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Ticino, sempre meno lavoratori svizzeri. La Lega dei Ticinesi al solito accusa: “L’invasione dei frontalieri da Sud”

Il recente rapporto della Seco parla chiaro. In Svizzera, da un lato è caccia agli informatici mentre per quanto riguarda il Canton Ticino viene sottolineata la necessità di “monitorare il mercato del lavoro e i salari” che sono sempre più bassi rispetto al resto della Confederazione mentre cresce il numero dei frontalieri. Questa la sintesi (qui il rapporto completo).

E tanto basta per scatenare l’attacco della Lega dei Ticinesi. “La libera circolazione senza limiti non è più sostenibile. Urgono clausole di salvaguardia, come da richiesta della Lega! Nei giorni scorsi la Seco ha pubblicato il 18esimo rapporto sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera ed Ue. Nel documento si scrive, udite udite, che il mercato del lavoro ticinese va monitorato. Perché evidentemente c’è qualcosa che non va.”

E di qui parte in rapida successione l’attacco ai frontalieri da parte del consigliere Lorenzo Quadri. “Come sappiamo in Ticino i frontalieri continuano ad aumentare: ormai costituiscono un terzo dei lavoratori (quando la media nazionale naviga attorno al 6-7%). Nel nostro Cantone, il numero dei permessi G è aumentato del 66% in soli 10 anni. I due terzi dei frontalieri lavorano nel settore terziario, dove non c’è alcuna carenza di manodopera indigena. Ed infatti il rapporto dell’Osservatorio ammette che il tasso di partecipazione dei residenti al mercato del lavoro ticinese non è cresciuto negli ultimi 5 anni: questo significa che dei nuovi impieghi che sono stati creati hanno beneficiato soltanto i frontalieri. Quanto ai salari, in questo sfigatissimo Cantone sono i più bassi della Svizzera, e il divario cresce sempre più”.

Ad aggravare la situazione e a rendere ancora più indigeribile la realtà per la Lega anche un altro elemento. “Il rafforzamento del franco, oltretutto, giova ai frontalieri: per loro comporta di fatto un aumento in busta paga. Una vera manna. Che si somma al risparmio sulla benzina. Il governo italiano ha da mesi introdotto gli sgravi fiscali sul carburante. A Berna, invece, la partitocrazia non ne vuole sapere. Morale della favola: i “nostri” sono sempre più svantaggiati in casa propria, gli altri sempre più favoriti! Avanti, continuiamo a fomentare l’invasione da sud”

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2 Commenti

  1. “L’invasione dei frontalieri da Sud”: vedo difficile che vangano dal nord.
    Del resto al nord considerano i ticinesi i “terroni della Svizzera” (proprio quando voglio fare un complimento ai ticinesi).

  2. Questo Quadri non sa più a cosa appellarsi. A gennaio 2023 mi risulta cambierà la normativa per i neo assunti “Frontalieri”, che di fatto verranno tassati al punto tale che non sarà più conveniente farsi assumere in Svizzera. Quindi la disoccupazione dei “poveri” svizzeri scomparirà e il Ticino potrà finalmente vantarsi delle “eccelse” capacità lavorative locali. Così Quadri la finirà finalmente di rompere letteralmente le palle!

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