onesta, non di delinquenti”

Ora è ufficiale, il 25 e 26 gennaio sarà sciopero dei benzinai. Il ripristino delle accise e l’impennata dei prezzi che tante polemiche stanno causando, hanno portato a questa decisione. E in provincia di Como, con la Svizzera che è tornata ad attrarre, come in passato, gli automobilisti, l’emergenza è forse ancora più sentita. I benzinai hanno deciso e rivendicano con forza la scelta. “Vogliamo dare un segnale chiaro, non siamo dei delinquenti. Le persone a volte hanno un giudizio errato”, interviene Daniela Maroni, vicepresidente Figisc gestori impianti di carburante.

Un concetto ben evidenziato dalle sigle sindacali Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio che nel proclamare, proprio pochi minuti fa la chiusura su tutta la rete, sottolinenao come sia una scelta dettata dal voler “porre fine a questa ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori e per cercare di ristabilire la verità”. Anche perché pur “capendo la condizione difficile in cui si trovano i cittadini, schiacciati e gravati da mille spese, vorrei ricordare che il prezzo alla pompa non è deciso da noi ma dalle compagnie. E inoltre il nostro margine lordo è di 30 euro ogni mille litri. Decisivo è vigilare e intervenire in quelle situazioni di violazione delle norme che non sono però della categoria ma magari di singoli. Le differenze tra vari marchi ci sono sempre state come adesso. Ovvio che il ripristino delle accise ha creato problemi e una percezione aumentata di una realtà che ha sempre avuto oscillazioni di prezzo, oscillazioni, lo ripeto, su cui noi non possiamo intervenire”, aggiunge Daniela Maroni.

Inevitabile in tale contesto tornare a parlare della carta sconto benzina, attualmente sospesa. “L’ultimo monitoraggio utile a verificare la differenza di prezzo tra Italia e Svizzera e utile, laddove tale differenza superasse i 5 centesimi, a far scattere la carta sconto, è stato effettuato a fine anno quando ancora conveniva rifornirsi in Italia. Adesso si dovrà aspettare marzo per la nuova rilevazione che viene eseguita trimestralmente”, spiega Maroni. Intervenire prima, laddove il divario dovesse essere netto e continuo a favore della Svizzera “sarebbe molto complicato perché dovrebbe prevedere, innanzitutto un intervento da parte dell’ambasciata italiana”.

Infine facendo riferimento alla rete delle pompe bianche che riescono a praticare in certi casi prezzi migliori rispetto alla rete normale “è perché siamo nel libero mercato. Queste stazioni si riforniscono di carburante dove meglio credono e dove, giornalmente, vedono essere più conveniente per poi rivenderlo a prezzi minori. Si tratta del libero mercato anche se magari spesso fanno sconti minimi, anche solo un centesimo, rispetto agli altri. Inoltre questa rete, va detto, arriva ad avere un margine lordo su mille litri tra 280 e 300 euro. Anche se però poi lo sconto non è magari altrettanto ampio”, conclude Daniela Maroni.

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