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Scuole, le chiusure di Rapinese colpiscono i quartieri di Como: “Ma i bambini non sono bestie da spostare”

Il tema delle scuole continua a scaldare il dibattito cittadino. Dopo la decisione del sindaco Alessandro Rapinese di chiudere alcuni plessi, tra cui la scuola primaria di Ponte Chiasso, interviene con dure parole Vittorio Mottola, ex consigliere comunale e volto noto del quartiere e da sempre attento alle sue problematiche.

“Io mi interesso del quartiere e continuerò a farlo finché avrò le forze – afferma Mottola – La chiusura della scuola di Ponte Chiasso è un colpo durissimo: ogni bambino ha diritto di crescere in un ambiente salubre e sicuro, non in una struttura abbandonata a se stessa”.

Mottola racconta di aver effettuato un sopralluogo: “Ci sono buche pericolose in cui si rischia di cadere, alberi che ostruiscono l’ingresso e persino le finestre, piante del giardino non curate, erba alta dove chiunque può intrufolarsi. Quando cadranno le foglie, i vetri saranno completamente coperti, senza possibilità di aprire le finestre. E intanto le zanzare proliferano ovunque. Non siamo nel Terzo mondo, ma in una città turistica. È inaccettabile che i bambini debbano frequentare la scuola in queste condizioni”.

“Non si può giocare così sulla pelle delle famiglie”

L’accusa si allarga alle scelte complessive del sindaco in tema di edilizia scolastica: “Ha tolto il codice identificativo della scuola dell’infanzia di via Don Luigi Monza, per questioni di agibilità, e poi trasferisce classi di Monte Olimpino a Ponte Chiasso. Ma allora, come si fa a mandare lì i bambini? Non si può giocare così sulla pelle delle famiglie”.

Mottola denuncia anche promesse mancate: “La scuola di via Carlo Amoretti non è mai stata sistemata, nonostante fossero già stati annunciati fondi e lavori. Sono due anni che ci viene detto che inizieranno gli interventi, ma non si è mosso nulla. Intanto le scuole vengono svuotate una dopo l’altra”.

“Se le scuole spariscono, le famiglie se ne vanno altrove”

Secondo Mottola, le chiusure progressive stanno svuotando i quartieri: “Rapinese non capisce che allontanando le scuole allontana anche i cittadini. I bambini non sono bestie da trasportare senza tener conto delle famiglie. Se le scuole spariscono, le famiglie se ne vanno altrove. E intanto il traffico cresce perché i genitori sono costretti a spostarsi ogni mattina per accompagnare i figli lontano da casa”.

Un quadro che, a suo dire, rischia di minare anche la coesione sociale: “La città si sta spopolando per lasciar spazio solo ai commercianti. E’ chiusa la media di Sagnino, dove entrano spesso persone a dormire e, di tanto in tanto, si verificano anche piccoli incendi. Così si disgrega la sicurezza e il tessuto dei quartieri. In periferia non restano più agenzie educative né associazioni: viene smantellato tutto”.

“Non possiamo più sopportare questa situazione”

La critica è senza sconti: “Il sindaco pensa solo agli autosili e alle sue opere, ma non ascolta la voce dei cittadini. Qui invece servono scuole sicure, ambienti salubri, politiche che sostengano le famiglie. Giustifica le sue azioni con l’inverno demografico, ma in realtà non ha messo in campo alcuna misura per sostenere i nuclei familiari e incentivare le nascite. Se davvero una scuola è inagibile, che si mandino i vigili del fuoco a verificarlo. Non è possibile dichiarare chiusa una struttura e allo stesso tempo trasferirci dentro delle classi. I bambini hanno diritto a spazi dignitosi, e noi non possiamo più sopportare questa situazione”.

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