Prima la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale e poi i primi confusi dettagli sull’applicazione della tassa sulla salute e soprattutto sull’eventualità che le regioni decidessero, vista la retroattività della norma, di farla pagare anche per gli anni passati essendo stata deliberata ormai due anni fa.
Ma almeno su questo punto interviene per chiarire e rasserenare gli animi l’assessore regionale competente Massimo Sertori, che sulle pagine del Cdt, dice senza esitazioni che “il prelievo della cosiddetta tassa sulla salute non sarà retroattivo. Ne stiamo ormai parlando da tempo e penso che finalizzeremo il tutto a gennaio, considerando anche i giorni di festa e i preparativi in corso per le Olimpiadi di Milano-Cortina”, ha detto Sertori al quotidiano ticinese, ribadendo comunque un elemento importante.
Ovvero che Regione Lombardia è intenzionata ad applicare l’aliquota più bassa, prelevando quindi il 3% del reddito netto di ciascun vecchio frontaliere che dovrà procedere attraverso un’autocertificazione, visto che l’Italia non è in possesso dei dati dei vecchi frontalieri e i Cantoni svizzeri hanno già detto che non li trasmetteranno.
Ma, fatto ancor più importante da evidenziare è che “come abbiamo già assicurato ai sindacati nel corso degli incontri che abbiamo avuto nei mesi scorsi, il prelievo partirà solo da quanto il provvedimento sarà attuato, e quindi nel 2026 in base al reddito del 2025. Senza, insomma, alcun prelievo retroattivo. Abbiamo stimato in media una cifra tra i 120 e i 150 euro al mese per usufruire di un servizio di cui i vecchi frontalieri già oggi beneficiano a titolo gratuito”
Risorse che, come dichiarato più volte, dovranno essere utilizzate per migliorare gli stipendi di medici e infermieri che lavorano negli ospedali di confine.
Intanto i sindacati italiani e svizzeri sono già pronti al ricorso in Corte Costituzionale.