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San Francesco, ribellione dolce degli skaters: papà Davide e il piccolo Giacomo sfrecciano. E appare il manifesto

In queste ore,  sulla facciata laterale dell’ex chiesa di San Francesco è apparso uno striscione-manifesto che testimonia l’impazienza degli skaters comaschi per avere un parco dedicato tutto a loro: “Como, è arrivata l’ora di un vero skate park”, si legge con caratteri e disegni coloratissimi. Un segnale verso l’amministrazione comunale, evidentemente, che dapprima ha proibito le evoluzioni davanti al portico e poi ha promesso una struttura dedicata alla disciplina al centro sportivo del Belvedere, ma soltanto entro il 2024.

Poi un pomeriggio davanti all’ex chiesa di San Francesco, tra ragazzi più o meno grandi sugli skate, nelle loro felpe oversize “che chissà, signora mia, quante birre e quante canne girano lì”, spunta Giacomo, 4 anni e una tavola alta quasi quanto lui. E spariglia le carte di chi vede il portico dell’ex Chiesa di San Francesco solo come un ritrovo di perditempo rumorosi da esiliare chissà dove, purché lontani da lì.

“Questa tavola me l’ha portata Babbo Natale”, spiega orgoglioso mentre mostra il suo skate con cui scende le scale del Tribunale incurante del rischio di farsi male (ma tanto è davvero bravissimo) e di quello, oggi forse più concreto, di essere multato.

E se l’intercessione di Babbo Natale non fosse un lasciapassare sufficiente per permettergli di continuare a divertirsi in questo angolo di città, ecco intervenire il papà Davide Guarneri, anche lui munito di tavola a riprova che buon sangue non mente, presidente de “La Bohéme DIY Park”, lo skatepark di Cantù, con, nel cassetto, il progetto pronto per essere realizzato: collaborare alla realizzazione di uno skatepark inclusivo a Ponte Lambro finanziato grazie a un bando di Regione Lombardia.

“Abitiamo a Ponte Lambro ma la nonna è di Como e quando veniamo da lei ci fermiamo qui insieme – spiega – conosco bene il problema delle multe, vengo a San Francesco da quando avevo quattordici anni e sono vent’anni che le prendo, ormai ci ho fatto l’abitudine e, anche volendo, che alternative avrei? Anni fa con l’amico Fabrizio Malaspina avevamo anche organizzato una serata e una raccolta firme per avere uno spazio attrezzato ma il risultato era stata qualche rampa assolutamente inadeguata al Belvedere e ai giardini a lago. Se le alternative sono quelle, è normale che i ragazzi continuino a venire qui”.

Una passione più forte delle multe, quindi, ma anche delle lamentele di chi vive in questa zona: “Mi stupisce che chi vive qui si lamenti del rumore causato per qualche ora al giorno da dei ragazzini – dice Davide indicando il traffico del vicino viale Cattaneo – e sicuramente tra chi si lamenta c’è qualcuno che magari non si ricorda che non molti anni fa giocava a pallone per strada facendo a sua volta arrabbiare i vicini. Ormai lo stereotipo dello skater tutto pantaloni larghi, murales e droga è superato, oggi ci sono ragazzini normalissimi e persino padri di famiglia con i figli, come me. E forse chi li vuole cacciare dovrebbe guardare meglio, e chissà che invece di ragazzini rumorosi che perdono tempo non riesca a vedere dei giovani che fanno sport, perché lo skate da tempo ormai è riconosciuto anche a livello olimpico, e si divertono in modo sano invece di stare seduti con il cellulare in mano come molti loro coetanei. E, oltretutto, gli skaters tengono tutto perfettamente pulito, visto che non si va sullo skate dove c’è sporcizia”.

E a guardare Giacomo che si diverte sotto lo sguardo attento della nonna e della sorellina Giorgia, ci sarebbe solo di che dargli ragione. Ma per cercare di venire incontro alle esigenze di skaters e residenti, abbandonata l’idea della campagna elettorale di realizzare uno skatepark in piazza Roma, sul tavolo del sindaco, e assessore allo Sport, Alessandro Rapinese c’è proprio il progetto di realizzarne uno nuovo di zecca nell’area sportiva del Belvedere, a Muggiò, che dovrebbe essere pronto entro l’estate 2024. E nel frattempo? “Lì non è consentito andare con gli skate e chi continuasse a farlo incapperà sicuramente in una sanzione – erano state le sue parole parlando di San Francesco – d’altronde un sindaco non può permettere che si violino le leggi per soddisfare le pur legittime aspettative di qualcuno”.

“Se anche venisse realizzato lo skate park più bello del mondo, sperando almeno che lo facciano progettare da veri skaters per evitare i buchi nell’acqua del passato – conclude Davide – secondo me San Francesco andrebbe letta non più come un luogo abusato da liberare dagli skaters, ma come un posto da lasciare comunque a disposizione e da tutelare perché racconta quarant’anni di questa disciplina ed è, a suo modo, un pezzo di storia dello sport di questa città”.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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10 Commenti

  1. Entro i 100 giorni partire con i 1000 parcheggi e poi skate park in piazza Roma. Ah no? Erano 1000 giorni e 100 parcheggi?

  2. Ma lo skate-park è una priorità? È il caso di spendere soldi e tempo per ricavare spazi in centro, perché la periferia è scomoda, solo per consentire a un gruppo di ragazzini di giocare con lo skate? Como ha problemi di gestione del turismo, Como ha problemi di traffico, Como ha problemi di impianti sportivi, Como ha problemi di fatiscenza del patrimonio immobiliare, Como ha perfino Rapinese Sindaco e la preoccupazione sono gli skaters? Si pensi ad altro, per esempio al degrado degli edifici pubblici e scolastici, alla piscina , alla cronica mancanza di impianti sportivi e già che ci siamo alla puzza di fogna in via Borgovico Nuova. Queste sono le priorità. Gli skaters parleranno male del Sindaco se non ottengono lo skate park in centro e con la curva parabolica? E se li portassimo in elicottero negli skate park di Milano? E chissenefrega se lasciamo a terra quelli di via del Doss. È evidente per Rapinese Sindaco che i loro problemi sono meno prioritari di quelli degli skaters!

  3. Perfettamente d’accordo.
    E insieme a quello, qualche postazione per esercizi, come si vedono nei parchi di mezza Europa.
    Sarebbe un polo attrattivo per gli adolescenti e giovani (l’equivalente del parco giochi per i più piccoli), per i quali non c’è nulla di nulla.

  4. Forse la priorità andrebbe data alle poste ciclabili, altro che pista per gl skate che usa solo una esigua minoranza.

  5. il problema è che oggi lo spazio di San Francesco non è utilizzato. le mostre che si tenevano non ci sono più. lo stesso porticolo e lo spazio verde antistante andrebbero valorizzati, ripensando complessivamente gli spazi sino al Tribunale (compreso). io credo che l’ideale sarebbe trovare un’area idonea ai giardini a lago, nell’ambito dei lavori di recupero. così facendo si potrebbe garantire uno spazio facilmente accessibile anche ai più giovani, con la presenza di attività “sane” in uno spazio già votato all’attività fisica/sportiva…

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