L’economia svizzera naviga in acque incerte, dove la potenziale introduzione di dazi americani minaccia la stabilità occupazionale, ma emergono segnali contrastanti. Alcune stime indicano che i dazi americani potrebbero comportare la perdita di oltre 20mila posti di lavoro in più entro il 2026, riporta 20 Minuten.
Nonostante queste previsioni negative, alcuni settori in Svizzera continuano a cercare attivamente personale. A livello cantonale, tuttavia, il Ticino si posiziona come fanalino di coda per le offerte di lavoro.
Secondo il più recente rapporto sull’occupazione pubblicato dall’istituto di ricerca x28, il Canton Zugo è in testa alla classifica per il maggior numero di offerte di lavoro pubblicate, con un impressionante dato di 44,95 annunci ogni 1.000 abitanti.
Al contrario, il Ticino si ferma a soli 4,64 annunci ogni 1.000 abitanti, piazzandosi all’ultimo posto.
L’analisi settoriale rivela una forte richiesta in ambiti specifici. Il settore con il maggior numero di posti aperti è il sanitario. Altre figure professionali molto ricercate includono:
- Elettricisti
- Consulenti di vendita
- Falegnami
Di contro, si registra una scarsità di offerte di lavoro in settori quali la fornitura d’acqua e l’industria tessile
Nonostante il quadro economico incerto, alcune grandi aziende hanno scelto di incrementare le assunzioni. È il caso di Coop, che nel terzo trimestre del 2025 ha pubblicato circa 300 offerte al giorno in più rispetto al trimestre precedente, segnalando una decisa controtendenza.
Intanto in un contesto internazionale critico, emerge la notizia riportata da Bloomberg riguardo all’industria dell’oro. Colpita da dazi del 39% imposti da Donald Trump, la Svizzera avrebbe messo sul tavolo una mossa strategica: delocalizzare parte delle sue raffinerie d’oro negli Stati Uniti. Il Ticino riveste un ruolo cruciale, essendo il centro nevralgico della raffinazione dell’oro elvetico.