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“Siete stati devoti” Ma intanto per i 42 dipendenti della multinazionale in Lombardia c’è il licenziamento

La multinazionale tedesca Freudenberg non arretra sulla decisione di chiudere il sito produttivo in Lombardia a Rho, in provincia di Milano, mettendo a rischio il posto di 42 dipendenti. La notizia, che ha sollevato grande preoccupazione nel tessuto industriale lombardo, è stata discussa questa mattina durante l’audizione della IV Commissione Attività Produttive di Regione Lombardia.

Motivi economici e la delocalizzazione in Slovacchia e USA

L’azienda, specializzata nella produzione di filtri industriali per turbine, ha confermato la volontà di delocalizzare le attività produttive verso Slovacchia e Stati Uniti.

La direzione generale di Freudenberg ha motivato la scelta con le attuali congiunture economiche internazionali, citando specificamente l’impatto del periodo post-Covid, i conflitti globali e, in particolare, l’introduzione dei dazi doganali da parte dell’ex presidente USA Donald Trump. L’obiettivo, secondo il Partito Democratico (PD), sarebbe quello di “mantenere i margini di profitto” ridottisi a causa di questi fattori.

Riconoscenza aziendale e apertura agli ammortizzatori sociali

Nonostante la drastica decisione, la direzione Freudenberg ha espresso profonda riconoscenza ai 42 lavoratori di Rho per la loro “vera e propria devozione al lavoro“.

L’azienda si è detta disponibile a “valutare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali” o a esplorare “altre soluzioni, come il subentro di altre realtà imprenditoriali” nello stabilimento.

La reazione della politica e dei sindacati in Regione

Alla seduta in Regione Lombardia hanno partecipato, oltre al DG Freudenberg, i sindacati, i rappresentanti delle RSU, il Comune di Rho e la Città Metropolitana di Milano, tutti uniti dalla volontà di difendere i posti di lavoro e tutelare una realtà industriale storica del territorio, attiva fin dagli anni Ottanta.

  • Paola Pizzighini (M5S): “Nessuna Giustificazione Industriale” La consigliera Pizzighini ha duramente criticato la scelta, affermando che lo stabilimento “è produttivo, non c’è alcuna giustificazione industriale alla chiusura”. Ha inoltre attaccato il Governo per l’assenza del promesso fondo da 25 miliardi per aiutare le imprese colpite dai dazi internazionali, definendolo “completamente assente” di fronte alla prima crisi che avrebbe dovuto affrontare.

  • Silvia Scurati (Lega): “Preservare un’Eccellenza del Territorio” Silvia Scurati ha ribadito l’importanza di comprendere le motivazioni radicali della decisione e cercare “tutte le strade possibili” per mantenere l’azienda sul territorio in quanto “realtà storica”.

  • Carlo Borghetti e Simone Negri (PD): “Dazi Sottovalutati” I consiglieri del PD hanno sottolineato che il caso Freudenberg è una chiara dimostrazione di come il Governo stia “sottovalutando gravemente i danni che i dazi stanno provocando nel nostro Paese”.

La linea comune di sindacati (Fillea Cgil Milano e Cgil Lombardia) e istituzioni locali è quella di “sondare tutte le strade possibili” per sostenere le famiglie colpite e preservare l’eccellenza industriale lombarda.

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