Tra i tanti progetti del passato, più o meno realizzabili, che sono emersi nei differenti dibattiti tra i candidati sindaco, uno è spuntato in diverse circostanze e si tratta di un vecchio piano di metrotramvia leggera per collegare, con una monorotaia sopraelevata, la zona di Camerlata al centro città senza impattare sul traffico e rendendo più veloce e scorrevole la mobilità. Questa la realtà comasca, ferma ancora al libro dei sogni.
Intanto a Varese, un’iniziativa simile, ha invece già compiuto importanti passi: si tratta del progetto Tram Treno, di cui si è iniziato a parlare nel 2019. Il nucleo del piano prevede la trasformazione dell’attuale sede ferroviaria tra Varese e Laveno-Mombello da ferroviaria a linea adatta al tram. L’ipotesi comprende il trasloco del capolinea delle Nord nell’area dell’ex macello civico (oggi abbandonato e visto come luogo ideale per una migliore connessione sia con la tramvia sia con le linee di autobus), l’intensificazione delle corse (ogni 4/6 minuti in area urbana; ogni 10 invece sulla tratta che porta verso il Lago Maggiore). Così, partendo dalla stazione in zona “ex macello” il tram – che userebbe i binari esistenti delle Nord – fermerebbe all’attuale stazione Nord (che diventerebbe appunto solo fermata) e poi in altre 7 zone della città. Una vera e propria metrotramvia cittadina di superficie. Per l’operazione, come detto, si è formato nel 2019, il “Comitato Tram Treno” che ha suscitato nel tempo l’attenzione delle amministrazioni locali ed è stata al centro di diversi incontri pubblici. Nel 2021 inoltre un fondo internazionale ha manifestato interesse per il progetto, ancora ovviamente in una prima fase.
Ma il dibattito e l’interesse sull’iniziata si sono dimostrati tali che il prossimo sabato 21 maggio, il gruppo di lavoro TramTreno (formato da otto club Rotary del varesotto), presenterà la parte due del progetto, ovvero dopo quello relativo alla città, l’allungamento della linea del Tram treno fino a Laveno Mombello. Una seconda fase dunque che andrebbe a unire, all’aspetto della mobilità, la valenza turistica consentendo spostamenti dalla città di Varese con destinazione il lago e le località turistiche.
7 Commenti
Penso che, anche senza progetti avveniristico (troppo per Como) di monorataie, si potrebbe fare la stessa cosa fermando a Grandate la linea per Milano, aumentando il parcheggio di Lazzago (su più piani) e creando una linea veloce con la parte restante dei binari fino a Borghi, mantenendo le fermate intermedie, con treni ogni 10 minuti, con carrozze su cui portare anche le biciclette (ottimo sarebbe avere una rete di piste ciclabili che colleghino i comuni e i quartieri limitrofi).
Il problema è che Como sogna, sogna, sogna … ma di realizzare qualcosa di concreto in tempi accettabili non se ne parla nemmeno.
Comunque, io la smetterei con questi confronti ad ogni piè sospinto con Varese, che è una città piuttosto brutta, anonima e alla quale Como non ha proprio nulla da invidiare.
Se, proprio, vogliamo guardare altrove per ispirarci e migliorare, dobbiamo cercare realtà dove le cose vanno meglio (ad esempio Bergamo, o città emiliane come Parma), non Varese, che conosco bene visto che pr lavoro ci vado spesso, che è una delle poche città messe peggio della nostra.
Il progetto di una monorotaia soprelevata elettrica sospesa dalla piana di Lazzago a Como Stadio è una infrastruttura assolutamente realizzabile, come
già fatto in molte città europee.
Il trasporto pubblico su monorotaia sospesa esiste dal 1901, ed è una buona alternativa al traffico veicolare, che a Como percorrerebbe assi viari ampi e spaziosi, con alcune fermate nei luoghi più importanti del tracciato. Il tracciato di circa 6,5 km sostituirebbe l’uso dell’auto privata e degli autobus, e diventerebbe una attrazione turistica unica in Lombardia.
Permetterebbe un forte riduzione del traffico veicolare in entrata nella città, lasciando le auto in parcheggi esterni a Lazzago o in quelli già esistenti lungo il percorso , e ridurrebbe moltissimo il livello di inquinamento da traffico veicolare nella valle di Como.
Come gruppo di lavoro CivitasComo lo abbiamo preso in considerazione e lo consideriamo una valida alternativa nel dibattito (senza esiti da 30 anni) sulla mobilità della città di Como. È una alternativa alla (mai realizzata) metrotranvia e ai mai esistiti bus navetta.
Uno studio più dettagliato del progetto e dei suoi effetti sul traffico di accesso alla città è nei nostri programmi.
sarebbe fantastico qualcosa del genere tra la stazione di Albate e dal parcheggio di val Mulini verso il centro
Il tram-treno di Varese è un orrore trasportistico. Non si tratta altro che della trasformazione della ferrovia Varese-Laveno in tramvia. Lo scopo NON è quello di migliorare la rete di trasporto, ma di liberare aree ferroviarie in centro a Varese e in riva al lago a Laveno, da mettere a reddito.
Un progetto sbagliato, da contrastare con ogni mezzo.
Non conosco la realtà di Varese, ma la sua affermazione “progetto sbagliato”, mi incuriosisce. Potrebbe spiegarmi cosa c’è si sbagliato?