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Terza linea del forno Acsm, Assemblee Popolari: “Perplessi dalle parole di Annoni”. Petizione contro e confronto pubblico

Martedì scorso, 7 dicembre, Il tema della terza linea del forno di Acsm Agam per bruciare i fanghi di depurazione è approdato in Consiglio comunale a Como (il Comune è socio al 9,61% della multiutility).

Dibattito aperto da una mozione fortemente scettica alla realizzazione dell’impianto presentata dal consigliere Cinque Stelle, Fabio Aleotti, e siglata anche dai consiglieri Guido Rovi (Civitas) e Pierangela Torresani (Gruppo Misto). Alle perplessità dei consiglieri ha risposto l’assessore all’Ambiente, Paolo Annoni (qui la cronaca integrale).

Le parole di Annoni hanno portato a una dura reazione del Comitato Assemblee Popolari. Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

Siamo rimasti perplessi dalle parole che l’Assessore Annoni ha speso in risposta alla mozione presentata in consiglio comunale dal consigliere Aleotti Fabio lunedì 6 dicembre in cui in sintesi si chiede di accertarsi della validità della proposta del gruppo Acsm Agam di avviare una terza linea adibita all’incenerimento dei fanghi, di provare a trovare soluzioni tecnologiche alternative a quest’ultima e di avere della documentazione da parte del gruppo Acsm Agam che motivi la loro scelta. Ricordiamo che Annoni Paolo è il nuovo assessore all’Ambiente e all’ecologia; vorremmo si tenesse ben presente il suo ruolo affinché si possa comprendere a pieno con quale mentalità Annoni e perciò il Comune prestino attenzione alla tematica e di conseguenza al settore ambientale. Trascriviamo una sua affermazione in merito durante l’ultimo consiglio comunale: “La destinazione al forno come già adesso avviene è probabilmente il futuro”.

Ed è proprio qui che noi vogliamo inserirci.

Non stiamo dubitando dell’efficienza dei termovalorizzatori in quanto tali. In una visione politica in cui ancora si parla di rifiuti e del loro smaltimento la tecnologia del termovalorizzatore è all’avanguardia, in quanto non solo smaltisce il rifiuto ma genera dal processo di smaltimento energia che viene riutilizzata e ridistribuita. Ottima tecnologia di per sé. Oggi dobbiamo fare i conti con la realtà; tenendo presente le innovazioni tecnologiche, lo sviluppo avuto da queste e il momento storico delicato, si può comprendere che si trattava di una eccellente tecnologia ma che ormai è obsoleta e che non potrà più portare i risultati sperati per il semplice motivo che le condizioni presenti oggi non permettono alla struttura di sfruttare a pieno il suo potenziale. Provare a farlo significherebbe soltanto peggiorare le condizioni esistenti locali e contribuire al peggioramento di quelle globali: condizioni ambientali, sociali, salutari, economiche, viabilistiche e lavorative.

La mentalità che rimane ancorata al concetto di rifiuto al contrario da quello che dice l’assessore Annoni è una mentalità che non rispetta l’idea di circolarità, né dal lato economico ne dal lato della gestione delle risorse, anzi è esattamente la stessa mentalità che fino ad oggi ha dominato presentandoci dei conti salatissimi.

Nello specifico il termovalorizzatore funziona tramite la combustione dei rifiuti; per essere funzionante e prestante il forno avrà bisogno di materiale da bruciare per generare la combustione. Ne consegue a rigor di logica che sarà necessario generare rifiuti da portare in dono al forno perché questo possa adempiere alle sue funzioni. Ciò non è assolutamente in linea con quanto concordato a livello Europeo che invece cerca di diminuire la produzione di rifiuti, un esempio molto banale è la raccolta differenziata.
È quindi una mentalità che va superata e che richiede uno sforzo comune non indifferente ma necessario.

Per farlo rinnoviamo l’invito al confronto pubblico al quale hanno al momento dato disponibilità Cgil, Cisl e Uil, i consiglieri Aleotti Fabio, Magatti Bruno, Torresani Pierangela e l’assessore Annoni Paolo.

Ultima considerazione che facciamo senza dilungarci è rispetto al monito dell’assessore ai sindacati per quanto riguarda le ipotetiche possibilità occupazionali che potrà fornire la terza linea.
Si tratta di un dato che si da un po’ per assodato: è vero, inizialmente all’apertura della nuova linea saranno aperte nuove postazioni di lavoro, ma per quanto tempo e a quali condizioni?
Si potrebbe fare un ragionamento occupazionale similare ripensando al ciclo della gestione delle risorse e delle materie favorendo un circuito diverso e virtuoso.

Come noto poi è stata lanciata una petizione su Change:

Como: nuovo inceneritore fanghi alla Guzza? No Grazie! Fermiamolo insieme

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