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Attualità, Politica

Sindaco 2022: sfuma la corsa De Santis, nessun governo Draghi-style a Como. Destra e sinistra a caccia del candidato

Große Koalition addio. La proposta elettorale di un mini-governo comasco trasversale sul modello Draghi sia pure molto rivisto, corretto e proporzionato, non ci sarà. Almeno non oggi e non come era stato sognato e incardinato fino a ora.

Dopo un’estate di trattative e tentativi sarebbe sfumata l’ipotesi Paolo De Santis candidato sindaco. Si potrebbe tranquillamente scrivere è sfumata ma siamo ancora, per quanto centratissime e definitive, alle indiscrezioni. E da indiscrezioni altrettanto centrate sono arrivate, e anticipate qui, le prime cronache in vista delle elezioni 2022 quando scrivevamo di un tentativo di schematizzare l’alleanza (im)possibile tra un pezzo del centrosinistra e fette di centrodestra con perno, appunto, l’ex esponente della giunta Botta, ex presidente della Camera di Commercio, promotore e ispiratore di ComoNext oltre che notissimo imprenditore alberghiero.

Paolo De Dantis e l’ex candidato sindaco Maurizio Traglio (Svolta Civica)

Di sicuro si sono allungati summit quasi segreti per tutta la stagione calda tra vertici istituzionali del Pd (sotto l’egida del potentissimo neo-tesserato Giuseppe Guzzetti e con direttore d’orchestra il consigliere regionale Angelo Orsenigo) e big di Fratelli d’Italia, con un occhio a Forza Italia quale elemento centrale di moderazione tra radicali opposti.

Un progetto che avrebbe certamente mutilato diverse alleanze da un lato e dall’altro, vedi Lega e Civitas, e il cui schema comunque avrebbe dovuto essere spiegato moltomolto bene all’elettorato vista la radice politicamente innaturale dell’eventuale alleanza. Forse anche un’aberrazione agli occhi di molti sostenitori delle varie componenti ma in qualche modo già rodata, sia pure in un’elezione di secondo livello, con la nomina di Fiorenzo Bongiasca in Amministrazione Provinciale. E, secondo quanto risulta ai beninformati, la coalizione trasversale sarebbe stata una delle condizioni poste da De Santis per un’eventuale accettazione dell’investitura a candidato sindaco comasco.

Maria Rita Livio, Giuseppe Guzzetti e Fiorenzo Bongiasca

Comunque sia De Santis avrebbe sciolto la riserva giusto in queste ore e fatto un passo indietro definitivo. Motivo? Quello che già quest’estate si poneva concretamente sul piatto delle trattative come ostacolo al progetto: gli impegni lavorativi. E c’è pure da crederci, dopo quasi due anni di pandemia ancora non si può parlare, nonostante le cose vadano meglio, di rinascita del turismo e l’uscita dal tunnel della crisi per quanto più vicina è ancora di là da venire. E’ un fatto che De Santis, come moltissimi colleghi imprenditori del settore, abbia davanti stagioni ancora impegnative. Un altro fatto è la sua storica ritrosia all’idea di scendere in campo nonostante i corteggiamenti siano arrivati a ogni elezione. Stavolta sembrava esserci una tentazione in più. E’ durata l’arco di una stagione. Tant’è.

Cosa succede ora? Il centrosinistra al momento non ha candidati (per amor di completezza: non tutto il Pd ha ben digerito il progetto De Santis). Molti nomi ventilati nei mesi, nessuno realmente concreto o spendibile. A inizio anno pure il ‘no grazie’ del sindaco di Tremezzina e presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra, che intervistato da ComoZero ha gelato le speranze. Un nome che, in effetti, avrebbe potuto conciliare molte anime.

Nel centrodestra una ricandidatura dell’attuale sindaco, Mario Landriscina, per quanto molto gradita alla Lega non sembra solleticare gli alleati (che appunto hanno guardato a De Santis). Così l’ipotesi di un Alessandro Fermi in corsa guadagna punti, il presidente del Consiglio regionale d’altronde non ha mai smentito ed è stato addirittura lanciato, da queste pagine, dal suo fidatissimo commissario provinciale, Mauro Caprani.

Le elezioni saranno a maggio, in termini elettorali significa dire domani, al massimo dopodomani.

A oggi l’unico candidato in corsa per lo scranno maximo del Cernezzi è Alessandro Rapinese che da tempo lavora al 2022 e la cui civica, quattro anni fa, è stata la più votata.

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4 Commenti

  1. Veramente oltre a Guerra sono stati fatti anche i nomi di Mantovani, Traglio, Minghetti, Bongiasca, Cosenza, Bartolich, Tambini , Lissi . Infine De Santis.
    Se c’è un regista dietro questa operazione sembra uno che si è fatto una canna.
    Oppure alla canna del gas.
    Però sempre di canna si tratta.

  2. Insomma tutto fumo e niente arrosto.
    Esattamente quello che in molti pensavamo dall’inizio: boutade senza senso e senza riscontri.

  3. Buonasera,
    Bisogna aspettare dicembre. Io ho un nome che potrebbe unire PD/partiti di Centrosinistra compresi Verdi e Civitas e Partito di Renzi e quello di Calenda con Fratelli d’ Italia, ma non lo faccio perché lo <>. Sembra poco tempo, ma da qui alle elezioni 2022 c ‘ è ancora tempo. Se utilizzo la metafora ciclistica della Milano /Sanremo, se scatto forte sul Poggio, ma non ho la forza al 100% rischio di non arrivare vincitore a Sanremo.
    Vedremo, può sembrare innaturale, ma per amministrare bene una Città sono le Persone.
    Non so se sarà pronta ad accettare questa Persona di mettere 5 anni di una Vita di Stima e Prestigio sulla graticola. Comunque se anche non dovesse candidarsi dopo L’ 8 dicembre dirò chi è.
    Baci e Abbracci.
    Davide Fent
    @davidefent

  4. Effettivamente un’alleanza che fosse partita da Fratelli d’Italia per arrivare al PD ci avrebbe fatto sentire come il Sottotenente Innocenzi, interpretato da Alberto Sordi nel film “Tutti a casa”, quando, circondato dai tedeschi la mattina del 9 settembre del 1943, pronunciò la celeberrima frase “Ammazzateò, i tedeschi se so’ alleati con gli americani!”.
    In realtà sarebbe stato tutto più semplice. Un prestigioso candidato più preoccupato di perdere le elezioni che di tenere unita la futura maggioranza, un gruppetto di partiti laici uniti dalla preoccupazione di non essere riconosciuti per lo “zero virgola”; Fratelli d’Italia che, affetti da “nominite”, avrebbero potuto togliersi la soddisfazione di piazzare i loro amici professionisti nei posticini da cui avrebbero scalzato quelli della Lega, Forza Italia che si sarebbe accampata come al solito al centro dello schieramento e infine il PD che avrebbe evitato le guerre fratricide su chi candidare. Tuttavia, una soluzione simile avrebbe fatto contenti in primis Rapinese che avrebbe intercettato i voti della destra che non si mischia con il PD causa di tutti i mali del mondo e in secondo luogo quelli di Como Comune e di Civitas che avrebbero intercettato i voti di quelli di sinistra che non si sarebbero mai messi con i post-fascisti. Come sempre capita, quando si allargano gli schieramenti al centro si perdono quelli che al centro non vogliono starci.
    E adesso?!? Broggi, Legnani e Gaffuri (quello di Italia Viva) che candidato poporranno?? Se fossi in loro dopo l’evaporazione del terzo candidato suggerito da quello che conta, farei evaporare il suggeritore….. ma questo è un problema solo loro. A noi che ci frega del suggeritore.

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