La siccità perdurante sta mettendo a repentaglio la navigazione, l’economia del lago e un intero ecosistema. L’assenza di piogge sta infatti raggiungendo livelli mai registrati in passato. Ma la responsabilità non è solo di Giove Pluvio, anzi. “Regione Lombardia è dolosamente responsabile della situazione attuale. A lei compete la concessione di tutte le acque e su ciò sempre lei può intervenire, governandole. Dovrebbe, come accaduto anche in anni passati, chiedere ai soggetti gestori dei grandi invasi idrici, peraltro pieni, di rilasciare le acque per contrastare questa situazione di crisi, ma non lo fa. Dunque è responsabile di quanto sta accadendo”, spiega l’ingegnere Gianni Del Pero, presidente di Wwf Insubria.
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“Ad oggi negli invasi idroelettrici in Valtellina ci sono 67,5 milioni di metri cubi d’acqua, che si intervenga. La settimana scorsa ci si aspettava solidarietà in tal senso ma nulla è accaduto. Se si rilascia l’acqua, il lago di Como potrebbe crescere di 50 centimetri”, aggiunge Del Pero. Storicamente ”una situazione così critica non la si registrava dal 1865. Ci sono state crisi molto forti nel 2003 ma allora si intervenne, oggi nulla. La portata dell’Adda in ingresso, e quindi poi in arrivo nel lago non registrava una simile situazione dal 1940, anno in cui è iniziata la regolamentazione con le dighe di Olginate. Tutto ciò crea danni alle sponde del lago, all’economia connessa e alla fauna ittica. Molte specie adesso depongono le uova e non lo potranno fare”.
Infine un ultimo dato esemplificativo. “se si rilasciasse l’acqua di cui si dispone si potrebbe risolvere il fabbisogno per n anno di oltre un milione di persone”, conclude amaramente Del Pero.
Sul tema interviene anche Raffaele Erba, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle:
“Se da un lato i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova il Lago di Como, dall’altra parte le dighe a monte in Valtellina non stanno di certo aiutando a tamponare la già grave situazione. Chi subisce i danno maggiori è il Lario che si vede stretto tra gli impieghi idrici a monte e valle”.
“Negli anni passati ho portato in diverse occasioni il tema in Consiglio Regionale e solo con la Legge sulle Concessioni idroelettriche licenziata a marzo del 2020 si è introdotto un sistema che obbliga le dighe a garantire il deflusso necessario per non raggiungere il livello minimo del lago. Tutto bene se non fosse che da più di due anni questo obbligo è ancora bloccato a causa di lungaggini burocratiche e il nostro lago ne paga pesantemente le conseguenze – conclude Erba – Considerando la grave situazione Regione Lombardia deve attivarsi per sbloccare la situazione, valutando anche di implementare una norma transitoria in attesa che si sblocchi la Legge Quadro del 2020. Assurdo che a livello normativo tutto sia stato già scritto ma rimanga ancora lettera morta. Non possiamo permetterci di vedere il nostro lago sempre più sofferente”.
Un commento
Tutto perfettamente vero ma comandano da 70 anni sempre gli stessi e se ne fregano dei cittadini perché pensano solo alle loro poltrone altrimenti in 5 minuti avrebbero potuto obbligare i concessionari delle dighe, tra l’altro costruite coi soldi dei vari pantaloni, a evitare di creare una simile situazione.
Tanto i danni non li pagano i nostri poltronisti storici.
Altro che reddito di divananza.
Qui abbiamo alcune migliaia di cariatidi che se la spassano da decenni col reddito di POLTRONANZA.