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Se il bolsissimo centrodestra cittadino volesse sparigliare, per il 2022 penserebbe ad Alessandra Bonduri

E se la Lega, con un guizzo a sorpresa, provasse a scardinare gli equilibri consunti, consuntissimi della coalizione che governa la città di Como dal 2017?

Se il partito di Salvini, di un bolso spaventoso a livello politico in città, totalmente privo di una classe dirigente con radicamento davvero popolare nel capoluogo (guardare le preferenze singole degli eletti e il rapporto storico tra percentuali in città e percentuali in provincia, ndr) se si fa eccezione per l’assessore regionale Alessandra Locatelli, per l’ottimo assessore al Bilancio Adriano Caldara e per pochissimi o forse nessun altro, provasse per una volta a dare un segno di innovazione, di coraggio, di capacità di uscire dalla acque basse con una volée come minimo fuori dagli schemi?

Per dirla tutta (e per dirla con pensiero del tutto personale, al momento senza alcun appiglio oggettivo nella realtà politica del centrodestra): se la Lega pensasse ad Alessandra Bonduri, la più insospettabile delle insospettabili a inizio mandato, come candidata sindaco per il 2022?

Meglio ribadire: l’ipotesi, a oggi, non c’è. Non esiste né ufficiosamente né ufficialmente, non risulta in alcun modo se ne sia parlato ai tavoli del centrodestra. E’ una riflessione che offriamo aggratis alla coalizione.

Alessandra Bonduri è comasca doc, giovane (44 anni), colta, laureata in Giurisprudenza con Master successivo, con esperienza di lungo corso in politica (in Regione Lombardia con collaborazione e supporto tecnico, amministrativo e legale al gruppo consiliare della Lega) già da ben prima di essere eletta a Palazzo Cernezzi.

E poi: da quando è assessore alle Politiche educative si è mostrata anche (sorprendentemente) grintosa dopo le enormi timidezze iniziali, tanto da farle riscuotere un apprezzamento trasversale, forse anche perché certamente leghista doc ma nello stesso tempo figura molto istituzionale, lontanissima dagli estremismi salviniani o locatelliani, nonché assai inserita pure nel mondo associativo della città (già presidente Rotaract e già vicepresidente dei Giovani avvocati e praticanti).

Insomma, senza nulla togliere a un Mario Landriscina bis, a un Alessandro (Fermi) I° o a chi altri starà vagliando il centrodestra cittadino, la domanda resta legittima:  ma perché soltanto a sinistra si può vagheggiare uno strappo alle regole, un segnale di novità, un qualche nome diverso dai soliti(ssimi) e a destra no, mai?

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7 Commenti

  1. Se Bonduri con una politica di più ampio respiro si smarcasse (l’intelligenza per farlo ce l’ha) da una fetta della sua coalizione (la più becera e terrapiattista…lascio voi intuire chi) recupererebbe ampiamente al centro (e probabilmente anche qualcosa a “sinistra”) i voti dei salvini-lesi che perderebbe

  2. Certo… guardate la sua pagina Fb coi loghi imbarazzanti della propaganda salviniana… hashtag muniti… guardatela…

  3. Bonduri, Caldara e Locatelli come del resto Butti, Pettignano, Galli, Negretti e il “buon” Sindaco Landriscina sono la personificazione della peggior Amministrazione che Como ha avuto negli ultimi cinquant’anni. Peggio del secondo Bruni sembrava impossibile, invece il “buon” Sindaco e la sua Giunta sono riusciti ad andare oltre al peggio. È sorprendente che ci sia chi pensa seriamente a un ritorno di Landriscina, figuriamoci pensare ad associare il nome del futuro Sindaco ai protagonisti del disastro che abbiamo sotto gli occhi. Basta fare solo l’elenco delle cose che non hanno funzionato, che non sono partite e che non sono state concluse, per far passare la voglia al più entusiasta dei fan. Sempre che esistano ancora.

  4. Complimenti per aver messo nero su bianco un’idea che non sarà forse stata ancora posta ufficialmente nelle segreterie dei partiti, ma che in città si sente da qualche mese sussurrare, specialmente in quei salotti molto discreti ma altrettanto influenti che si son potuti svolgere nell’ultimo anno solo in modo virtuale. Speriamo sia la volta buona, la città se lo merita.

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