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Stop ai tavolini alle 22, Gaddi sta con i locali: “Class action contro chi vuole Como morta”

Toccagli tutto – anche letteralmente – ma non la Como by night. Perché Sergio Gaddi, nome storico di Forza Italia in città, volto della trasmissione Rai “Uno Mattina” per l’arte e curatore delle grandi mostre a Villa Olmo nei tempi andati (nonché viveur di chiara fama), quando si imbatte nell’immancabile diatriba estiva tra residenti e locali, si imbufalisce.

E infatti così è anche ora, con il riesplodere della querelle sui locali di piazza De Gasperi per cui il Comune – dopo le rilevazioni fonometriche sui decibel serali disposte dal Tribunale a tutela di un residente che ha intentato causa – ha preavvisato i titolari sull’obbligo di ritirare i tavolini all’aperto partire dalle 22 (la vicenda, con gli interventi anche dell’imprenditore Carmine Giuliani, del capogruppo di Forza Italia Tony Tufano e le posizioni dell’assessore Marco Butti e dell’ufficio legale, è raccontata qui).

“La verità è una sola – dice con il solito ghigno provocatorio Gaddi – i giovani, i locali, chiunque desideri una Como viva, giovane, moderna dovrebbe ribaltare le cose. E dunque unirsi in una class action al contrario, cioè contro chi vuole uccidere la città turistica, chi vuole mortificare una Como che finalmente si sta aprendo al turismo e alla vita e invece deve sottostare di volta in volta alla dittatura del singolo che non gradisce la musica, che vuole il silenzio al tramonto, che ambisce all’atmosfera tombale nelle piazze, sul lungolago, ovunque”.

“Io stesso – prosegue sulla falsariga di questo tremendo post pubblicato sul profilo Facebook – lo scorso martedì sera piovoso e deserto ho assisto di persona alla solita sceneggiata di due vigli che, sotto il diluvio, multavano 4 macchinine sole e tristi in piazza della Funicolare (dove non si può sostare,ndr) anziché andare a caccia di ragazzini delinquenti che urinano per strada, ma questa è la solita cronaca”.

“La cosa ben più grave, invece – prosegue torrenziale l’ex assessore – è che vengo a sapere che il comune di Como si blocca davanti a un solo residente di piazza De Gasperi il quale pretende di far chiudere i 4 ristoranti della piazza (che non sono quelli della trasmissione) e quindi di far licenziare decine di lavoratori, alle 10 di sera. Alle dieci, nella piazza forse più turistica della città, di fronte al lago, quando in qualsiasi posto civile al mondo a quell’ora al massimo si è passati al secondo piatto. Poi uno dice che non si deve incazzare, ma come si può stare zitti davanti ad assurdità simili?”.

La realtà, naturalmente, è un po’ più complessa: il braccio di ferro legale tra il residente e i locali (4 nello specifico) prosegue da anni e la sentenza è attesa a brevissimo. Nel frattempo però, sulla base delle rilevazioni sui rumori compiute mesi fa dal tecnico incaricato dal Tribunale (rilevazioni che hanno certificato lo sforamento delle soglie di legge), i legali del residente hanno intimato al Comune di inibire la concessione per i tavoli, e l’amministrazione ha informato i titolari delle attività lche il nuovo orario sarebbe alle 22.

“Ma è comunque una follia – dice Gaddi – L’interesse privato di un singolo non può, non deve prevalere su quello collettivo. E oggi a Como, a partire da piazza De Gasperi, è evidente l’ interesse collettivo e prevalente per avere una città finalmente viva, non più un mortorio. E poi cosa facciamo, aspettiamo che si metta il silenziatore anche a piazza del Duomo, piazza Volta, piazza Mazzini? Ma allora a Milano sui Navigli, in centro a Brescia, in città alta a Bergamo cosa dovrebbero fare? I cittadini e i turisti legittimamente vogliono cenare all’aperto nelle sere d’estate, ma così si configura una evidente lesione di un interesse collettivo. Spero sul serio – chiude Gaddi tornando ai toni provocatori – in una class action contro chiunque voglia usurpare gli spazi pubblici per interesse personale. E invece c’è ancora chi parla di città turistica…”.

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