E’ destinata a far discutere la proposta lanciata oggi dall’associazione “Como Senza Frontiere”, occupata in prima linea nell’accoglienza e nell’assistenza a i migranti e senzatetto. In una lettera aperta, infatti, viene proposto di aprire le porte dell’ex Chiesa di San Francesco, accanto al Tribunale e sede espositiva comunale, per ospitarvi la trentina di persone senza dimora che già trascorrono la notte sotto il porticato dell’edificio.
Una proposta – viene spiegato nel documento – che non comporterebbe rischi e costi e per la cui temporanea riconversione a dormitorio notturno si chiede al Comune di rinviare eventuali eventi già in programma per i prossimi mesi.
Di seguito, il documento integrale di Como Senza Frontiere.
Da qualche settimana ormai decine di persone senza una dimora stabile, di provenienza locale o straniera, sono costrette a Como a dormire in strada, in condizioni assolutamente indegne di una città non solo “civile” ma “ricca”.
Molti si rifugiano e trovano riparo sotto il portico dell’ex chiesa di San Francesco, assistiti da un’associazione di volontariato. Crescono il disagio e le discussioni in città.
Eppure una prima, parziale, temporanea soluzione è a portata di mano. Basta prendere la chiave e aprire le porte dell’ex chiesa, da decenni adattata a sede di esposizioni ma da molti mesi assolutamente vuota.
Costi? Zero. Basta aprire una porta.
Rischi? Zero.
Migranti e volontari hanno tenuto perfettamente pulito per mesi il piano terra dell’autosilo Valmulini, nonostante le condizioni al limite e le ciniche decisioni dell’amministrazione cittadina (che aveva persino fatto chiudere l’acqua di un rubinetto nelle vicinanze), perché non dovrebbe essere possibile la stessa cosa nello spazio dell’ex chiesa? Ci sono persino alcuni servizi igienici.
Il decoro cittadino, cui si fa sempre appello, non avrebbe che da guadagnarci.
Il fatto poi che l’ex chiesa sia intitolata al santo poverello di Assisi sembra fatto apposta. La sua memoria non potrebbe esserne che vivificata.L’ex chiesa è destinata a manifestazioni artistiche e culturali? Vero. Allora facciamo dell’accoglienza in quel luogo un momento di crescita culturale con incontri, spettacoli, manifestazioni varie, coinvolgendo anche le persone “ospiti”. Uno degli obiettivi non è forse quello dell’integrazione?
La vitalità della cultura cittadina avrà modo di esprimersi e di trovare un pubblico internazionale da coinvolgere. E nel caso l’ex San Francesco fosse già impegnata nelle prossime settimane, si può sempre individuare una soluzione alternativa per quelle manifestazioni culturali: a Como gli spazi non mancano!
Chiediamo all’amministrazione cittadina di prendere con rapidità una decisione tanto coraggiosa quanto semplice, senza nascondersi dietro improbabili scuse.
Chiediamo alla città, alle persone impegnate in tutti i campi della cultura e dell’arte oltre che in quelli dell’accoglienza e dell’attivismo sociale, di condividere questa proposta.
Mentre si trova una soluzione efficace al problema delle persone senza dimora, sfruttiamo il tempo che ci è dato per capire e per imparare.Como senza frontiere