Era atteso come passaggio decisivo per sapere se, quando e come si sarebbe applicata la tassa sulla salute a carico dei vecchi frontalieri. Ma la commissione speciale del Consiglio regionale sui Rapporti tra Lombardia e Confederazione Svizzera – invocata per mesi dal Pd e appena conclusasi in Regione – non ha dato i risultati sperati. Anzi non è proprio servita a fare chiarezza.
Quello della tassa sulla salute è un tema che sta animando il dibattito politico e che a sorpresa, proprio ieri ha visto anche Fratelli d’Italia, membro di giunta in Regione, presentare una mozione sul tema.
Ma ecco in sintesi cosa è emerso dalla commissione. Innanzitutto, il consigliere del Pd Angelo Orsenigo ha fatto il punto della situazione. “Fin da quando si è parlato di questa tassa abbiamo avanzato dubbi. Avevamo chiesto che oggi, per fugare questi dubbi che ci fosse l’assessore Bertolaso ma non è stato possibile. Chiediamo al dg del welfare allora di spiegare se e come la Giunta regionale intenda applicare la norma rivolta ai vecchi frontalieri. Una tassa che abbiamo da sempre considerato ingiusta”.
Chiare, dunque, le richieste di spiegazioni rivolte a Mario Melazzini (Welfare). “Come Regione Lombardia intende attivare tale tassa e come funzionerà l’eventuale autocertificazione nonché l’ammontare della tassa – chiede Orsenigo – E quanti saranno i frontalieri coinvolti? E infine come saranno usate tali eventuali somme?”.
Dubbi così affrontati. “Non siamo stati fermi, abbiamo lavorato, sentito sindacati e fatto incontri. E non abbiamo nessun dubbio sulla legittimità della legge – ha spiegato Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia – La mozione di cui si è parlato e che arriva dalla maggioranza è proprio voluta non per discutere la legittimità della legge ma, visti i dubbi e le tante richieste arrivate, la mozione vuole solo eliminare tali dubbi prima di partire con la procedura che porterà all’applicazione. Le leggi sono leggi e si applicano. Inutili a tal proposito anche le parole in arrivo dal Piemonte dove c’è chi dice che non applicherà tale tassa. Non è possibile, la Regione Piemonte non ha facoltà di non applicare una legge”
“Mi sembra che si facciano i conti senza l’oste. Ancora non ci sono i decreti attuativi. Ma essendo una norma dello Stato è da rispettare – dice Mario Melazzini – e quando ci saranno tali decreti si applicherà. Per fare un esempio in base ai dati il 60% degli infermieri di Lecco considererebbe la possibilità di cambiare provincia lavorativa e l’8% ha inviato il curriculum in Svizzera. Utile l’indennità confine. Ma adesso dobbiamo chiarire i dettagli a livello di numeri di persone coinvolte e conteggi”.
Sulle cifre “siamo in ambito di proiezioni. Si parla di un ammontare che potrebbe variare tra 30 euro mensili che all’anno genererebbero 33 milioni di introiti e i 200 euro mensili con all’anno entrate da 223 milioni”, spiega Melazzini che ribadisce come si sia però nelle fasi di stime e proiezioni.
Delusione da parte del Pd per le “mancanza di risposte chiare e il non agire rapidamente per capire”, ha detto il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti. ” – precisa Melazzini
Il Pd chiederà ora audizione all’assessore al bilancio per le questioni fiscali e al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.