I piedi del Faro voltiano e a due passi dai boschi, in uno degli angoli più amati di Brunate, batte un cuore caldo di farina e passione. E’ quello di Ambrogio Radrizzani, anima e mani dell’amatissima Pizzeria Osteria Il Faro a San Maurizio, un luogo che sembra sospeso nel tempo e che invece oggi parla il linguaggio internazionale dell’eccellenza. Qui, infatti, si nasconde un patrimonio inatteso, un maestro pizzaiolo capace di salire sui podi più ambiti partendo con umiltà, creatività e vuna oglia di migliorarsi sempre che non conosce età.
“Pochi giorni fa mi sono classificato primo con la pizza regionale e terzo con la pizza napoletana classica al Campionato Italiano 2025 – racconta Ambrogio con la voce che tradisce ancora un po’ di incredulità – e all’ultimo Campionato del Mondo sono arrivato 59esimo su 380”.

Risultati che brillano come le medaglie e le coppe esposte nel suo locale, se si pensa che tutto è cominciato quasi per caso: “Nel 2007 ho preso in gestione il bar edicola di Brunate e, due anni dopo, il ristorante pizzeria Lo Scoiattolo a Civiglio, ma non sapevo fare le pizze, avevo un pizzaiolo che lavorava per me – spiega infatti – finché nel 2014 ho deciso di lasciare tutto e prendere la gestione di questo locale a San Maurizio, sotto il faro, chiuso da anni, prima solo come pizzeria e poi anche come ristorante e ho iniziato a imparare da autodidatta, solo per coprire le assenze del pizzaiolo”.

Poi il 2021, arriva la svolta quando il pizzaiolo se ne va e Ambrogio resta solo davanti al forno, si rimbocca le maniche e comincia a fare sul serio: “Ho iniziato a entrare nel mondo delle farine e degli impasti e ho scoperto un universo che non immaginavo”, un mondo fatto di equilibri sottili, profumi, tempi di attesa e notti insonni a cercare grani nuovi e impasti da provare.

Finché nel 2024, proprio cercando online informazioni sulle farine, inciampa nella notizia del Campionato del Mondo di Parma: “Mia moglie mi ha detto scherzando ‘ti iscrivo?’ e poi lo ha fatto davvero – ricorda sorridendo – così mi sono presentato con una pizza classica, ma quando ho visto le pizze degli altri concorrenti volevo scappare”. E invece, da totale principiante, arriva 260esimo su 485, un risultato che accende la scintilla definitiva.

Da lì, infatti, entra nel circuito, incontra veri giganti come il suo maestro Angelo Petrone e il campione del mondo Paolo Moccia, si iscrive alla Nazionale Italiana Pizzaioli e ai Maestri Pizzaioli, studia, sperimenta, sogna: “Capita che la notte mi svegli con un’idea nuova e mia moglie scherza dicendo che penso più alla pizza che a lei”, racconta sorridendo.

Così, a quasi sessant’anni Ambrogio si rimette in gioco a ogni gara con l’entusiasmo di un ragazzo, si emoziona quando qualcuno sale fin lassù apposta per assaggiare le sue pizze e conoscere “il campione”, non smette di sperimentare e, ovviamente, di scalare i gradini del podio: “Sto sperimentando un nuovo impasto a basso indice glicemico con una farina brevettata da un mulino di Vigevano – racconta infatti – intanto sarò nuovamente in gara a Rimini a gennaio e poi ai Campionati del Mondo ad aprile, mentre a giugno vorrei organizzare un evento proprio qui a Brunate”.

Ma mentre studia, sperimenta e gareggia, non manca mai di essere presente nel suo locale, per far assaggiare le sue straordinarie creazioni ai tanti che arrivano fin quassù non solo per la bellezza del panorama e per le splendide passeggiate, ma anche per le pizze dell’Ambrogio. La sua preferita? “La Milanese, che porterò al Mondiale e a Rimini in abbinamento a un cocktail – spiega – è fatta con una base di crema di zafferano, mozzarella di bufala di un piccolo caseificio di Senna Comasco scoperto per caso al mercato coperto di Como, luganega, porcini della Valtellina, midollo, cicorino e una spolverata di grana: un profumo irresistibile”. Una vera e propria dichiarazione d’amore alla ricerca e alle materie prime di qualità, oltre che al nostro territorio, in un luogo semplice e genuino nel quale si rinnova ogni giorno una piccola magia: quella di dimostrare che, con passione e talento, anche in un piccolo angolo silenzioso tra i boschi può nascere un sogno capace di parlare al mondo.
