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Tassa sulla salute, rivolta dopo le parole del ministro. L’Associazione Frontalieri Ticino: “Siamo lavoratori non bancomat”

Tassa sulla Sanità: anche l’Associazione Frontalieri Ticino risponde al Ministro Giorgetti e chiede un immediato dietrofront: “Siamo lavoratori non bancomat”.

Insomma è una sorta di insurrezione generale lungo la fascia di confine tra Italia e Svizzera dopo l’ultima uscita del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti che ha detto che la nuova tassa sulla salute o la pagano i frontalieri o la pagheranno i comuni con i ristorni. Di seguito, la nota dell’Associazione Frontalieri Ticino.

L’Associazione Frontalieri Ticino esprime il proprio forte disaccordo con le affermazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, rilasciate durante l’evento di sabato sera a Villa Recalcati.

Ancora una volta, assistiamo a una narrazione errata e penalizzante nei confronti dei frontalieri, in particolare dei cosiddetti “vecchi frontalieri”, i quali già contribuiscono in modo significativo ai Comuni di frontiera attraverso i ristorni, come previsto dagli accordi bilaterali. Introdurre una nuova tassa sulla sanità rappresenterebbe una doppia imposizione ingiustificata e non prevista dagli stessi accordi.

Frontalieri: lavoratori, non un bancomat
I frontalieri non possono essere considerati un bancomat dal quale attingere risorse ogni volta che si presenta un problema di bilancio – dichiara Massimiliano Baioni, Presidente dell’Associazione Frontalieri Ticino – Ci sorprende che esponenti politici di rilievo, che da sempre si dichiarano vicini al territorio, sembrino oggi allontanarsi dal principio di tutela delle comunità locali e dei lavoratori. È inaccettabile che si cerchi di scaricare su di loro costi che dovrebbero essere coperti dallo Stato, mentre i ristorni vengono destinati ad altri utilizzi.”

“Si è parlato di usare i ristorni per risolvere crisi aziendali, ma non si è pensato di destinarne una parte al potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale – aggiunge Mattia Cavallini, Vicepresidente dell’Associazione – La tassa sulla sanità è una misura ingiusta e priva di logica, che va a colpire chi già contribuisce con la tassazione alla fonte. Non è accettabile che il Governo torni a proporre una misura già bocciata in passato.”

Una posizione già chiarita dal Ministero della Sanità
Già nel 2016 il Ministero della Sanità aveva chiarito che i frontalieri non devono alcun contributo aggiuntivo per la sanità, oltre a quanto già versato tramite l’imposta alla fonte.

Si tratta di una decisione priva di fondamento giuridico – prosegue Baioni – È inaccettabile che si ignori quanto già stabilito dalle istituzioni e si continui a far passare il messaggio che i frontalieri non contribuiscano abbastanza.”

Richiesta di un immediato dietrofront e apertura di un tavolo di confronto
L’Associazione Frontalieri Ticino rinnova la richiesta di un immediato dietrofront sulla tassa sulla salute e invita il Governo, la Regione Lombardia e tutte le parti coinvolte ad aprire un tavolo di confronto con sindacati e associazioni di rappresentanza.

“È necessario discutere in modo serio e costruttivo le problematiche dei frontalieri, senza imporre misure unilaterali che penalizzano migliaia di lavoratori e le loro famiglie – conclude Cavallini – Siamo pronti a un confronto, ma chiediamo risposte concrete e una visione chiara sul futuro dei frontalieri.”

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