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Sanità per i turisti sul Lago di Como. All’ospedale Valduce: accesso diretto e numero verde, come funziona

Un milione di turisti (e più) nella bella stagione sul Lago di Como, ma quale tipo di servizio sanitario offre il territorio? La domanda è stata posta a margine della presentazione dell’edizione numero dieci della Winter School di Motore Sanità in corso gli scorsi 8 e 9 febbraio a Villa Erba di Cernobbio (qui i racconti dal convegno). Il Lago di Como come noto ha ospitato per due giorni il gotha del settore sanitario, con alti esponenti politici e addetti ai lavori, come hanno spiegato Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità e già direttore sanitario del Valduce e di Villa Beretta, insieme con Mariella Enoc, procuratrice speciale del Valduce, Gianluigi Spata, presidente provinciale e della Federazione regionale dell’Ordine dei Medici, Fiorenzo Bongiasca, presidente della Provincia di Como, Matteo Monti, sindaco di Cernobbio e Piero Bonasegale, direttore generale di Villa Erba.

Tornando alla domanda sui turisti, proprio il Valduce di Como ha avviato un’iniziativa dedicata dalla scorsa stagione, accolta al momento in modo un po’ tiepido. “Abbiamo scritto a tutti gli alberghi e anche alle altre strutture ricettive spiegando che il Valduce ha attivato un servizio dedicato per chi non rientra nel sistema sanitario nazionale – ha spiegato Mariella Enoc – la maggior parte dei turisti che arriva a Como ha una sua assicurazione sanitaria. Così abbiamo scelto di dedicare a loro un accesso diretto, privato anche con orari prolungati dall’ordinario, che non toglie però risorse all’utenza diciamo tradizionale. Abbiamo organizzato il servizio anche con personale in grado di parlare più lingue. La sperimentazione nella prima estate non ha dato un grande ritorno, ma questa primavera scriveremo di nuovo alle strutture ricettive. Chi viene a Como in villeggiatura deve sapere che anche dal punto di vista sanitario esiste un servizio dedicato, con numero verde che l’hotel può chiamare in ogni momento. Non si tratta però di una convenzione con le strutture alberghiere, a loro non chiediamo nulla”.

Sarebbe bello che l’esempio del Valduce venisse seguito anche dagli altri ospedali del territorio – ha commentato Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici – Potrebbe essere un’ottima idea anche il coinvolgimento delle guardie mediche, che purtroppo sono poche, ma hanno spesso a che fare con i turisti”.

La carenza di personale è purtroppo un tema che si ripercuote su tutto il servizio sanitario. “Oggi il 5% degli italiani ha rinunciato a curarsi, si tratta di tre milioni di persone, lo ha fatto per i tempi di attesa che a volte non sono sostenibili e perché non è in grado di entrare in strutture private. Il Servizio sanitario nazionale va salvaguardato e salvato, anche facendo parlare maggiormente pubblico e privato. Serve pari dignità nella cura di tutti. Si deve però lavorare sui progetti e ripartire, non serve piangersi addosso. Personalmente credo nell’innovazione e nella tecnologia, anche nell’intelligenza artificiale, ma la relazione medico-paziente va mantenuta. Il 50% del lavoro di un medico è proprio sulla relazione e l’empatia che si crea con chi si guarda in faccia”. “Dalla Sanità dipende il futuro di ogni persona – ha detto ancora Mariella Enoc – Dobbiamo continuare a curare tutti, ricchi e poveri, gratificare medici e infermieri con apparecchiature di ultima generazione ad esempio. E’ vero che in Svizzera o ad Abu Dhabi gli stipendi dei medici sono diversi, ma chi sceglie una professione sanitaria non lo fa certo per soldi. Viviamo in un momento di rivoluzione tecnologica che sulla Sanità potrebbe avere riflessi positivi simili alla scoperta dei vaccini. Vedo tanti giovani appassionati che si avvicinano alla professione, puntiamo su di loro. Sono la nostra speranza, investiamo su di loro”.

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Un commento

  1. “…..che non toglie risorse all’’utenza diciamo tradizionale”. Interessante. L’utenza tradizionale siamo noi cittadini comaschi, compreso quelli che fanno parte di quel 5% che ha rinunciato alle cure per disperazione. I turisti, con polizza sanitaria privata, avranno un numero verde……sia mai che diventino come quel 5% e rinuncino a farsi curare al Valduce. È triste dirlo ma si continua con il solito andazzo: con le tasse pago le strutture, il servizio lo si paga a parte con le polizze sanitarie. Ma perché a questo 5% oltre a rinunciare a farsi curare, non rinuncia, per disperazione, a pagare con le proprie tasse queste straordinarie strutture offerte da medici e ospedali convenzionati o meglio “diciamo tradizionali” ai turisti con polizze sanitarie private?

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