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Spaccatura finale Fridays-Comune. Gli attivisti: “Basta rinvii, depistaggi, manipolazioni”

Nel giorno dell’ennesima manifestazione di piazza (oggi 29 novembre. qui i dettagli) la rottura diventa ufficiale: i giovani del movimento Friday For Future e il Comune di Como separano definitivamente le rispettive strade. Ad annunciare la fine delle comunicazioni una nota degli ambientalisti.

“Siamo delusi: ormai abbiamo capito che l’Amministrazione non ha alcuna intenzione di istituire una consulta per l’Ambiente, che è invece indispensabile per la città – si legge – La comunicazione inviataci dal sindaco Mario Landriscina il 27 novembre in risposta alla nostra sollecitazione a darci una risposta chiara e definitiva sulla istituzione di una consulta comunale sull’Ambiente, ci ha deluso e definitivamente convinto che l’Amministrazione non ha alcuna volontà politica di procedere in questa direzione”.

“Pur ringraziando il primo cittadino per l’apertura – purtroppo rivelatasi soltanto formale – dimostrata nei nostri confronti, riteniamo dilatorie le sue considerazioni sui tempi necessari e pretestuosamente depistanti i suoi inviti, prima a partecipare a una commissione consiliare, poi a coinvolgere l’Amministrazione provinciale”.

Ma che cosa ha scritto effettivamente il sindaco Mario Landriscina ai Fridays? Sono gli stessi attivisti a renderlo noto.

“Non ho preclusioni personali riguardo all’istituzione della Consulta che esigete – ha scritto il sindaco – ma prevedo un percorso dai tempi necessariamente ragguardevoli sia per la predisposizione di un opportuno regolamento e relativa approvazione in Consiglio Comunale, sia per i presupposti che dovranno disciplinarne i contenuti e ancor prima definire i criteri e i requisiti di accreditamento dei Soggetti che faranno richiesta di partecipazione sulla base della loro rappresentatività, oltre che individuare le modalità di funzionamento di questo Strumento”.

“Non abbiamo dubbi che l’iter costitutivo sia laborioso – ribattono i Fridays – ma desideriamo ricordare che la nostra richiesta avrebbe potuto avere corso la prima volta che l’assessore all’Ambiente Marco Galli portò il nostro documento in Giunta, cioè nel lontano luglio scorso. Ci chiediamo quindi perché si è invece preferito lasciare trascorrere tutto questo tempo”.

“Certamente il Comune di Como riveste una notevole importanza sul piano dell’interesse territoriale – continuava ancora, per contro, la lettera del sindaco – ma con spirito esclusivamente collaborativo vi propongo una riflessione sulla opportunità di estendere l’ambito di azione coinvolgendo l’Amministrazione Provinciale di Como quale Soggetto espressione di un’area necessariamente più ampia e significativa anche in termini di partecipazione attiva delle altre Amministrazioni”.

“Il coinvolgimento di un numero maggiore di Amministrazioni non può che vederci favorevoli – prosegue la nota del movimento – ma se il sindaco si mostra colto da questa “illuminazione” non all’inizio del dialogo con noi, ma solo dopo tutti questi mesi, ci viene il dubbio che ci abbia rivolto questo suggerimento non tanto per «spirito esclusivamente collaborativo», quanto per sottrarsi all’istituzione di una consulta cittadina”.

Dopo un lungo riepilogo di quanto accaduto nei mesi scorsi, gli attivisti per l’ambiente spiegano il loro no al passaggio in una Commissione consiliare, come suggerito dall’amministrazione.

“I nostri approfondimenti ci hanno però convinto che, trattandosi di un organismo interno composto da soli consiglieri comunali, l’eventuale nostra partecipazione alla commissione sarebbe stata limitata al ruolo testimoniale di semplici uditori – sottolineano i Fridays – Per tale motivo il 25 novembre abbiamo ribadito al sindaco la nostra convinzione che ciò che oggi serve davvero alla città di Como sia una Consulta per l’Ambiente”.

“Ma il sindaco Landriscina vede evidentemente in questo strumento di partecipazione democratica un rischio politico per la sua Giunta”, aggiungono gli attivisti.

“Invitiamo quindi il sindaco, che si preoccupa di una nostra possibile strumentalizzazione, a iniziare a guardare in casa propria – è il passaggio finale – Perché se tentativi vi siano stati di manipolare, differire e infine depistare le nostre istanze, ci risulta siano venuti proprio dal Comune, al quale ci siamo sempre rivolti con fiducia e osservanza”.

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