RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Tavolini e ‘diktat’ su colori e tovaglie, dal sindaco ultimatum ai locali. Coro di critiche: “Vuole farli chiudere?”

La posta in gioco è di quelle che valgono, e tanto. Soprattutto in una città sempre più turistica quale è diventata Como. E così la commissione consiliare odierna era molto attesa. Sul tavolo il provvedimento, che approderà a gennaio in Consiglio comunale, che sancisce una sensibile riduzione degli spazi concessi agli esercenti.

E così dopo la stretta sui dehors, il sindaco ha ribadito questo imminente giro di vite. Oggi, dunque, la commissione che è subito entrata nel vivo. Nel dettaglio il sindaco ha passato in rassegna gli articoli del regolamento, ribadendo la linea tracciata, senza esitazioni.

L’esordio è stato di natura generale. “Sulla base di cosa in passato abbiamo dato i metri quadri ai locali per l’esterno? Perché prima le caratteristiche dei dehors venivano data discrezionalmente dagli uffici? Tutto ciò non accadrà più. E chi non paga entro i termini chiude”.

Confermato il fatto che i tavolini saranno ridotti e omologati: ovvero tutti uguali. Innanzitutto, la parte di suolo pubblico in concessione potrà essere al massimo 2 volte la superficie di somministrazione interna del locale (esclusi bancone, retrobanco, servizi igienici, corridoi, locali tecnici) e non dovrà superare i 90 mq. La metà rispetto all’attuale regolamento. “Pochissimi hanno i 9o metri quadri. Inoltre due volte lo spazio interno è già eccessivo, valutabile anche un emendamento (in consiglio comunale, ndr) in tema per portarlo a un rapporto di 1 a 1″, dice Rapinese rilanciando addirittura.

Gli animi si sono scaldati con l’intervento del consigliere comunale di FdI Antonio Tufano. “Chi paga l’affitto di un locale e ha l’attività basata solo o all’80% su tavoli esterni non avrà più spazi? E poi, avete parlato anche con i commercianti prima di fare il regolamento? Perché certi articoli sembra siano fatti senza sapere cosa accade in città. Ad esempio per certi locali, l’80% del fatturato viene fatto in estate. E quando fa caldo ci si vuole sedere fuori. Così si mettono in crisi quanti hanno un bancone e poi essenzialmente spazi solo all’aperto. Cosa devono fare? Chiudere?”.

Netta la replica: “Abbiamo solo ridotto le proporzioni tra interno e esterno. Non si può fare altro, a prescindere dalle caratteristiche dei locali. La vivibilità passa anche dal numero di tavolini presenti. Abbiamo dato una misurazione per dare maggior ordine e tale è. Valutazioni rese necessarie anche per sottrarre dal computo, ad esempio,  spazi che nulla hanno a che fare con la somministrazione, penso al bagno”.

Ribadito poi anche il divieto a esercitare “attività differenti da quelle per le quali è stato richiesto il suolo pubblico come promozione commerciale, taxi boat o altro”, spiega Rapinese.

Sotto i portici non sarà più possibile collocare tavolini e sedute: “Sono entusiasta di questa norma”, spiega Rapinese.

Mentre gli arredi dovranno rispettare criteri estetici uniformi e molto rigidi. Tavoli, sedie, porta menù e fioriere dovranno essere esclusivamente di colore grigio antracite; gli ombrelloni ammessi soltanto in tonalità bianco perla, con tanto di riferimento cromatico indicato nella bozza di regolamento; le tovaglie dovranno essere in tinta unita, mettendo al bando fantasie e colori.

“Tutto quello che vedete in giro per la città che non ha tali criteri estetici non va bene, è frutto di una deroga che non ha più ragione di essere. Prima era già così”, dice il sindaco. Niente divanetti, paraventi, mobiletti, panchine, cestini per i rifiuti o decorazioni di vario genere.

Altro passaggio riservato dal sapore di ultimatum è arrivato dal primo cittadino a chi “occupa abusivamente il suolo pubblico: deve subito rimuovere ciò che non è a norma. E chi commette tale errore sappia che poi per 2 anni, come previsto, non potrà accedere al Comune per fare pratiche relative. Se siete in tali condizioni rimuovete stanotte. Verificate le concessioni, e l’ho detto anche a Confcommercio”, dice Rapinese.

Terminata la rassegna degli articoli del regolamento, gli animi si sono accesi. “Percepisco acredine verso i commercianti – dice Paola Tocchetti (ex esponente della Lista Rapinese Sindaco passata a Forza Italia) – Gli esercenti hanno solo fatto delle richieste e avuto autorizzazioni, al netto di chi ne ha poi approfittato. Bene la linea di indirizzo ma eccessivo definire tutto, dai colori, alla tovaglie. Mi sembra si sia andati oltre”.

“Tutto quanto è disarmonico dovrà essere messo a norma al momento del rinnovo se si rivuole il suolo pubblico”,  dice il sindaco.

Secco Alessandro Falanga (Forza Italia). “Le commissioni dovrebbero servire a costruire eventuali modifiche insieme ma nulla è stato fatto. Siamo davanti a un regolamento oppressivo per i commercianti. Mi chiedo ad esempio come sia possibile per un piccolo bar con pochi metri quadrati stare in tale limiti”.

“Condivido il voler mettere in ordine ma si è andati ben oltre. Alcune misure sono penalizzanti per i commercianti”, dice Stefano Fanetti (Pd).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo