Il Comune di Como, sebbene con qualche giorno di “latenza” rispetto alla denuncia tramite conferenza stampa della lista Civitas (che sta facendo il giro d’Italia) interviene sul caso dei cassonetti per la raccolta dei vestiti usati. Di fatto, l’amministrazione rivendica la scelta della gara pubblica per la concessione degli spazi ai soggetti interessati e comunque conferma che il vincitore del bando (il terzo, a dire il vero, con altri non assegnati per irregolarità nelle offerte) dovrà pagare i 400 euro annui a cassonetto.
“Per quanto riguarda l’assegnazione del servizio di raccolta di abiti e accessori usati attraverso dei cassonetti, a Como è necessaria una nuova concessione in quanto la precedente non era più prorogabile – si legge nella nota di Palazzo Cernezzi – E’ stata scelta una procedura ad evidenza pubblica per la trasparenza dell’iter. Con le due gare già espletate non è stato possibile assegnare il servizio per errori materiali nella presentazione delle offerte e per mancanza dei requisiti necessari (tra cui l’abilitazione alla gestione di questo tipo di rifiuti)”.
Come si accennava, il Comune conferma la “tassa sul cassonetto” che pure ha suscitato le ire di Bruno Magatti.
“Sta per partire l’iter per la nuova gara che sarà pubblicata su Sintel all’inizio di maggio – chiude la nota dell’amministrazione – La base d’asta è stata individuata dagli uffici in seguito a una ricerca di mercato su altri comuni italiani scegliendo la cifra intermedia di 400 euro annui per la concessione del servizio specifico. Si ricorda infine che è possibile conferire gli abiti usati anche al centro di raccolta di via Stazzi”.