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Terza linea del forno, mozione rinviata. Ira Rapinese: “L’assessore Annoni si dimetta”

Il progetto di terza linea del termovalorizzatore si sta trasformando sempre di più nel tema politico di questo fine mandato. Dopo le audizioni dei vari soggetti coinvolti da parte della commissione speciale istituita per arrivare a dare un parere sul piano (gli ultimi aggiornamenti), ieri sera in consiglio comunale si sono nuovamente accesi gli animi.

In discussione doveva esserci una mozione presentata da Alessandro Rapinese per “esprimere parere contrario” al progetto di Acsm Agam. E qui si è consumato un doppio strappo. Innanzitutto è stata bocciata la richiesta di trattare l’argomento, vista la sua delicatezza, in apertura di seduta. Ma soprattutto è invece stata accolta con ben21 voti favorevoli la richiesta di sospensiva proposta da Mario Gorla (presidente della commissione speciale) che ha proposto di rinviare la discussione a lavori ultimati da parte della Commissione. Solo sette consiglieri hanno votato contro la richiesta di sospensiva per poter così giungere ad esprimere voto negativo alla realizzazione della terza linea: Rapinese, Anzaldo, Torresani, Martinelli, Mantovani, Rovi e Aleotti. E da qui è scatta l’ira del proponente che ha oggi chiesto anche le dimissioni dell’assessore competente Paolo Annoni. “I partiti hanno deciso di continuare nella loro ipocrita strategia: simulare contrarietà all’argomento, far passare tempo per poi, quando l’attenzione scemerà, portare a termine il malefico progetto di rendere Como capitale del rifiuto”.

E subito dopo l’attacco all’assessore Annoni che, nei giorni scorsi, parlando del tema aveva tirato in ballo Papa Francesco nelle encicliche Laudato Sii del 2015 e Fratelli Tutti del 2020 dove parlava in questi termini dell’ambiente: “Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un “noi” che abita la Casa comune. Tale cura non interessa ai poteri economici che hanno bisogno di entrate veloci. Bisogna escludere dagli investimenti le aziende non sostenibili”, Ebbene “quell’assessore, tale Paolo Annoni, oggi dovrebbe dimettersi”, conclude Rapinese.

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10 Commenti

  1. La gente per bene prima di fare delle scelte va sul posto, sente i residenti in zona, verifica e porta alla pubblica opinione il risultato. E chiede, non decide, chiede. Vale per tutti. Sospendete questa vaccata, spostatela ad Aprile, poi si vedrá. Certo che in Comune bisogna avere le sfere per fare questa scelta. Vale per eletti ed opposizione.

  2. Trovo divertente che Rapinese abbia chiesto le dimissioni di Annoni e l’annullamento “de facto” dei lavori della Commissione. Annoni al massimo potrà incatenarsi alle cancellate per evitare i lavori e la Commissione al massimo potrà barattare qualche posto di lavoro in più: da dieci promessi a quindici? Mah…. Quando si promettono i posti di lavoro, si vogliono farsi perdonare le porcate. Rapinese dovrebbe concentrare, invece che sulla sua personale campagna elettorale, sui perché la ACSM ha scelto Como. Il termovalorizzatore è vicino a centri abitati, non è su una strada a scorrimento veloce, è lontano dai depuratori quasi tutti posti fuori provincia e più a Sud, ha spazi limitati per la costruzione e anche per la logistica di cantiere: è il luogo più adatto? Non c’era nulla di meglio? Perché proprio a Como? Questa è la domanda che bisogna porsi per capire meglio come evitare questa jattura. Ma i giochi sono fatti e con questo Rapinese può fare solo campagna elettorale rovinando la festa a qualche candidato rivale. ?

  3. Fatemi capire: al di là della faccenda “terza linea forno” (in questo paese non si trova mai la collocazione adatta per le cose necessari “MAI NEL MIO GIARDINO”). il “democratico” Rapinese non accetta il risultato democratico del Consiglio Comunale. “Annamo bene!” direbbe la Sora Lella

  4. Pensiero cattivello: e se Rapinese, che prima della storia del forno sembrava un po’ a corto di idee, stia cominciando a vedersi sfilare da sotto il naso la più grande occasione di rilancio che gli potesse capitare?
    Voglio dire, il consiglio comunale la sua strada l’aveva già intrapresa, ed era quella di istituire una commissione che valutasse l’impatto di questa maledetta terza linea. Cosa avrebbe dovuto fare ieri sera, votare a favore del “no a prescindere” disconoscendo il ruolo della commissione istituita due settimane prima?
    Ovviamente adesso è la politica (quelli che Rapinese chiama “i partiti”) che deve dimostrarsi matura: coinvolga la cittadinanza, la porti con dei pullman a vedere cosa vuol dire avere un impianto così nei paraggi, valuti soluzioni alternative.
    Insomma, non dia ragione a Rapinese dando l’idea che il finale di questa storia sia già scritto e che si voglia soltanto prendere tempo affinché la gente possa abituarcisi un poco per volta.

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