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Tariffe Como Acqua, Caprani stronca i 3 sindaci: “Propaganda vana, artificiosa e luoghi comuni”

Ha suscitato un vespaio la lettera dei tre sindaci di Bulgarograsso, Albese con Cassano e Ponte Lambro con cui gli stessi primi cittadini dicevano un chiaro no all’ipotesi di aumento delle tariffe del servizio idrico integrato che si discute oggi in Conferenza dei Sindaci dell’ATO di Como (che racchiude tutti i Sindaci della Provincia di Como).

Oggi arriva una “campana” totalmente opposta: quella del sindaco di Barni e dirigente di Forza Italia, Mauro Caprani. Il quale, con un’operazione certosina, prende la lettera che ComoZero ha pubblicato a nome dei tre sindaci contrari e ribatte (in neretto, nel testo sotto) punto su punto.

Como Acqua, oggi il parere sugli aumenti delle tariffe. Tre sindaci: “Noi contrari, ecco perché”

Alleghiamo dunque di seguito il documento originale firmato da Fabio Chindamo, Ettore Pelucchi e Carlo Ballabio con le repliche puntuali di Caprani.

1. Non è il momento storico per chiedere ulteriori aumenti considerato che l’acqua è una delle risorse utilizzate da tutti: cittadini, ma anche commercianti, artigiani, imprese. In molti territori della Provincia, anche a seguito dei vari passaggi societari che sono avvenuti nel recente passato, si sono già verificati importanti aumenti tariffari che hanno pesato molto nei bilanci familiari e in quelli delle piccole attività artigianali e commerciali del nostro territorio

Constato che, come spesso accade, si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali dei Cittadini condita con argomenti improntati a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni. Le difficoltà riscontrabili da tutti, però, non possono e non devono impedire la “visione” dovuta da un pubblico amministratore, nel salvaguardare ed ottimizzare un servizio prioritario quale è l’acqua pubblica. Investire oggi vuole dire risparmiare domani, oltre a recuperare i gap accumulati.

2. L’aumento del 1% per il 2021, pur consapevoli che si tratta di un aumento minimo, è però il segnale che il trend che il sistema sta seguendo è unicamente verso un aumento del costo dell’acqua e non di efficienza del sistema nella sua globalità. Siamo concordi che serva investire molto nel servizio idrico per efficientare il sistema ma non caricando il costo continuamente sugli utenti. Rinunciare al 1 % di aumento significa fare a meno di circa 225.000 Euro di investimenti, una cifra irrisoria se si tiene conto dell’ammontare complessivo degli investimenti nel periodo 2020-2023. In una società della dimensione di Como Acqua 225.000 potrebbero essere “trovati” riducendo alcuni costi di gestione.

Plaudo al fatto che gli stimati colleghi siano concordi che sia necessario investire nel ciclo integrato delle acque e saremmo, tutti, anche felici se Comoacqua potesse “stampare banconote” per sostenere gli investimenti. Ad ora, però, le norme vigenti ci obbligano a riversare in tariffa gli interventi, siano essi di manutenzione che di nuova realizzazione. Hanno ancora ragione, gli stimati colleghi, quando affermano che “225.000 potrebbero essere “trovati” riducendo alcuni costi di gestione”; potremmo iniziare col ridurre gli stipendi dei dirigenti di Comoacqua di cui, per carità divina nei confronti dei contribuenti, evito di rappresentare. In ogni caso a questo io sono pronto a farlo: e Voi? Se poi ci volessero anche indicare la strada su come fare ad efficientare il sistema senza aggiungere risorse gliene saremo grati. Ricordo comunque, in tema di risparmi, che la semplice fusione della società ha portato minori spese di € 460.000,00 dei consigli di amministrazione, 800.000,00 euro sulle forniture di energia elettrica e molto altro.

3. Riteniamo anche che si possa fare a meno dell’aumento nel suo complesso dando un vero segnale di attenzione al territorio che come Sindaci siamo chiamati a rappresentare. Se non si applicassero gli aumenti si ridurrebbero gli investimenti soltanto di 4 milioni e mezzo rispetto ai 90 milioni prospettati. Inoltre, l’ammontare degli investimenti realizzati nell’ambito del Sistema Idrico Integrato in questi anni, confrontato con quelli programmati, mette in evidenza che le risorse aggiuntive date dagli aumenti non sono spiegabili: ciò in quanto fino ad ora l’unico risultato certo è che parte del denaro non utilizzato sarà trasformato in tasse che la società paga.

Ciò che non è umanamente spiegabile, se restiamo nell’ambito dell’attenzione del territorio (ma opterei più per una galleria degli orrori), è come il precedente consiglio di amministrazione di Comoacqua abbia potuto inutilmente “spendere” circa 500.000,00 € in consulenze, perizie e piani industriali risultati sbagliati e che stavano portando la società al fallimento.

4. Siamo inoltre alla vigilia della stesura definitiva del NEXT GENERATION EU: quale migliore investimento per le prossime generazioni se non il servizio idrico integrato? La categoria dei Sindaci non può solo rappresentare l’ultimo anello della catena di comando, chiamata solo a ratificare le decisioni prese altrove.
L’acqua deve tornare ad essere l’interesse principale per le politiche di sviluppo dei nostri territori. E’ fondamentale quindi agire subito affinché il piano degli investimenti inserito nel piano d’ambito possa trovare finanziamento attraverso i contributi provenienti dallo Stato e non direttamente chiedendo sempre di più ai cittadini.

Ma come?! Prima si afferma che si può soprassedere su 225.000,00 € di investimenti ed alla fine auspicate un “agire subito”? Con i fondi del recovery fund… ottima scelta, direi, essendo a fondo perduto… o forse no, stante il fatto che anche quelli graveranno sui Cittadini. Tutti.

Stimati colleghi, mentre noi “giochiamo” sulle emozioni dei Cittadini il quadro economico e sociale della Nazione sta precipitando e cresce in tutta Europa un disagio profondo legato ad una crescente disuguaglianza sociale caratterizzata da una ricchezza concentrata in pochi e da una crescente povertà di massa e la mancata diagnosi delle ragioni di questa folle disuguaglianza sociale impedisce ad una classe dirigente di scarso profilo di dare risposte concrete. Vi inviterei, me compreso, ad accantonare silenzi di convenienza o alimentare inutili contrapposizioni condite da viltà piccole e grandi, che hanno prodotto, sempre, la stessa fine ingloriosa. Facciamo i Sindaci, come sappiamo fare. Nell’interesse delle future generazioni.

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Un commento

  1. Io invece plaudo all’intervento dei tre Sindaci da cui non si denota nessuna polemica ma una profonda attenzione ai cittadini che rappresentano. Saranno loro, infatti, che prima o poi dovranno raccontare ai loro cittadini che l’operazione Como Acqua non ha portato, almeno per ora, a una sensibile diminuzione di costi d’esercizio e neppure a una maggiore raccolta di finanziamenti per far fronte agli investimenti necessari. Non avranno invece bisogno di dirci, perché lo stiamo già constatando, che l’operazione Como Acqua non ha portato a evidenti miglioramenti della gestione ma ha portato solo ad aumenti di tariffa. Anche se il Sindaco di Barni non lo dice, il mediocre servizio e l’incremento dei costi lo vediamo e lo paghiamo tutti noi senza sconti….e soprattutto senza giustificazioni.

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