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San Martino, abbattute decine di tigli antichi. Per Ats “malati e pericolosi” ma gli ecologisti protestano

Nel corso della conferenza stampa della lista Europa Verde per le prossime elezioni comunali, è emerso anche il caso rispetto al taglio di decine di tigli – alcuni forse addirittura centenari – nell’area del San Martino, alle spalle dell’Hospice e accanto a un campo sportivo.

L’abbattimento, avvenuto nei giorni scorsi, è stato deciso da Ats Insubria (proprietaria di quell’area) sulla scorta di una perzia di una agronomo redatta nel 2019. Il documento indicava le piante come gravemente sofferenti (come testimonierebbero i tronchi quasi vuoti degli alberi, in alcuni casi) ma, come è stato riferito questa mattina, in realtà non era stata esclusa la possibiltà di un recupero.

Alla fine, però, la decisione finale (con il benestare anche della Soprintendenza), con l’obiettivo di Ats di non mettere a repentaglio l’incolumità delle persone – è stata quella del taglio. Da sottolineare anche che le piante saranno tutte sostituite con nuovi carpini.

A fronte di questa ricostruzione, oggi il tema si è affacciato più volte nella conferenza stampa di Eurpa Verde e Elisabetta Patelli è intervenuta sulla vicenda.

“Paradossale che proprio un’azienda sanitaria commissioni un taglio di alberi nel parco San Martino – dice Patelli – In questi anni dovremmo aver imparato a pensare agli alberi anche come infrastruttura di salute pubblica per il benessere fisico e mentale dei cittadini. Oltre al sequestro di anidride carbonica, i principali benefici del verde da questo punto di vista sono: riduzione del rischio di malattie respiratorie e cardiocircolatorie legate all’inquinamento, riduzione di problemi legati al peso, riduzione delle morti per colpi di calore, riduzione di stress, ansia e depressione e deficit dell’attenzione. Ogni anno tra i 3 e i 4 milioni di persone nel mondo muoiono a causa dell’inquinamento atmosferico . D’estate migliaia di morti sono conseguenza delle ondate di caldo torrido che si verificano nelle aree urbane”.

“Gli studi hanno dimostrato che gli alberi sono una soluzione economica per vincere entrambe queste sfide – ha concluso Patelli – Ipocritamente si assicura che le essenze tagliate verranno sostituite con arbusti giovani, specie che non raggiungeranno la stessa grandezza e dunque non potranno mai svolgere servizi preziosi quanto quelli dei grandi alberi. Si calcola che per replicare la superficie fogliare di un solo platano vecchio, si dovrebbero piantare 60 nuovi alberi. Purtroppo, la sostituzione di vecchi alberi con piccole specie ornamentali è ormai una tendenza in molte città e porta alla creazione dei cosiddetti “paesaggi lecca-lecca” (Mark Johnston). La forestazione urbana deve essere lenta, costante, programmata e ben assistita. C’è bisogno di un impegno a lungo termine, volto a riconoscere che gli alberi sono un vero e proprio bene comune”.

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2 Commenti

  1. Alcuni saranno stati anche malati e pericolanti ma non mi sembrava necessaria una “simile strage”. Hanno poi pensato a come e quando ripiantare essenze arboree nuove o, come al solito, sperano in qualche volontariato.

  2. Rassegnamoci perché i 200.000.000.000,00duecentomiliardi del PRRN saranno tutti spesi così!!!!
    In pratica un autogoal pazzesco che farà ricchi pochissimi già straricchi e lascerà ambiente e città devastate da interventi NOCIVI E SENZA SENSO!!!
    TRA POCO IL LUNGOLAGO FARÀ LA, STESSA FINE ORRENDA SENZA CHE I RESPONSABILI DI TALE INCURIA PAGHINO DI TASCA LORO.
    AL CONTRARIO OTTERRANNO I BENEFIT, I PREMI IN DENARO PER AVER RAGGIUNTO GLI OBIETTIVI.

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