Disagi in vista per chi si dovrà spostare nelle 48 ore di martedì 5 e mercoledì 6 luglio. Da domani infatti i tassisti entrano in sciopero. Un’astensione annunciata da tempo a livello nazionale che viene sostenuta e rivendicata anche in città. Attenzione dunque perché in molti terrano le auto ferme. Proprio per scongiurare questo stop del settore la vice ministra delle Infrastrutture e Trasporti Teresa Bellanova ha convocato nelle scorse ore le parti per trovare un’intesa che però non è arrivata. Notizia che cala pesantemente su Como dove, è noto, il turismo già da tempo rende il servizio una perla rara per i cittadini, tanto che prima delle elezioni del nuovo sindaco, la categoria aveva inviato una lettera aperta ai candidati: Elezioni, lettera dei tassisti: “Malfunzionamento della macchina turismo, disagi per i comaschi. Noi inascoltati dal Comune”.
Il motivo alla base della protesta risiede tutto nell’articolo 10 del Ddl concorrenza che apre alla liberalizzazione del settore e che i conducenti di taxi vogliono stralciare. Il timore è che così facendo dovranno combattere con la concorrenza di servizi di noleggio con conducente e di app come Uber e Lyft, che mettono in contatto clienti e autisti privati. “I tassisti di Confartigianato Imprese Como – spiega il presidente del settore Francesco Mattei – dovrebbero aderire tutti. Siamo consapevole delle problematiche che caratterizzano il nostro territorio in termini di viabilità e di trasporti, così come capisco le difficoltà che si incontrano nel cercare di risolverli. Allo stesso tempo però condivido il disagio della categoria, e per questo spero che aderiscano tutti e 45 i tassisti di Como, anche perché ci giochiamo il nostro futuro. Questo viene sempre più messo a rischio da multinazionali che guardano solo il loro interesse economico e puntano a rendere i lavoratori schiavetti sottopagati. Vogliono deregolamentare un servizio che funziona bene e che stiamo cercando di innovare e migliorare sempre di più. Ci scusiamo quindi per i possibili disagi, ma sono certo che capirete le nostre motivazioni, grazie”.
I passaggi contestati dell’articolo 10 sono principalmente due: il primo è quello dove si menziona «l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti»; il secondo invece è «la promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati». Il parlamento dovrebbe approvare il testo entro il 22 luglio. I tassisti aderenti a Cna Fita, anch’essi coinvolti e Confartigianato Trasporti sottolineano che “il servizio erogato è pubblico, con una tariffa amministrata dal Comune, non soggetta a variazione a seconda della richiesta, come invece accade su queste piattaforme dove nei momenti in cui si intensificano le chiamate, un algoritmo va a incidere sulla maggiorazione della tariffa, speculando così sulle esigenze dell’utenza”. Le associazioni comunque lasciano possibilità di scelta ai singoli tassisti di aderire o meno.
5 Commenti
Che scioperino o meno il servizio non cambia: inesistente.
Liberalizzare le licenze, punto. I Taxisti hanno gli stessi problemi del resto del Paese e chiedono interventi ma ai cittadini andrebbe garantito un servizio che troppo spesso manca.
Speriamo vengano liberalizzate le licenze, così ci sarà la vera concorrenza e si troveranno taxi AL GIUSTO PREZZO, come in tutto il mondo.
Proprio perché capiamo le vostre ridicole motivazioni (mantenere privilegi, annullare la concorrenza) che dello sciopero non ci interessa nulla e speriamo che il ddl concorrenza passi esattamente com’è!
Lobby che tiene in scacco un Paese.
Inaccettabile