Grande empatia, sorriso e capacità di comunicare ed energia che ti conquistano subito. Se il Pd di Como voleva un cambio di marcia probabilmente si è affidato al nome più spendibile che aveva. Lui è Daniele Valsecchi, classe 1975 (compirà 48 anni il 27 novembre), sposato, una figlia di 8 anni, nato a Como dove ha praticamente vissuto sempre tranne una parentesi a Milano. Ha iniziato a masticare la politica quando era sui banchi del Liceo Giovio e da allora non ha mai smesso, ma mai in prima linea, mai candidato. Tanta attività di base, poi un’esperienza nella segreteria cittadina, con il sindaco Mario Lucini è stato nominato nel cda di Asf Autolinee. Ma l’intervista con il nuovo segretario cittadino dei Dem, al tavolino di un bar in via Maurizio Monti non inizia nel modo che uno si aspetta.
Valsecchi chiede infatti più volte il rinvio di una settimana. Il motivo? No ai personalismi, lui vorrebbe uscire insieme a tutte la squadra, tutta la sua segreteria, ma i nomi non li può ancora dare perché l’assemblea sarà a giorni. Trattiamo, diciamo la verità e spieghiamo che è difficile reimpostare la pagina a un giorno dall’invio del Settimanale in tipografia, così gentilmente Valsecchi alla fine si convince a parlare. Arte in cui è sicuramente abile. Laurea in Psicologia del lavoro, poi Scienze politiche, oggi si occupa di formazione a 360°, di coaching di gestione di personale, ma ha lavorato pure nel tessile e ha dato vita con Marco Albanese al fortunato format “Stanze di Cinema”, sito, recensioni, libri, podcast, trasmissione a Ciaocomo Radio…
“Si ma io del progetto sono solo lo zio. Ho dato una spinta iniziale a Marco, poi fa tutto lui”.
Ma il cinema è una delle sue passioni è vero?
Una delle tante, sono un po’ nerd di Star Wars, fumetti, NBA.
Ha praticato anche sport?
Dice per il mio fisico? Ho solo giocato un po’ a basket da ragazzino, poi il ginocchio ha fatto crack.
Torniamo alla politica, verrebbe da dire chi glielo ha fatto fare di accettare?
Beh è stata una scelta ponderata alla mia. Gli iscritti hanno chiesto figure in grado di sprigionare energia, concretezza ed unità. Sono valori in cui credo, come l’apertura a tutti i mondi della città, le associazioni, il terzo settore. Credo di poter essere la figura trasversale che oggi può lavorare bene.
Con lei in effetti si sono superate anche le correnti del partito. Certo che la sconfitta alle amministrative a Como a qualcuno brucerà ancora.
Io devo ripartire da quel primo turno, risultato storico per il Pd, primo partito della città, presente in tutti i quartieri, in consiglio abbiamo una rappresentanza molto qualificata, dalla campagna elettorale sono uscite nuove figure importanti, come la mia vice, Livia Sarda.
Però potevate essere al governo, il Pd con Barbara Minghetti, e invece c’è Rapinese.
Che è anche il mio sindaco e per questo lo rispetto. Se però devo fare un bilancio del primo anno e qualche mese, mi pare che finora manchi la visione su diversi temi della città. E’ una politica di chiusure, annunci ad effetto e mancate aperture.
Cambierà il modo di fare opposizione dei Dem?
Patrizia Lissi, capogruppo, è già un fiume di energia, abbiamo Stefano Legnani preparato come pochi sulle questioni amministrative, Eleonora Galli che conosce bene il mondo della scuola e Stefano Fanetti che garantisce un’esperienza trasversale. Ecco la segreteria potrà dare supporto per muoversi anche oltre l’opposizione, con proposte e visioni alternative.
(Durante l’intervista si avvicina un senzatetto, chiede una moneta. Pronti-via, Valsecchi gli fa preparare un panino dal barista. Pensiero-Azione, una velocità più di destra, ma su temi di sinistra).
Si era messo d’accordo con il senza dimora, dica la verità.
Ci mancherebbe (ride) Però è vero che credo nella concretezza e me lo ha insegnato Elide Greco (storica esponente Pd, consigliera comunale, anima di mille iniziative in città, scomparsa prematuramente, Ndr), quanto mi manca. Quando le discussioni andavano per le lunghe, lei ci richiamava all’ordine, diceva: “No siamo qui a parlare ma ci sono persone che hanno bisogno di noi”.
Sarà un rottamatore nel partito?
Ma neanche per idea, nella squadra servono tutti, anche se a livello territoriale ci saranno 4 nomi nuovi su 5, sempre per dare energia.
Si vedrà un Pd di piazza e di gazebo?
Essere riconoscibili è importante, come sporcarsi le mani ogni tanto in ambiente in cui non si viene accolti bene a priori. Dobbiamo andare oltre la zona di comfort ed evitare di chiuderci, oltre ai gazebo ci possono però anche altri modi per arrivare ai cittadini. Ci muoveremo sempre di concerto con la coalizione di centrosinistra con Organizzazione, Politica, Energia e Società. La lascio con queste quattro parole.
LA NUOVA SEGRETERIA