Con una lunga e aspramente critica nota diffusa oggi, il circolo di Legambiente Como “Angelo Vassallo” stronca il progetto per il recupero dell’area Ticosa presentato pochi giorni fa da Acinque e Comune di Como. Qui trovate tutti i dettagli, ma i due caposaldi del progetto sono noti: un gigantesco parcheggio da oltre 900 posti auto e una copertura di gran parte dell’arte con un parco fotovoltaico. E proprio su queste proposte si concentrano le critiche di Legambiente. Di seguito, la nota integrale.
Il circolo Legambiente di Como “A. Vassallo” ha appreso dai media locali la proposta avanzata da Acinque spa in merito alla rifunzionalizzazione del comparto denominato ex Ticosa. La stessa prevede la realizzazione di un maxi parcheggio, un hub commerciale, un parco fotovoltaico e la contestuale bonifica della residua “cella 3”. Dopo decenni di inazione, l’ipotesi progettuale appare inadeguata sotto diversi punti di vista. In primo luogo è riduttivo pensare di rifunzionalizzare questo importante brano di città puntando in via prioritaria sulla realizzazione di posteggi, secondo un modello antistorico che richiama le auto verso il centro della città, riduce la domanda di trasporto pubblico locale, ed incrementa l’impermeabilizzazione e l’inquinamento correlato.
Inoltre il parco fotovoltaico, il parcheggio e l’hub commerciale sarebbero per decenni ad esclusivo beneficio dell’ente gestore, mentre non è prevista nemmeno la realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile, la quale avrebbe potuto ridurre i costi energetici a carico del Comune e sollevare taluni segmenti sociali fragili dalla povertà energetica.
L’operazione proposta dal Comune appare puramente di tipo economico-speculativo a favore del gestore. Ci teniamo a precisare che Legambiente è favorevole alla realizzazione di impianti di energia rinnovabile e valuta molto positivamente l’implementazione di Comunità Energetiche (come sta avvenendo in altri comuni del nostro territorio), ma non ritiene adeguato a questo fine il comparto ex Ticosa che dovrebbe essere valorizzato molto meglio, puntando su una polifunzionalità che in questo progetto è del tutto marginale: si parla soltanto di un ristorante e box office per turisti, giochi per bambini, una velostazione, peraltro disconnessa da intersezioni modali di TPL, punto critico che vale la pena evidenziare.
Le aree a verde sono pensate solo come ornamento, perlopiù non fruibili in quanto pensili, poste sopra le coperture dei posteggi. È totalmente assente la prospettiva di inserire in questo spazio un parco urbano, uno spazio che contribuirebbe in modo significativo alla riqualificazione del quartiere, andando a costituire uno spazio verde e fruibile da bambini, famiglie, anziani, con alberi anche di alto fusto che riducano le isole di calore e possano assorbire parte dell’inquinamento generato dal traffico.
Si riscontra, inoltre, l’assenza della funzione residenziale, del piccolo commercio di vicinato e di spazi idonei per la socialità. L’edificio “Santarella”, infine, non è contemplato dall’intervento, non è chiara la sua funzione né l’indice di priorità attribuito al suo riutilizzo, nonché la disponibilità economica messa in campo per un eventuale, futuro intervento.
Complessivamente il vantaggio per la città, inteso come risposta concreta a bisogni condivisi, compresa la ricucitura di un comparto strategico con il Centro Storico e con la parte alta di via Milano, a nostro avviso è molto contenuta. Due terzi dei costi previsti sono a carico del comune, mentre i proventi saranno per i prossimi 30 anni a totale appannaggio della multiutility aggiudicataria che – seppure partecipata dagli enti locali che la costituiscono – agisce comunque con finalità privatistiche.
Dal punto di vista ambientale l’opera appare impattante sia per quanto riguarda l’aspetto percettivo visivo, che per l’aumento dell’impermeabilizzazione e degli elementi inquinanti. Si parla di riduzione di CO2 a seguito della messa in opera dei pannelli, ma non viene stimato l’inquinamento causato dall’incremento di auto (usura dei freni, dei pneumatici, scarichi), che a centinaia e in alcuni giorni a migliaia arriveranno alle porte di una città che già soffre per la presenza di alte concentrazioni nell’aria di polveri sottili, biossido di carbonio, ozono. Tali svantaggi non sono compensati dalla semplice costruzione di una velostazione, a fronte della realizzazione invece di una sorta di mega “car park”. L’inserimento degli 8 milioni di euro relativi alla bonifica della “cella 3”, se realizzata, come pare, da Acinque, rappresenterebbe un ulteriore beneficio per le casse della multiutility, il cui contributo finanziario al progetto complessivo risulterebbe ulteriormente ridimensionato.
Il circolo si riserva di effettuare ulteriori approfondimenti quando sarà disponibile un
progetto dell’opera più compiuto ed articolato.
Il direttivo del Circolo Legambiente “A. Vassallo” di Como.
5 Commenti
Avrei pur io anelato ad un bosco urbano, una oasi verde cittadina.
A questi desideri facilmente gli interessati potrebbero replicare che il verde lo si può trovare a poche centinaia di metri, in linea d’aria, sulle alture attorno al luogo, e che alla città servono parcheggi.
Ciò, nel caso, senza minimamente pensare di porre in discussione i passati modelli urbani e di vita.
Allora lasciate tutto così com’è che fa bene al ambiente.
Solite critiche e pensate inutili.
analisi corretta!!!
Un’analisi obiettiva con tanto di evidenze in ottica previsionale per un progetto antistorico, impattante, costoso per collettività in termini economici e ambientali. Se è questo il “pezzo forte” dell’amministrazione Rapinese, sentiamo viva la nostalgia del passato. Ed è tutto dire …
Concordo in pieno con legambiente.