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Sul Lago di Como il paese incantato diviso in quattro borghi: tra acqua, monti e la memoria di burro e giocattoli portati dai ricchi

Un paese di poco più di 1.100 abitanti, giuridicamente sotto un unico Comune, ma nella sostanza ancora separato, soprattutto se si parla con gli anziani del borgo. Questo e molto altro è Faggeto Lario, una piccola realtà nata dalla fusione nel 1928 di Palanzo, Molina e Lemna, a cui si è aggiunta ex novo anche Riva, la zona vicino al lago. “Il nostro Comune nasce dall’unione di tre realtà differenti, che ancora oggi conservano una fortissima identità – sottolinea il sindaco Angela Molinari – ognuna ha ancora la propria mulattiera e alcune peculiarità che le contraddistinguono l’una dall’altra. Abbiamo però anche dei simboli di collettività molto sentiti. Ad esempio, un forte elemento di identità è il torchio cinquecentesco a vite, che viene riattivato una volta all’anno per la festa di paese a ottobre”.

Nonostante lo stile di vita molto simile, le diversità tra le frazioni sono sempre state presenti, come ci racconta Luciano Fasola, uno dei volti storici del paese: “Una volta eravamo tutti contadini e ognuno aveva la sua parte di terra. Anche allora nonostante fossimo sotto lo stesso Comune, ogni frazione aveva caratteristiche ben distinte dalle altre. Palanzo era la parte agricola del paese. Lemna invece era la zona in cui vivevano solitamente le persone più benestanti. Molina invece era una sorta di via di mezzo tra le tre”.

C’è stato però un evento storico per il borgo, che viene ricordato con nostalgia da tutti gli abitanti: “Un primo momento di collettività, condito da non poche discussioni, si svolse una una sessantina di anni fa – precisa – quando l’Amministrazione di allora promosse un referendum comunale, per installare delle strisce di pietra per permettere ai carri di salire da lago a monte. Vinse il sì”. E come in tutta Italia, il secondo conflitto mondiale sconvolse profondamente le vite di tutti i piccoli paesi: “Durante la guerra la povertà aveva sopraffatto il paese e al tempo cercavamo di sopravvivere come potevamo – sottolinea Luciano, che rievoca un episodio legato alla sua infanzia – mi ricordo che una volta, avevo 5 anni, avevano dato a me e a un altro ragazzo 1000 lire per portare del riso di contrabbando all’alpe di Caslino. Erano un sacco di soldi allora: non potevo credere ai miei occhi! Inoltre non dimentichiamoci che qua vicino a noi, alla Capanna Mara, è nata la Resistenza comasca”.

Ma le storie di quel passato lontano non finiscono qui: “Quando eravamo piccoli mi ricordo che a Natale il Gesù bambino arrivava da Como: le famiglie benestanti quando salivano ci regalavano sempre il burro da portare a casa e molti giocattoli, come fucili in legno e macchinine – ricorda Dino Frigerio, conosciuto anche come “l’infermiere del paese” – descrivere come vivemmo nel secondo dopoguerra non è semplice. Campavamo con quello che ci dava la terra, oltre che con riso, olio e pane. Anche il panorama era completamente diverso. Prima erano tutti prati, tutti ne eravamo proprietari di almeno un appezzamento e guai a tagliare di un solo metro quello degli altri!”. Le storie del passato da raccontare sarebbero ancora molte, ma oggi il paese deve concentrarsi soprattutto sul presente e affrontare tante altre sfide urgenti.

Una di queste è sicuramente il problema dello spopolamento che, però, potrebbe avere una, forse addirittura due, soluzioni: “Abbiamo avuto un forte incremento del turismo negli ultimi anni, che ha portato molta ricchezza soprattutto a livello di abitazioni – evidenzia il primo cittadino – nel paese ci sono più di 70 case vacanza sparse per tutte le frazioni. Molte di esse stavano cadendo a pezzi e sono state sistemate per accogliere visitatori da tutto il mondo. Ma è comunque molto importante non dare rilievo solo al turismo, rischiando così di diventare un museo a cielo aperto. Il paese deve essere vivibile 365 giorni l’anno”. E negli scorsi anni forse potrebbe essersi vista la luce in fondo al tunnel: “La pandemia in un certo senso ci ha dato una mano con molte persone che venivano qui a lavorare in smart working. Per questa urgenza stiamo lavorando molto sulla fibra e in generale sull’avere internet veloce in tutto il paese, per rendere Faggeto un luogo appetibile per il lavoro a distanza. Le nostre zone hanno una dimensione molto più umana rispetto alle città”, conclude Molinari.
La diversità e la capacità di adattamento sono state da sempre uno dei punti di forza di Faggeto Lario e, ora, saranno ancora più importanti per affrontare le sfide del futuro.

    

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10 Commenti

  1. non conoscevo quella zona del lago.anni fa invece a seguito di una gita,ho scoperto un mondo meraviglioso

  2. Palazzo, Lemna, Molina, Torno il Palanzone, la Capanna Mara, il Mont Piat.. x anni sono stati i luoghi delle vacanze, 3 mesi immersi nella natura, tra sentieri profumati di ciclamini, sorgenti d’acqua purissima, lunghe passeggiate alla scoperta di luoghi incantati, di baite in cui mangiare la polenta uncia.. bellissimi ricordi indelebili di felicità pura❤️❤️❤️

  3. Patrimoni da salvaguardare

    X riappropriarsi del calore umano

    Che aimé le città hanno dimenticato

  4. Lemna è stato il paese scelto dalla nonna paterna negli anni cinquanta per trascorrere serenamente gli anni del dopoguerra, una villa accanto alla Cappelletta , luogo dove si svolgeva la processione annuale e che curavamo tenendola pulita e con sempre dei fiori freschi. Quanti ricordi….😍

  5. Io ho passato le mie estati con mia nonna in vacanza a Molina dalla nascita fino a 12 anni. Ora anche se sono passati 40 anni porto sempre nel cuore dei bei ricordi.. le passeggiate alla Madonnina.. al tennis… la casa della Sig.ra R. Piena di ricordi e con un enorme scalone…

  6. Dopo aver vissuto in diversi angoli del mondo, abbiamo deciso di tornare a Lemna, dove la bisnonna Enrichetta ha costruito nel 1910 la casa per le vacanze…. La natura, la pace e il rapporto umano che ci abbiamo ritrovato ci rende felici ogni volta che, dopo un periodo lontano, risentiamo i profumi del paesello…

  7. Molina….🏠come stare senza di lei🤩.I suoi angoli, le sue stradine, gli amici. I miei cari sono sempre lì che mi aspettano.

  8. Lemna,luogo del cuore dove ci siamo conosciuti,abbiamo cresciuto la nostra famiglia con figlie e nipoti e dove siamo tornati per vivere,ai margini di un bosco,in amore e serenità gli anni che la vita ci vorrà ancora regalare❤️🏠

  9. Bellissimi Borghi con un panorama da cartolina, belle passeggiate sui monti e ristori da leccarsi I baffi, ho cari amici e purtroppo qlc. ci ha lasciato, ma da lassù è sempre con noi. Ciao Bruno ,ci manchi.

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