Ha avuto sicuramente il pregio di riaccendere il dibattito sul futuro dello Stadio Sinigaglia di Como l’incontro della candidata sindaco del centrosinistra, Barbara Minghetti, con il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.
Tramite facebook, il deputato di Fratelli d’Italia Alessio Butti ha commentato l’invito del primo cittadono bergamasco a considerare l’affidamento dell’impianto ai privati, o tramite la vendita (come accaduto nella città orobica, con l’Atalanta che alla fine si è comprata lo stadio) oppure tramite una concessione lunga che permetta alla società lariana di investire e programmare con orizzonti ampi.
Butti, però, ha mosso una serie di rilievi all’intervento di Gori. Qui sotto l’intervento integrale.
Gori è un avversario, ma sindaco capace e avveduto. Ha parlato anche del futuro del nostro stadio (nuovo o ristrutturato). Avendo svolto un ruolo legislativamente decisivo sulla normativa che consente operazioni importanti per quanto riguarda gli stadi, vorrei precisare alcune cose.
1) il mitico Sinigaglia, con tutto il rispetto, non è lo stadio di Bergamo. È interamente sotto vincolo della Soprintendenza perché espressione del razionalismo architettonico
2) il quartiere in cui s’incastona il nostro gioiello non è, sempre col dovuto rispetto, quello che ospita lo stadio dell’Atalanta perché occhieggiano altri gioielli architettonici di bellezza stupefacente e si affaccia sul lago più bello del mondo.
3) Il Comune di Como, da anni e con amministrazioni di diverso colore ascolta ogni privato interessato a riqualificare il Sinigaglia e va detto che spesso la serietà degli interlocutori ha lasciato molto a desiderare.
4) Nella legge nazionale abbiamo voluto dare grande libertà di intervento ai privati e alle società di calcio. In alcune città ne hanno ampiamente approfittato, a Como no.
5) Allego “documentazione patrimoniale” dei proprietari del Como per far capire a tutti che se solo avessero voglia potrebbero redigere un progetto “intelligente” e utile sia alla città che al Calcio Como. Non solo, potrebbero remunerare rapidamente l’investimento coniugando le giuste ambizioni della squadra con quelle della città e dei residenti. Questa amministrazione, ripeto questa amministrazione, ha allungato la concessione a 12 anni che potrebbe essere ulteriormente allungata – come tutti sanno- in presenza di un progetto reale è fattibile. Il resto delle polemiche conta meno di zero.
A stretto giro di posta, però, oggi arriva la replica al deputato lariano da parte di Agenda Como 2030, la lista che sostiene Minghetti e racchiude Azione, Italia Viva, Volt e +Europa. La nota di seguito.
Ricapitolando: il senatore Butti dice che secondo i suoi sondaggi (quelli fatti a fine mandato con un gazebo, sic) lo stadio deve restare dov’è e com’è: decadente e vincolato. Ma anche che servono progetti (e non chiacchiere come quelle di Gori, il sindaco di Bergamo!)
Difficile capire perché intervenga proprio ora, quasi fosse lui il vero candidato nel centrodestra.
Ancora una volta, Butti nel tentativo di fare campagna elettorale, si ritrova a parlare alla stessa coalizione, visto che se c’è qualcuno che dovrebbe avere in mano progetti e non chiacchiere questo è proprio un altro signore che di cognome fa Butti, l’assessore all’Urbanistica della giunta Landriscina, Marco Butti.Marco Butti, non Giorgio Gori o Barbara Minghetti, ha amministrato il Comune di Como negli ultimi 5 anni. Forse inseguiva il sogno dell’ ”altro” Butti, che nel 2008 aveva stabilito di portare lo stadio fuori città, comunicando di aver trovato “operatori internazionali per un progetto di nuovo stadio a Como”. A distanza di 14 anni, nulla di fatto.
Rimarcare poi che la proprietà del Calcio Como sia ricca e che potrebbe intervenire ha il sapore, da un lato, del rimprovero gratuito, e dall’altro esprime la manifesta incapacità di questa giunta di cogliere opportunità importanti.
Barbara Minghetti ha parlato chiaro sul tema dello stadio: i rapporti con la proprietà, che già sono in corso, saranno improntati alla collaborazione con il Calcio Como a vantaggio di tutta la città. Su questa base si potrà valutare l’ipotesi di una concessione di lunga durata per un progetto che rilanci lo stadio – essenziale per più ambiziosi progetti sportivi, e non solo – e renda l’intera zona intorno al Sinigaglia a misura di sportivi e di famiglie, nel rispetto dei residenti.
Chi sa amministrare comprende che il calcio può essere un potente vettore di sviluppo. Perché lo diventi, deve essere gestito, con competenza e con una chiara visione. Che, beninteso, è diverso dall’avere “visioni” contraddittorie.
Butti Alessio ci informa che chi ha governato questa città non ha mosso un passo in questa direzione. Qualcuno lo dica a Butti Marco e magari al loro comune candidato.
Andrea Luppi, Azione
Francesco Cima Vivarelli, +Europa
Alberto Gaffuri, Italia Viva
Marco Seregni, Volt
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4 Commenti
Magari avessimo Gori come candidato sindaco a Como. Le chiacchiere le ha fatte da decenni il Butti Alessio semmai e questi sono i risultati.
Isadora, hai ragione. Se ne è parlato trentacinque anni fa nei sotterranei di via Diaz, sede DC e centro operativo del pentapartito. Con amministrazioni omogenee nei vari Comuni, sarebbe stato più semplice di adesso predisporre un “piano di cintura” per allocare le varie funzioni di cui la città ha bisogno. Purtroppo non se ne fece nulla; ora il percorso è decisamente in salita, ammesso di reperire un’area destinata ad una funzione così impattante.
Se non ricordo male la prima proposta di spostare lo stadio a Lazzago risale a 35-40 anni fa, riqualificando l’esistente e destinandolo ad altre finalità (spettacoli ecc.)… Como ha tempi rapidi per qualunque decisione importante…..
Forse Butti non ha capito la spiegazione di Gori a cui Minghetti ha aderito. Mi sembra che al momento nessuno voglia spostare lo stadio? Giusto invece prima chi governava aveva opinioni differenti, ci sta cambiare idea. Il problema è lo stadio lo sistema chi? Il Comune? I privati? Una JV Comune/privati? Ricordatevi che il problema maggiore è il traffico. La JV dovrebbe garantire anche da questo punto di vista.