“Regione Lombardia ha vaccinato solo 264 persone appartenenti al personale scolastico. Un dato inaccettabile alla luce del quadro epidemiologico in peggioramento e, soprattutto, visto il ritmo tenuto dalle altre regioni italiane. La Campania conta 44.813 vaccinati tra il personale scolastico. La Toscana 27.551, il Piemonte 19.866 e la Puglia 22.447. Così si protegge un settore prezioso come la scuola? È tempo che l’assessore Moratti spieghi il perché di questa differenza abissale, soprattutto in vista della zona arancione rinforzata che comporterà la chiusura delle scuole in tutta la provincia di Como. Mettere in sicurezza gli istituti e tornare alla didattica in presenza pur in forma ridotta deve essere la priorità. Ma se Regione Lombardia non inizia subito a proteggere chi lavora a scuola, l’unico futuro possibile è fatto di chiusure continue e interruzioni della didattica ripetute. Uno scenario che non ci possiamo permettere. È tempo di cambiare passo”.
Durissima accusa da Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico, e Federico Broggi, segretario provinciale Pd di Como.
“Questa mattina in Consiglio Regionale il Partito Democratico ha chiesto chiarezza sul piano vaccinale bloccato per il personale scolastico ma l’assessore Moratti non era nemmeno presente in aula. Ci è stato risposto solo che il piano partirà “a breve”. Non una data, un luogo, nulla. Invece che mettere in sicurezza le scuole, Regione Lombardia ha deciso di chiudere gli istituti a seguito della zona arancione rafforzata sulla provincia di Como. Come al solito, piuttosto che fare prevenzione seria e gestire la crisi, la Regione attende che la situazione precipiti e che chiudere tutto sia l’unica soluzione” continua Orsenigo.
“Non possiamo poi dimenticare poi che l’annuncio della zona arancione rafforzata è avvenuto con scarsissimo preavviso lasciando migliaia di famiglie comasche con poco più di 24 ore per trovare il modo di accudire i figli che rimarranno a casa da scuola. Oltretutto le nuove restrizioni sono state annunciate senza avvertire i sindaci del territorio. Senza collaborazione corretta tra istituzioni non si va da nessuna parte. È passato un anno dall’inizio della pandemia e già da tempo la Regione avrebbe dovuto dotarsi di un sistema per informare tempestivamente i sindaci, soprattutto sulle misure che toccherà loro applicare. Se non c’è ancora, è bene che venga messo a punto immediatamente, vista la situazione” conclude Broggi.