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Scontro sul confine: “Diritti violati? Revochiamo i permessi ai frontalieri”, “A ognuno la Lega che si merita”

Ufis, l’unione frontalieri in Svizzera, ormai da settembre è attiva quale nuovo soggetto che si interessa delle diverse problematiche di quanti lavorano oltreconfine. L’associazione ha infatti presentato numerose  proposte e richieste di chiarimenti sui temi più caldi che caratterizzano questi ultimi mesi.

E l’ultimo in ordine di tempo, ovvero  l’esposto ufficiale all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) per denunciare le violazioni delle Convenzioni internazionali sul lavoro e dei diritti fondamentali dei lavoratori frontalieri commesse dalla Repubblica Italiana e dal Canton Ticino e la necessità di un monitoraggio sui governi, ha scatenato una secca reazione da oltreconfine.

Ad attaccare l’iniziativa è l’esponente della Lega dei ticinesi Lorenzo Quadri che riferendosi a Lisa Molteni, presidente di Ufis ha dichiarato: “Monitoraggio formale sui due governi? Ma questa da dove salta fuori? E noi chiediamo il ritiro di tutti i permessi G nel settore terziario, dal momento che non rispondono a nessuna esigenza del mercato del lavoro ticinese”.

E in aggiunta, a commento del pezzo pubblicato sul nostro sito sul record del franco sull’euro, e gli stipendi sempre più ricchi dei frontalieri, ha sostenuto: “Sono quelli che scrivono alla fallita UE e all’Organizzazione internazionale del lavoro sostenendo che sono discriminati e che i loro diritti vengono violati”.

Pronta la replica del presidente di UFIS: ” Caro Lorenzo Quadri questa “cosa che salta fuori” ha un nome preciso: si chiama rispetto istituzionale tra due Governi. Chi rappresenta lavoratori e famiglie ha il diritto – anzi il dovere – di segnalare quando accordi e norme vengono disattesi. Tu chiedi il ritiro dei permessi G nel terziario: legittimo, ma almeno chiamiamole col loro nome: sono scelte politiche, non esigenze del mercato. Noi difendiamo i diritti dei lavoratori con gli strumenti previsti dagli accordi internazionali. Altri preferiscono gli slogan. E ognuno ha la Lega che si merita”.

 

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