L’oggettiva meraviglia della foto che vedete nella copertina in alto e che abbiamo ricevuto alle 17.08 di oggi da una nostra affezionata lettrice parla da sola. E probabilmente sfiora la perfezione artistica, con un chiarissimo rimando alle opere solitarie e inquietanti nella loro metafisica normalità di Edward Hopper, artista statunitense che forse come nessuno ha fissato la solitudine dell’uomo contemporaneo (qui sotto, uno dei suoi più celebri capolavori).
Ma tornando al concretissimo pomeriggio odierno, domenica 25 novembre 2018 – e pur dando per buono il fatto che la lettrice abbia immortalato un singolo momento fortunato o sfortunato, a seconda dei punti di vista – lo scatto sembra anche fissare nell’eternità un flop: quello del nuovo infopoint comunale in via Albertolli-piazza Gobetti.
Il silenzio, il vuoto, l’assenza di persone a parte l’unico dipendente al banco, in parallelo all’enorme folla di gente (e auto) che per tutto il giorno ha sfilato dentro e attorno alla città natalizia colorata dai Balocchi vanno persino oltre l’estetica desolata e perfetta di Hopper.
Confinano con l’epitaffio di una scelta.
3 Commenti
Io vedo almeno un lato positivo: era aperto!
Concordo con il sig. Legnani infatti avevo suggerito ad un esponente della lista Rapinese che da queste pagine qualche settimana fa mosse critiche simili, di non limitarsi alla sola denuncia sui social ma di procedere più concretamente con un esposto alla Corte dei Conti, ma nulla fino ad oggi si è mosso.
Era chiaro fin dall’inizio che la nuova localizzazione dell’infopoint era sbagliata avendolo collocato in una posizione defilata ed in un anonimo edificio, mentre prima era più centrale ed in un palazzo storico; oltretutto ora si paga l’affitto ad un privato mentre prima si trovava in una proprietà comunale. Infine ci sarebbe da domandarsi se non configuri un danno erariale l’avere chiuso solo dopo tre anni l’infopoint realizzato con finanziamenti pubblici.